La F1 si sposta a Suzuka per la seconda gara della doppietta in Estremo Oriente, il GP del Giappone. Il circuito è tra i più amati dai piloti per le curve storiche che lo caratterizzano e per la passione dei tifosi giapponesi, che affollano gli spalti parteggiando per tutti i concorrenti in pista oltre che per l’idolo locale Yuki Tsunoda.
Suzuka, celebre per essere l’unico tracciato a forma di otto nel campionato del mondo, presenta diverse variazioni altimetriche e tratti con curve da alta velocità che si alternano a settori più lenti particolarmente impegnativi come la chicane che precede il traguardo. Tra i punti che sono ormai entrati nella leggenda della Formula 1 ci sono il tratto iniziale, con la serie di esse in rapida successione, la Spoon Curve, un semicerchio con raggio costante in contropendenza, e la mitica velocissima 130R, una piega da brividi che con le attuali monoposto si affronta praticamente in pieno.
Carico medio, motore e gomme sotto pressione. Il carico aerodinamico richiesto è medio-basso e uno degli obiettivi è cercare di gestire nel modo migliore le gomme, messe alla frusta dalle tante curve da alta velocità. Ci sono quattro frenate impegnative e la pista è severa anche con le power unit, specie per il motore endotermico, che resta al massimo regime per oltre il 70% del giro.
Frédéric Vasseur, team principal: “Abbiamo messo subito in archivio Singapore per concentrarci sul GP del Giappone, una delle corse più affascinanti della stagione per squadre e piloti. Si gareggia a Suzuka, un circuito completamente diverso da quelli di Monza e Marina Bay, sul quale avremo modo di verificare la competitività della SF-23 anche sui curvoni veloci con un set-up aerodinamico a carico medio-basso. Affronteremo il fine settimana con lo stesso approccio adottato nelle ultime gare, che ci ha permesso di migliorare ulteriormente sul piano dell’esecuzione delle operazioni in pista. Contiamo di portare a casa nuovi punti pesanti nella lotta per il secondo posto della classifica costruttori”.