A breve finalmente torneremo a parlare di F1 attiva. Niente più ipotesi, supposizioni o fantasie. In una stagione di transizione, verso i nuovi regolamenti 2021, dove rischiamo di annoiarci se un team prende subito il largo, dobbiamo trovare qualche spunto di discussione. Charles Leclerc è sicuramente tra questi. Il pupillo della famiglia Todt infatti dovrà confermare quanto fatto di ottimo nel 2019 e, fresco di rinnovo di contratto, dovrà alzare l‘asticella delle prestazioni. Avrà contro in primis il compagno di team Vettel, che dobbiamo capire cosa vorrà fare nel nuovo corso della F1, un Verstappen forte del fresco rinnovo milionario con la Honda, e un Hamilton che punta sempre Schumacher.
Penso a Charles e non riesco ad accostarlo a Senna, come invece in molti sembrano voler fare. Senna viene accostato a tutti quelli che arrivano, vincono e vanno veloci. E’ stato cosi per Lewis e per Max. No, penso a Leclerc e mi viene naturale l’accostamento con un altro grandissimo della F1 (troppo spesso dimenticato tra i più grandi): Mika Hakkinen.
Mika aveva una velocità innata che abbiamo visto raramente. Ottimo come Charles nelle formule minori. Arriva in F1 con team di seconda fascia e fa bene. Esordisce in un top team, l’allora McLaren anno domini 1993, e mette in crisi il campione del mondo compagno di squadra. Per Hakkinen fu Senna. Per Leclerc, Vettel.
Quando Mika fa il suo esordio in un weekend ufficiale con la McLaren in Portogallo nel 1993, a fine stagione, in qualifica si mette subito dietro Ayrton Senna. Non serve spiegare il rapporto tra Senna e le qualifiche per far capire quanto di grande fece Mika. In gara si ritira, ma nel gran premio successivo, a Suzuka, per poco non ribatte Senna in qualifica, e va a podio in gara. Purtroppo a differenza di Leclerc, che ha trovato una Ferrari ad alti livelli, Mika nel ’94 subisce la scellerata decisione di Dennis di passare ai motori Peugeot. Poi nel ’95 arrivano i Mercedes, le cose vanno meglio ma ha quel gravissimo incidente di Adelaide. Il ’96 sarà un anno di recupero fisico e mentale. Vincerà la prima gara a fine anno nel 1997 e poi i due Mondiali nel 1998 e 1999.
Hakkinen aveva questa velocità che si portava addosso, questa facilità di portare velocità in curva che ho visto poche altre volte. E’ passato un pò di tempo, andate a rivedere qualche sua gara e, per i più giovani, scoprite il talento di Mika. Ecco Leclerc mi ricorda il giovane Mika, più che il giovane Ayrton. Due fuoriclasse capaci di mettere in difficoltà i compagni, due fuoriclasse dalla velocità innata. L’augurio per la carriera di Leclerc è che la Ferrari non sbagli vettura specialmente con il cambio regolamentare del 2021, perché potrà essere sicuro protagonista del futuro della F1. Se volete in edicola potete trovare il casco di Charles Leclerc del 2019. Il modello Spark, in scala 1:5, della serie edita da Centauria “I caschi dei più grandi piloti di sempre”.
Riccardo Turcato