Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un meme on line che recitava più o meno così: “Come vedi gli anni che passano… Anni 80-90, 20 anni fa, anni 2000, 10 anni fa, anni 2010 l’anno scorso…”. In realtà purtroppo non è così e da quegli anni 80 di anni ne sono passati in realtà 40. E mentre oggi esce la notizia della collaborazione tra F1 e Walt Disney, sono già passati 41 anni quasi da una delle storie Disney di Topolino più famose di sempre. Zio Paperone e l’avventura in F1. Scritta da Pezzin e magistralmente disegnata dal maestro Giorgio Cavazzano. Sembra ieri, una storia rimasta nel cuore di lettori e appassionati.
La storia, in due puntate, viene pubblicata nella sua prima parte nel numero 1501 il 2 settembre 1984. La copertina era dedicata al ritorno a scuola, quindi in bella vista ci sono Qui, Quo e Qua. Nel numero successivo, il 1502, con la parte conclusiva, Marco Rota, altro maestro Disney, ci regala invece Topolino a bordo di un bolide rosso che richiama in tutto e per tutto la Ferrari del 1983. Erano anni in cui Topolino, tramite il pilota Fulvio Maria Ballabio, arrivò ad essere sponsor in F1 della Spirit di Emerson Fittipaldi.
Chi scrive ha avuto l’onore di incontrare non molto tempo fa il maestro Cavazzano e fargli firmare la storia originale. Gli chiesi se aveva sentito qualcuno del mondo della F1 per disegnare la storia, ma il tempo passa per tutti e sinceramente mi disse che a parte la ricerca fotografica non si ricordava di aver parlato con qualcuno in particolare. Nel 1984 siamo in piena epoca Turbo e infatti la forma fumettistica delle auto richiama le monoposto di quegli anni. Niki Bagnacauda, Fritticaldi, Alberetto, Alain Crost, Pretese, Polleman, Alfa Marameo, Plotus sono ormai scolpiti nella memoria di tutti gli appassionati. E poi c’è il mitico Bolsonieri, che proprio come il suo alter ego umano, Poltronieri, si lamenta delle postazioni improbabili da cui deve fare le telecronache. Ed era veramente così. All’epoca in molti circuiti non c’erano cabine di commento comode con migliaia di dati come ai nostri giorni. Poltronieri ricordava spesso che per esempio a Montecarlo era dietro a un guard rail a fare la telecronaca.
Il cameo più importante lo fa sicuramente Enzo Ferrari, presentato a Zio Paperone e nipotame da un personaggio che sicuramente è Mauro Forghieri… Ma la Ferrari diventa Perrari e Maranello diventa Mirabello. Nonostante il cambio di consonanti, il Commendatore rimane il Commendatore e Paperone si rivolge a lui come Sua Eccellenza come fa in altre storie in giro per il mondo a cercare tesori dinanzi a re e sceicchi.
La storia non è banale e spiega molto del grande successo planetario che la F1 di allora aveva. Paperone ovviamente capisce che può usare la F1 come mezzo per sponsorizzare i suoi prodotti. Prima prova a comprare spazi su tute e caschi dei piloti, poi sulle carrozzerie delle monoposto del mondiale, e quando viene “accompagnato alla porta” da Perrari perché vuole cambiare il colore rosso perché non si abbina ai suoi prodotti, decide di farsi una monoposto in proprio. A modo suo ovviamente, recuperando pezzi di altre monoposto, un garagista come altri nel mondiale, ma ancora più economico.
C’è una vignetta che ha anticipato quello che succederà poi in futuro. Nel 1984 era impensabile che Ferrari vendesse i propri motori ad altri team, invece nel fumetto succede che i motori del Cavallino vengono dati al rivale Rockerduck. Paperone stesso lo compra per duecento milioni a fine storia, è pur sempre uno straturbo da 850 cavalli. “Il mondo della F1 è troppo spendereccio, io devo farmi pubblicità a prezzi modici!” ricorda Paperone ai nipotini che richiedono invece investimenti tecnici sulla monoposto.
“Ricordati che la benzina costa e non frenare troppo che consumi gli pneumatici e se vinci sorridi sempre per gli sponsor”. “Gli organizzatori dei GP faranno un sacco di quattrini”. C’è di tutto, anche la sponsorizzazione ai carri attrezzi che anticipa la sponsorizzazione delle safety car perché visibili in TV quando c’è un incidente. 40 anni e sembra ieri. Una storia mitica che rimarrà per sempre nei cuori di lettori e appassionati. Ma non è l’unica storia in cui si parla di F1 nel mondo Disney. Seguiteci e un poco alla volta andremo a vederle insieme.
Riccardo Turcato