E’ passata una manciata di giorni dal GP del Canada e la mente dovrebbe essere un po’ più libera. Chi ci segue sa che spesso abbiamo denunciato l’involuzione tecnica e sportiva di questa Formula 1. Dal punto di vista sportivo domenica, a Montreal, sulla pista intitolata proprio a Gilles Villeneuve (scusali, Gilles!) abbiamo assistito all’ennesimo distaccamento dalla realtà del Circus.
Intendiamoci. Per i regolamenti che ci sono, la penalità a Vettel ci sta. Non serve accanirsi contro Pirro, Hamilton, la marmotta che passava la pista o chissà chi. L’assurdo sta insito invece proprio nei regolamenti attuali. Che sono regolamenti pessimi. I piloti fra un po’ per tentare il sorpasso dovranno fare richiesta in carta bollata ai commissari. Tutti belli in fila indiana, niente scherzi. Un pilota esce di pista e sbaglia? Tac penalità. Come già non fosse una penalità stessa l’essere uscito di pista. Ma mettiamo anche che Vettel abbia fatto lo stronzo, abbia voluto allargare coscientemente la traiettoria dopo l’uscita di pista per bloccare Hamilton. E allora? E’ uno sport da uomini che dovrebbero avere palle belle grosse per affrontare queste situazioni e regolarsi tra di loro. Se stiamo nel limite accettabile della lotta dove sta il male? Certo in casi come quello di Schumacher che stringe Barrichello contro il muretto in Ungheria, non solo secondi di penalità ma anche altro. Nessuno avrebbe da ridire proprio su nulla.
Ma che ci siamo ridotti a voler per forza dare una regolamentazione a ogni movimento di volante mi sembra ridicolo. La FIA pensa di richiamare i piloti per discutere del futuro della F1. Già questo è sinonimo che chi sta nelle alte stanze non sa più che pesci pigliare, ma ancora peggio lo fa con ritardo ingiustificabile. Ma anche i piloti stessi che avranno mai da dire? A volte mi chiedo se hanno le palle per una vera protesta come ha fatto in passato chi li precedeva. Questi accettano tutto. Penalità sportive, penalità che dipendono dal mezzo meccanico e non da loro. Lanciano qualche frecciatina via social o nel calduccio della sala stampa davanti alle solite facce, ma niente più. Hanno voluto provare a fare i comunisti interpellando i fans con questionari online facendoci sentire partecipi di chissà qualche scelta, e ci siamo ritrovati con il DRS, 10mila tipi di gomme, più punti a tutti e via dicendo. La F1 è malata ma allo stesso tempo è too big to fail come dicono gli inglesi, e le crepe nelle fondamenta si vedono tutte. Ecco, domenica abbiamo assistito forse al punto di non ritorno. O si cambiano le cose, e in fretta, oppure, con anche i fantasmi del monomarca tecnico per molti elementi della monoposto all’orizzonte, la F1 rischia di morire.
Fa specie che ci sia voluto un episodio come quello di domenica per far dire a tutti gli addetti ai lavori, compresi ex piloti, che così non si può andare avanti. Eh! Ben arrivati! Dove eravate prima? A compilare i questionari online? Perché non introdurre un’unica commissione decisionale che segua tutte le gare mondiali? Non abbiamo l’anello al naso, quindi sappiamo bene che i commissari cambiano e sono di diverse nazioni ogni volta perché viene un momento in cui si deve votare il presidente della Federazione e fa bene a tutti dare spolvero a tutti. Guardate che già questa semplice cosa, una commissione unica decisionale per tutto l’anno, spazzerebbe via dubbi e garantirebbe uniformità decisionale. Mica serve riunire i piloti a Parigi per decidere una cosa del genere. Personalmente non ho apprezzato il gesto di Vettel che ha levato il cartello da davanti alla Mercedes per metterlo dove doveva essere la sua auto. Che colpa ne aveva la Mercedes domenica non si sa… al massimo di colpe ne aveva lui stesso per aver sbagliato in pista uscendo di strada. Se protesta doveva essere, era meglio non andare sul podio. Andare in direzione gara. Lanciare un segnale forte e non una foto per i meme (alcune fortissime, tra l’altro).
Qui si accetta tutto per poi lamentarsi anche di più. Lo ripetiamo: serve gente con le palle solide. Ci sono decisioni vitali da prendere per il futuro della categoria. La F1 non è mai stata un ambiente di vergini, ma gli attori ultimamente si sono afflosciati. Attenti al loro orticello come non mai. Parchi chiusi dal venerdì. Niente test. Simulatori. TV a pagamento. Costi dei biglietti alle stelle. Regolamenti assurdi. Nessuno fa nulla. Anzi sì: fanno i bimbiminkia sui social. La volete capire o no che in questa vita abbiamo bisogno di eroi? Di uomini che si spingono oltre i propri limiti per dare un senso anche alla nostra di vita? Lo volete capire che questo voler imbrigliare, questa paura dell’estro di un tecnico, di un pilota, porterà alla fine di quanto abbiamo amato? No. Lor signori non lo capiranno mai. Primo, perché questi piloti non si ribelleranno mai. Secondo perché i primi veri beoti, e dobbiamo dircelo senza sentirci in colpa od offesi, siamo noi. Noi che continuiamo a pagare i biglietti. Noi che continuiamo a pagare le Pay-TV. Noi che seguiamo sempre e comunque questo sport in attesa del gesto eroico. In attesa che qualcuno decida di non rovinare quel gesto eroico.
Riccardo Turcato