Il GP di Monaco rappresenta uno degli eventi più iconici e prestigiosi del calendario di Formula 1, non solo per la sua storia, ma anche per il fascino unico che lo circonda. Disputato per la prima volta nel 1929, è uno dei Gran Premi più antichi e fa parte della cosiddetta “Triple Crown” del motorsport assieme alla 24 Ore di Le Mans e alla 500 Miglia di Indianapolis. Strade strettissime, curve anguste, salite, discese e la celebre galleria che termina sul lungomare: questi gli elementi che fanno di Monte Carlo un circuito unico nel suo genere. Qui, la precisione conta più della potenza e il margine d’errore è praticamente nullo.
Oltre all’aspetto sportivo, il GP di Monaco è anche un evento mondano senza paragoni, che si vive in un’atmosfera unica, dove lo sport incontra l’eleganza e il glamour. Dal punto di vista tecnico, è una delle gare più complesse: le monoposto sono configurate con il massimo carico aerodinamico, ma con così poche possibilità di sorpasso, la qualifica diventa spesso decisiva per il risultato finale. In definitiva, Monaco è molto più di una semplice gara: è un simbolo, un palcoscenico dove si celebra l’essenza più pura e spettacolare della Formula 1. Anche il GP di Monaco vedrà i piloti sul podio indossare un’edizione speciale del classico Pirelli Podium Cap, disegnata dal designer Denis Dekovic con i colori della bandiera monegasca. È la quinta versione dei Podium Cup presentata quest’anno da Pirelli Design ed è già in vendita sulla piattaforma di e-commerce dedicata.
Per la seconda gara consecutiva, Pirelli ha selezionato le tre mescole più morbide della gamma 2025. Così come a Imola la settimana scorsa, la C4 sarà la Hard, la C5 la Medium e la C6 la Soft, con le prime due obbligatoriamente disponibili per la gara. Il fine settimana vedrà l’introduzione di un’importante novità regolamentare, ad hoc per questo appuntamento. Infatti, in gara sarà obbligatorio effettuare almeno due pit-stop. L’obiettivo di FIA e di F1 è di cercare di rendere un po’ più movimentata una gara tradizionalmente molto lineare e monotona, come ad esempio accaduto nel 2024 (vedi paragrafo specifico).
Il nuovo format prevede, come corollario, l’aggiunta di un set di Full Wet per pilota alla dotazione standard di due, proprio al fine di consentire l’implementazione della doppia sosta anche in caso di gara che richieda l’utilizzo delle gomme da bagnato estremo. Sarà interessante vedere come le squadre lavoreranno nella preparazione della strategia di gara. Ad esempio, il fatto che non siano state prescritte le finestre dei pit-stop potrebbe offrire delle opportunità per qualche pilota, che magari partirà nelle retrovie, per guadagnare terreno sfruttando al massimo la possibilità di girare con la pista libera davanti a sé. Il doppio pit-stop azzererà ogni eventuale problema legato al degrado degli pneumatici, peraltro tradizionalmente molto ridotto su questo tracciato. Ciò potrebbe anche creare le condizioni per un utilizzo della Soft, in caso di un secondo pit-stop molto ritardato o di un’eventuale neutralizzazione nelle ultime battute.
Tradizionalmente, il GP di Monaco prevede una sola sosta ai box per il cambio dei pneumatici: nel 2024, però, ne sono state effettuate solamente sei delle 20 teoriche. Infatti, la bandiera rossa esposta già al primo giro ha consentito a tutti i piloti rimasti in pista di smarcare subito l’obbligo di usare due mescole passando chi dalla Medium alla Hard (nove concorrenti avevano fatto questa scelta sulla griglia), chi facendo il percorso inverso (undici). Dopo la ripartenza, solamente sei piloti hanno effettuato un secondo cambio gomme e, quindi, un vero e proprio pit-stop. Uno di questi – Guanyu Zhou – aveva montato un set di Soft, peraltro senza alcun vantaggio visto che è rimasto in ultima posizione. Ne è derivata una corsa senza alcuna emozione, con le prime dieci posizioni determinate dalla qualifica rimaste immutate alla bandiera a scacchi.
Ricavato utilizzando le strade del Principato normalmente aperte al traffico cittadino, il tracciato è lungo 3,337 chilometri, da ripetere 78 volte, e contrassegnato da 19 curve, alcune con un angolo molto acuto, da una carreggiata particolarmente stretta, dall’assenza quasi totale di vie di fuga e dalla vicinanza delle barriere di protezione, spesso e volentieri sfiorate dai piloti che cercano di sfruttare al massimo ogni centimetro disponibile. L’asfalto è stato rifatto per circa la metà della lunghezza, per la precisione dalla curva 12 alle 3: prevedibile quindi che questo tratto sarà molto liscio, come quello del resto del tracciato. Un manto stradale del genere non favorisce certamente l’aderenza dei pneumatici e potrebbe agevolare la formazione del graining, soprattutto nelle prime sessioni. Poi man mano che la traiettoria si andrà gommando, la situazione dovrebbe migliorare, anche se va tenuto presente che la sera la pista viene nuovamente aperta alla circolazione.
Il regolamento sportivo è stato recentemente modificato per permettere l’introduzione dell’obbligo di due pit-stop in questo Gran Premio. L’articolo interessato è il 30.5 comma m, che riportiamo parzialmente di seguito, adattando il testo per una maggiore comprensione.
“(…) Per la gara di Monaco, ogni pilota deve utilizzare almeno tre set diversi di pneumatici (da asciutto o da bagnato). Nel caso non abbia utilizzato gomme intermedie o wet in gara, ciascun pilota deve utilizzare almeno due diverse specifiche di pneumatici slick, di cui almeno una deve essere tra le specifiche obbligatorie da asciutto (Hard o Medium). La mancata osservanza di tali requisiti comporterà la squalifica del pilota, a meno che la gara non venga sospesa e non possa essere ripresa. In quest’ultimo caso, trenta secondi saranno aggiunti al tempo totale di ogni pilota che, quando richiesto, non abbia utilizzato almeno due specifiche di pneumatici slick durante la gara, oppure che non abbia utilizzato almeno tre set di pneumatici durante la gara. Inoltre, ulteriori trenta secondi saranno aggiunti al tempo totale di ogni pilota che abbia utilizzato un solo set di pneumatici durante la gara”.
Il GP di Monaco è stata la seconda gara valida per il Campionato del Mondo Piloti nel 1950, la prima cui partecipò la Scuderia Ferrari, l’unico team sempre presente in ogni edizione della massima competizione automobilistica e il primatista assoluto per titoli iridati vinti (15 Piloti e 16 Costruttori), vittorie (248), pole position (253), giri più veloci in gara (263) e piazzamenti sul podio (830). Le edizioni fin qui disputate sono state 70, essendo stato sempre presente ad eccezione del periodo 1951-1954 e del 2020. Il principe – a quattro ruote – di Monaco è Ayrton Senna, vincitore sei volte, una in più di Graham Hill e di Michael Schumacher. Il brasiliano è anche primatista di pole position (5) e di piazzamenti sul podio (8).
Fra le squadre, la più vittoriosa è la McLaren (15 successi), seguita dalla Ferrari (10) e da Lotus e Red Bull, appaiate al terzo posto con sette vittorie ciascuna. La squadra di Maranello è invece prima come pole position (13), con la McLaren seconda (11) e la Lotus terza (9). Schiacciante il dominio della Rossa in termini di piazzamenti sul podio (57), classifica in cui doppia la McLaren (28), con la Lotus ancora una volta terza (16).
Quasi la metà delle vittorie (32, pari al 45,71%) è stata ottenuta da chi è partito dalla pole position. Se si aggiungono i vincitori che sono partiti dalla seconda posizione sulla griglia (16, 22,86%) si capisce una volta di più quanto il risultato del sabato sia determinante per quello della domenica. Peraltro, nel 1996 vinse un pilota – Olivier Panis – che aveva piazzato la sua Ligier sulla quattordicesima piazza della griglia di partenza!