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[tab title=”Un anno di Formula 1″]
Un anno di Formula 1: il film del 2022
Ventidue tiratissimi round in tutto il mondo per questo campionato tanto atteso, che ha visto l’arrivo di una nuova generazione di monoposto, dotate di nuovi pneumatici da 18″, e progettate per permettere delle gare più ravvicinate, per offrire più spettacolo. Esperimento riuscito anche se perfettibile, visto che il DRS ha sempre il suo peso. Un campionato che ha illuso i tifosi della Ferrari, con un avvio di stagione lanciato, ma ben presto il ritorno alla dura realtà, con Max Verstappen e la Red Bull che hanno spento ogni speranza, assicurandosi in Giappone e ad Austin rispettivamente il secondo Titolo Piloti e il quinto Costruttori, la prima doppietta per il team austriaco dal 2013.
Un dominio impressionante, come testimoniato dai numeri dell’olandese (15 vittorie in una stagione, di cui 9 nelle ultime 11 gare, battendo il record di 13 di Schumacher e Vettel; 17 arrivi a podio, le 15 vittorie più il terzo posto a Monaco e il secondo in Austria; 8 pole position, anche se quella del Belgio gli è stata tolta per penalità; 13 partenze in prima fila; 5 giri veloci in gara; in testa per 616 giri, ovvero per 3.164 km), dai punti in classifica (454) e dai distacchi inflitti ai rivali (Leclerc secondo a 146 punti). Unico altro team a vincere una gara – a parte Red Bull e Ferrari, ovviamente – la Mercedes, ombra di se stessa in quest0 2022: è stato infatti George Russell a conquistare la sua prima vittoria, mentre per la prima volta in carriera Lewis Hamilton non è riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Tante le cose che hanno fatto discutere, su tutte le troppe decisioni al rallentatore da parte dei commissari FIA, che hanno ribaltato classifiche fino all’ultimo minuto, creando grande confusione nel pubblico. Pubblico che finalmente è tornato a riempire le tribune in circuito, ricreando un’atmosfera che ha fatto bene a tutti.
Una stagione che ad Abu Dhabi ha visto calare il sipario sulla carriera del quattro volte campione Sebastian Vettel e il passaggio da titolari a riserve di Daniel Ricciardo (dalla McLaren ritorna a casa, alla Red Bull) e Mick Schumacher (dalla Haas alla Mercedes). Nel 2023 non rivedremo neppure Nicholas Latifi e l’età media della griglia si abbasserà notevolmente, grazie all’arrivo di Piastri in McLaren, De Vries in AlphaTauri, Sargeant in Williams. E poi ci sono loro, gli inossidabili (nonché i beniamini di noi “diversamente giovani”): Alonso che lascia senza rimpianti l’Alpine per l’Aston Martin, e Hulkenberg che rientra full time in Haas.
Ma questo 2022 passerà alla storia anche per il mercato dei team boss (quasi più intenso di quello piloti): la decisione di Mattia Binotto di lasciare e l’arrivo di Frederic Vasseur in Ferrari; Andreas Seidl che lascia la McLaren e diventa CEO Sauber Group (in vista dell’arrivo di Audi nel 2026) e Andrea Stella che prende in suo posto come team principal nel team di Woking; la Williams che lascia a casa Jost Capito. E a tutt’oggi, se la griglia piloti è completa, restano due posti liberi sui muretti di Alfa Romeo Racing e Williams. A proposito di Mattia Binotto: dopo 28 anni a Maranello, la sua dev’essere stata una decisione molto dura. Gli errori ci sono stati, li abbiamo visti nel corso della stagione, ma nelle dichiarazioni post-gara lui non si è mai nascosto, non ha mai fatto scaricabarile o puntato il dito contro qualcuno. Nessuno di noi sa cosa avvenisse dietro le porte chiuse, ma continuiamo a chiederci se quella dei vertici Ferrari sia stata la scelta migliore. Forse sarebbe bastato affiancargli un’altra figura, sgravarlo dai troppi impegni e ruoli che aveva e non perderlo, non rischiare di lasciare ai rivali una mente e un’esperienza come le sue. Un altro suo merito, secondo noi, il fatto di essersi sempre esposto, anche contro le decisioni della FIA, ce ne siamo resi conto ripassando la cronaca dei GP 2022. A noi, personalmente, mancherà e gli auguriamo il meglio per il futuro.
Ci lasciamo alle spalle un anno intenso, 22 weekend con tre Sprint che nel 2023 diventeranno 23 (se il GP della Cina, cancellato, non sarà sostituito) con sei Sprint. E continuerà la rivoluzione in F1: la nuova generazione che avanza, uno sport che cerca di attrarre i giovani con iniziative, format e location che dovrebbero essere più accattivanti (l’attesa per Las Vegas è notevole). Che cosa non ci è piaciuto in questo 2022? Che dopo la fine della stagione la FIA abbia deciso di proibire ai piloti di manifestare anche con gesti o una maglietta le proprie opinioni. Il cerimoniale va rispettato, certo, ma se si parla tanto di inclusione, parità, diritti poi è un controsenso proibire di esprimere il proprio dissenso verso Paesi dove i diritti umani non vengono rispettati. Noi illusi continuiamo a pensare che in certi posti non bisognerebbe proprio correre.
L’hanno detto più volte anche i piloti quest’anno, ma hanno comunque corso. Vorremmo che avessero più voce in capitolo e più forza, coraggio non solo in pista ma anche per prendere una posizione, rifiutandosi di salire in macchina, scontrandosi a muso duro con Federazione, team e sponsor. Che la GPDA avesse un senso. Business is business, si sa, come si sa che i soldi veri sono là e non qui nella Vecchia Europa, che però ha fatto ed è la storia della Formula 1. Una certezza, come la forza di Max Verstappen, che si riconferma numero 1 con quattro gare ancora da disputare e, che si tifi o meno per lui, è un vero campione che stramerita il secondo Titolo.
Archiviamo questo 2022 e guardiamo al prossimo campionato, che scatterà in Bahrain il 5 marzo, data che sembra lontana ma è dietro l’angolo. Grazie a ciascuno di voi per l’affetto e l’attenzione con cui ci seguite (nel 2023 festeggeremo i nostri primi 10 anni, incredibile…). Vi lascio alla lettura dello Speciale, dedicato a chi abbiamo nel cuore e in particolare all’amico Massimo Costantino, uomo di legge, musicista rock e pittore, che è volato via il 6 dicembre, e alla sua Ivana, mia grande amica da sempre.
Barbara Premoli
BAHRAIN
ARABIA SAUDITA
Arabia: Perez soffia la pole alle Ferrari. E la grande paura per Mick Schumacher
In Arabia Verstappen e Leclerc stellari, con Sainz a completare il podio
AUSTRALIA
Pole superlativa di Leclerc in Australia davanti alle Red Bull
Leclerc domina a Melbourne, davanti a Perez e Russell. KO di Verstappen
EMILIA ROMAGNA
Show nella Sprint a Imola, con Verstappen che passa Leclerc a 2 giri dalla fine
Verstappen e Red Bull espugnano Imola. Ferrari con le ossa rotte
MIAMI
A Miami pole di Leclerc e prima fila Ferrari davanti alle Red Bull
SPAGNA
Gran pole di Leclerc in Spagna, davanti a Verstappen e Sainz
Spagna: doppietta e sorpasso Red Bull, terzo Russell. Leclerc out. Sainz 4°
MONACO
Pole in casa per Leclerc e prima fila Ferrari. Terzo Perez, con botto finale
Perez, Sainz e Verstappen sul podio di Monaco. Leclerc: “No words”
AZERBAIJAN
Baku: doppietta Red Bull e doppio ritiro Ferrari. E i distacchi aumentano…
CANADA
Canada: Verstappen in pole, ma soprattutto Alonso in prima fila! Sainz terzo
Canada: Verstappen, Sainz e il ritorno di Hamilton sul podio. Leclerc 5°
GRAN BRETAGNA
A Silverstone prima pole di Sainz, davanti a Verstappen e Leclerc
A Silverstone il miracolo di Zhou e Alex. E il primo successo di Carlos
AUSTRIA
Austria: Verstappen in pole davanti alle Ferrari. Fuori le Mercedes
Austria: Verstappen vince la Sprint davanti a Leclerc e Sainz
Leclerc batte il rivale Verstappen, a casa sua. Terzo Hamilton. Ritiro per Sainz
FRANCIA
Francia: Leclerc in pole (grazie a Sainz) davanti alle Red Bull
Francia: Verstappen e le Mercedes sul podio. La grande dignità di Leclerc
UNGHERIA
In Ungheria la prima pole di Russell, davanti a Sainz e Leclerc. Verstappen 10°
Verstappen e Mercedes da urlo in Ungheria! Ferrari un altro flop
BELGIO
Belgio: in qualifica il più veloce è Verstappen. Ma la pole è di Sainz. Il resto… caos totale!
OLANDA
Verstappen in pole, ma Ferrari vicinissime tra i piccioni e i fumogeni di Zandvoort
Trionfo in casa per Verstappen, davanti a Russell e Leclerc. Ma così non va, Ferrari!
ITALIA
Safety car, Verstappen, Leclerc e Russell: tutti e quattro sul podio di Monza
SINGAPORE
Perez vince il GP di Singapore davanti a Leclerc e Sainz. FIA permettendo
GIAPPONE
Verstappen pole di un soffio sulle Ferrari. E reprimenda per l’episodio con Norris
AUSTIN
E’ morto Dietrich Mateschitz, il creatore dell’impero Red Bull
Sainz regala alla Ferrari la prima pole ad Austin. Accanto a lui Verstappen
Sul podio di Austin Verstappen, Hamilton, Leclerc. Red Bull campione. Ma che gara!
MESSICO
Messico: pole di Verstappen davanti alle Mercedes. Delusione per Perez e le Ferrari
Messico: Verstappen da record. Mercedes ritrovata. Ferrari a un minuto
BRASILE
In Brasile la prima pole per Magnussen e la Haas. Disastro strategia Ferrari
In Brasile la Sprint è vero show! Con le Mercedes divise da Sainz
Russell-Mercedes: il sapore della prima vittoria e doppietta 2022. Terzo Sainz
ABU DHABI
Abu Dhabi: doppietta Red Bull con pole di Verstappen. Poi le Ferrari e le Mercedes
Abu Dhabi: sipario con la 15° di Verstappen e Leclerc vice campione
Binotto: “Non eravamo ancora pronti per vincere. Abbiamo un altro passo da fare”
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[tab title=”Numeri & classifiche”]
Le statistiche del 2022
Classifica Campionato Piloti 2022
Classifica Campionato Costruttori 2022
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[tab title=”Team per team”]
I protagonisti del 2022
Proviamo a fare un gioco? Ora che il Mondiale 2022 è un ricordo, ancora fresco, ma pur sempre ricordo, perché non andare a vedere cosa avevamo immaginato a inizio stagione? Una stagione particolare che ha visto una rivoluzione tecnica totale come non succedeva da decenni, lunga e difficile, sia sportivamente sia politicamente.
Red Bull e Ferrari sembrano quelli messi meglio al termine dei sei giorni di test. La Rossa sembra la più equilibrata, consistente, gentile sulle gomme e veloce per la gioia dei tifosi rossi di tutto il mondo. Potrebbe essere la vera sorpresa in positivo della stagione. In quel di Maranello hanno reagito bene e subito anche nel risolvere il porpoising. Red Bull non ha svelato tutte le carte. C’è grande curiosità per quel miglior tempo fatto segnare da Verstappen alla fine dei test. Vera gloria? O la Ferrari è rimasta sempre coperta?
Che dire, le prime gare avevano illuso molti appassionati della scuderia di Maranello, ma è stato poi chiaro che, trovata la quadra al nuovo regolamento, la vettura progettata da Adrian Newey ha permesso a Verstappen di dominare in lungo e in largo la stagione con l’olandese che ha rifilato 146 punti a Leclerc e la Red Bull 205 alla Ferrari. Un dominio assoluto che ha spiazzato chi, nei nuovi regolamenti, pensava di aver trovato il duello di Digione 79 a ogni curva.
La Ferrari, sicuramente in crescita rispetto agli anni precedenti, ha peccato nel corso della stagione in un po’ tutte le aree. Sviluppo, decisioni ai box e qualche errore dei piloti. Spesso il discorso mediatico, soprattutto televisivo, attorno alla Ferrari è stato drogato dalla voglia di vedere tornare un Mondiale a Maranello, ma la realtà poi è sempre lei che porta il conto. Ai punti è stata una batosta. In pista anche, ma bisogna ricordare da dove si partiva e tutto sommato la Rossa deve trovare spunti positivi anche in questo 2022. Dall’altra parte c’è Newey, è vero. C’è Verstappen. Un muretto solido che non sbaglia, ma è anche vero che, quando hai una monoposto spaziale come abbiamo visto quest’anno, hai tutta la calma e tranquillità per gestire le situazioni che ti si paventano in gara. Ecco, forse alla Rossa manca la chiarezza dei ruoli. E in pista bisognerebbe decidere chiaramente chi è prima guida e chi no, e al muretto.
La Mercedes con le rivoluzionarie e rastrematissime fiancate è parsa in difficoltà nel far lavorare bene la monoposto con questa soluzione estrema. C’è molto da lavorare, potrebbe essere che nelle prime gare non siano dove avrebbero voluto essere.
Purtroppo per Mercedes il progetto rivoluzionario ha portato via tempo e risorse. Solo verso fine anno, e dopo il cambio tecnico regolamentare in corsa, resosi necessario per limitare il porpoising delle vetture ritenuto rischioso per la salute stessa dei piloti, si è vista una monoposto che poteva essere considerata una vera base di partenza per lo sviluppo di un’idea innovativa. Quindi da Spa in poi. Un poco tardi no? Inutile girarci attorno, è una monoposto nata male in un anno dove altri hanno azzeccato l’idea giusta. Russell ci ha dato conferma di quello che avevamo visto nei suoi precedenti anni e soprattutto ha iniziato a non sbagliare nulla. Lewis ha risentito molto del problema del porpoising specialmente a inizio anno. Ricordate che non riusciva nemmeno a scendere dalla vettura a Baku? Eppure la sensazione è che il ciclo di vittorie degli scorsi anni difficilmente si ripeterà. Nonostante George e Lewis che hanno portato la croce in modo impeccabile. Una stagione storta dopo tanto tempo ci può stare. Ma sarà una sola stagione?
La McLaren dai due volti. Bene e convincente a Barcellona, in Bahrain ha sofferto per problemi ai freni e il team ha girato pochissimo. Difficile dire quale sia il vero potenziale. Ad ora, con i problemi ai freni risolti, potrebbero essere dietro a Ferrari e Red Bull e in lotta con Mercedes. Probabilmente non coinvolta nella lotta di centro gruppo anche se l’AlphaTauri potrebbe infastidire molto essendosi comportata bene nei test.
AAA McLaren 2022 cercasi. La grande delusione della stagione. Aveva tutto per fare bene. La partenza da un foglio bianco. Un TP di prim’ordine. Un patron appassionato. Molti sponsor. E invece quello che avevamo visto nei test, è stato il motivo di tutta la stagione. Una monoposto incolore. Impalpabile. Che solo Norris a tratti ha saputo sfruttare al meglio. Il calvario di Ricciardo è durato tutta la stagione. Anche da lui ci aspettava un riscatto invece è andato verso il pre-pensionamento. Un inverno che non sarà semplice e con una vettura che non ha nulla da dare a quella che nascerà. La sensazione è che aspettare il prossimo cambio regolamentare del 2026 non sia la cosa più sensata.
Dietro la lotta si fa interessante con tutti gli altri team in grado di lottare nel gruppone con forse leggermente più avvantaggiate Alpine, che ha avuto qualche problema meccanico, e Aston Martin che sta già pensando a come cambiare la monoposto nelle prossime gare. La Williams si è vista poco. Anch’essa ha una carrozzeria aggressiva e ridotta all’osso nella zona delle fiancate. Servirà tempo. La Haas si trova coinvolta in problemi amministrativi e di sponsor di cui avrebbe voluto fare a meno.
Proprio l’Alpine ha navigato e lottato con McLaren a centro gruppo ma è riuscita nell’intento di battere i rivali e arrivare quarta nel Mondiale. Cosa che non era scontata. Sempre al centro dell’attenzione, ma è normale, quando nel team hai uno come Alonso. Come la McLaren non ha esaltato, ma è stata una monoposto più costante nella sua mediocrità e a volte, chi si accontenta gode.
L’Alfa Romeo è stata un’ottima sorpresa, specialmente a inizio stagione, poi si è plafonata negli ovvi limiti di sviluppo, ma è riuscita ad arrivare sesta nel Mondiale davanti all’Aston Martin, altro team deludente, al pari di McLaren, che sicuramente aveva altre aspettative. Alla fine la monoposto è stata veramente rivoluzionata. Ma a conti fatti non è cambiato nulla. Anzi verrà ricordata come la monoposto del pensionamento di Vettel.
La Haas è stata davanti in classifica alla AlphaTauri. Inaspettato tale risultato a inizio anno. Il team austro-italiano aveva ben altre aspettative che arrivare penultimo nel Mondiale. Ma la monoposto, a differenza della cugina di casa, non ha mai trovato la quadra né brillato. La Haas ha ballato soprattutto in Brasile, dove Kevin Magnussen ha trovato una pole position strepitosa che ci ha fatto ricordare perché amiamo questo sport (a volte lo odiamo anche, ndr).
Della Williams che dire. Nulla. C’è da sperare che continui a fare parte del grande Circus ma gli anni vissuti faticosamente a fondo griglia cominciano a essere troppi.
Red Bull: Verstappen vs Perez
Qui le gerarchie sono chiare. Max è il numero 1. In tutti i sensi. Parlano per lui i risultati in pista. Lo dice il numero sul musetto (complimenti Max a proposito nel fregarsene del merchandising del 33 e riportare il numero 1 in griglia). Lo dice il contratto milionario pluriennale appena firmato. Si è levato il peso del primo Mondiale, il che non è una cosa da poco. Perez questo lo sa. Checo, che è un ottimo pilota, sa dove può arrivare, quando deve aiutare e quando può prendersi le sue soddisfazioni. Non è una novità. E penso non si offenda nessuno se diciamo questo. L’armonia in squadra sotto questo aspetto ne giova. E’ un problema in meno da gestire.
Max ovviamente ha surclassato Perez. Ma a Perez non si chiede di far nascere i bambini coi baffi. Quindi ci sta. Ci sta meno che con una vettura così dominante non sia riuscito a conquistare il Titolo di vicecampione del mondo. Chissà se il 2023 sarà il suo ultimo anno taurino… Tornando a Max che dire. Nulla, infatti. E’ stato perfetto in tutto.
Mercedes: Hamilton vs Russell
Il confronto che tutti attendiamo. Da una parte Lewis, pluricampione del mondo che non ha bisogno di presentazioni. Dall’altra l’enfant prodige d’oltremanica che ha tutte le carte in regola per mettere in crisi Lewis, molto di più di quelle che aveva Bottas. Toto crediamo gestirà i due galli nel pollaio. Molto dipenderà dalla vettura. Ma, mentre Lewis è a caccia dell’ottavo titolo, Russell vuole riassaporare quel gusto di prime posizioni e vittoria provate proprio quando sostituì due anni fa Lewis che prese il Covid in Bahrain. Può Russell pazientare una stagione per crescere nel team e coprire le spalle ad Hamilton verso la corona iridata? Oppure se ne fregherà? In qualifica può battagliare ad armi pari con Hamilton. Abbiamo visto il suo valore in Williams. In gara dovrà sbagliare meno, ora con una monoposto da prime file. Crescere con Lewis gli farà benissimo.
Atteso e goduto. E ai punti, ma anche in pista, Russell ha battuto Hamilton. Ci sta, nessun de profundis per Lewis. Anzi è stato stoico specialmente a inizio anno a gestire una vettura il cui porpoising gli creava dolori lancinanti alla schiena. Russell ha trovato la quadra in quei punti da migliorare che attendevamo. Ha iniziato a non sbagliare più. Ha vinto la sua prima gara. E’ vero che la monoposto ha impedito ai due di lottare per il colpo grosso e quindi quando è così è tutto più facile da gestire, ma insieme hanno lavorato bene. C’è da sperare, per loro ovviamente, che il team tedesco capisca cosa voglia fare con questa monoposto dalle fiancate inesistenti.
Ferrari: Leclerc vs Sainz
Sulla carta il numero 1 è il monegasco. Ma sulla carta appunto. Sainz ci ha infatti dimostrato quanto sia maturato e quanto guidi bene. Rispetto a Leclerc fatica leggermente in qualifica, ma in gara è tra i migliori in griglia. Ecco, forse a volte Leclerc deve cercare di scrutare il compagno e questa sua caratteristica per migliorarsi ancora di più in gara. Se la monoposto rossa dovesse essere da Mondiale, entrambi hanno spalle larghe per puntare al Titolo, con Leclerc favorito, e resistere all’entusiasmo di Maranello e dei tifosi nel mondo.
Ai punti e in pista ha vinto Leclerc. Eppure spesso nel team di Maranello è sembrata mancare quella serenità che ruoli definiti (vedi Red Bull) possono trasmettere alla squadra. Leclerc qualche errore l’ha lasciato in pista, certe volte potrebbe imporsi di più contro scelte scellerate del suo muretto (vedi le qualifiche in Brasile ad esempio) ma dobbiamo essere onesti: il connubio Charles F1-75 è stato inferiore alla Red Bull e a talune aspettative sorte a inizio anno. Poteva fare di più? No, anzi tocca accontentarsi di un secondo posto mondiale, ma lo sa bene Charles che il secondo è il primo degli sconfitti.
McLaren: Norris vs Ricciardo
I due non si fanno la guerra. Sanno che devono portare acqua al mulino McLaren e devono lavorare insieme verso la risalita nell’olimpo dei top team. A Norris manca ancora la prima vittoria. Non pensiamo possa soffrire di un Russell vincente con la Mercedes (sempre monoposto permettendo, ovvio) ma il morale potrebbe risentirne essendo entrambi inglesi. Velocissimo in qualifica, in gara gli manca ancora quel filo di consistenza. Il suo forte spesso è stata l’ultima parte di gara. Se mette tutto assieme sempre sarebbe un grande raggiungimento in questo 2022. Dalla sua ha un contratto blindato con McLaren ed è, beato lui, giovanissimo. Ricciardo, purtroppo per lui, non ha più scusanti. Il team lo conosce. Tutti partono dal foglio bianco. Monza è stata una felicissima parentesi a cui va data continuità quest’anno. Noi crediamo ancora che Ricciardo sia quello di Monza e non il brutto fratello visto troppe volte nel 2021. La F1 ha bisogno di un Daniel in lotta per le prime posizioni.
Baci abbracci, facce sorridenti sui social. I due vanno d’amore e d’accordo manco fossero marito e moglie. Cambiano casco ogni volta che si scende in pista ma alla fine? Il libro cuore interessa agli sponsor. Ma ai tifosi? Sono ca@@ate che non interessano se poi la classifica è quella che è. Cioè deludente. Norris ha fatto quel che ha potuto con la monoposto che gli hanno consegnato. Ricciardo manco quello e si è avviato, a peso d’oro, al pre-pensionamento. A un certo punto ha smesso di ridere, avvolto da dubbi su che ci facesse li, ma è stato per poco, non sia mai. I tifosi della McLaren invece non hanno mai sorriso.
AlphaTauri: Gasly vs Tsunoda
Gasly è una certezza. Potrebbe essere una pedina di mercato interessante per il 2023. Farebbe gola a molti team. Senza la pressione di essere vicino a Max è diventato un pilota consistente, sicuro e sempre veloce. il team italiano potrebbe iniziare ad andargli stretto. A Tsunoda non gli si chiede di fare miracoli. La riconferma è stata meritata. Ha una stagione di apprendistato sulle spalle. Può sorprendere molto e fare molto bene.
Incolore. Stagione incolore dentro a una monoposto che non ricorderemo affatto in futuro. Un dato positivo per Gasly è stato il contratto firmato con Alpine. Tsunoda da rivedere il prossimo anno. Resta e resta la Honda, ma ha convinto solo a sprazzi.
Alpine: Alonso vs Ocon
I due sembrano andare d’accordo. Il che con Alonso in squadra, che centralizza e fagocita tutta l’attenzione può sembrare anche strano. Sarà che non c’è in ballo il Mondiale. Ocon ha vinto la prima gara. Alonso è andato è tornato a podio. Difficile dire cosa la monoposto e il motore consentiranno di fare a entrambi, ma sembra che lavorino bene insieme il che è solo un aiuto per il team.
In certi momenti di certe gare sembrava di essere assistere a un duello rusticano. La convivenza quest’anno è stata meno idilliaca. Bravi a tirare fuori il meglio da una monoposto che a inizio anno non avrebbe fatto pensare a un quarto posto nel Costruttori. Ma sono due grandi personalità quando la visiera si abbassa e spesso l’hanno fatto pesare al team. Se ne va Alonso, resta Esteban. Chissà chi avrà ragione.
Aston Martin: Vettel vs Stroll
Vale un po’ il discorso fatto per il duo Alpine. Cosa gli consentirà di fare la monoposto? Stroll è un onestissimo pilota. Nella giusta giornata abbiamo visto che sa cogliere bene le occasioni che gli capitano. Vettel corre e se ne sbatte di chi mette sempre in dubbio se sia stato campione del mondo per la macchina o per le capacità. Il suo è un valore aggiunto nel team. Sa ancora graffiare come negli anni d’oro? Se la monoposto asseconda il suo stile di guida la risposta non può che essere senz’altro sì. Nota a margine, il duo ha la coppia di caschi più bella della griglia, semplici, puliti, riconoscibili.
Vittime di una monoposto pessima entrambi. 37 punti Vettel, 18 Stroll. Per quanto riguarda Stroll sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Cosa ricorderemo di lui in questo 2022? Nulla. Di Vettel, al passo dell’addio, ricorderemo molti caschi diversi, molti messaggi politici e ambientalisti e la sensazione che forse la pensione potesse ancora aspettare. Però beato lui che può scegliere senza aspettare la vecchiaia. Non ripensarci Seb, lascia cosi il tuo ricordo.
Haas: Magnussen vs Schumacher
Non sembra esserci pace per il team Haas. Prima il 2021 messo in freezer per concentrarsi sul nuovo regolamento. Poi i problemi con la guerra di Putin in Ucraina e le sanzioni economiche alla Russia che hanno allontanato Mazepin e il suo sponsor milionario. Si riparte nuovamente da zero. Con il rientrante Magnussen che sarà un bel riferimento per Mick Schumacher. Siamo sicuri gli farà bene avere vicino un compagno navigato come Kevin che è veloce e tosto. Mick piace per la sua tranquillità e pacatezza. Il ragazzo che tutte le mamme vorrebbero avere come fidanzato delle figlie, deve dimostrare di fare un altro step velocistico e di consistenza in gara. Il riferimento Magnussen è ottimo per questo. Mazepin non era affatto un riferimento. Il prossimo passo per Mick potrebbe essere l’Alfa Romeo e poi chissà… la Rossa. Dipende tutto da lui.
Mick purtroppo ha deluso. Purtroppo perch, cognome a parte, il ragazzo si fa volere bene. Ci prova, si batte, ma sbatte. Troppo. E’ finito dietro al rientrante Magnussen che ha saputo calare quella pole position brasiliana che resterà negli annali della F1. Forse un anno di troppo in un team che non aveva più piena fiducia in lui. Forse troppe aspettative. Forse troppa autopressione che lui stesso si sarà imposto. Da qui l’uscita dal progetto Ferrari e quella momentanea dal grande Circus come titolare per fare il pilota di riserva in Mercedes. Magnussen come avevamo previsto, è stato quel riferimento che ha portato Mick alle corde.
Williams: Latifi vs Albon
Latifi è un pilota onesto. Né più né meno. Potrebbe esserci o non esserci che non ne sentiremmo la mancanza. Ma abbiamo visto molto di peggio. Lui c’è e c’è di ritorno dopo un anno di purgatorio anche Albon, che ha la sua chance di rivincita. Combattivo, veloce, meritava una seconda occasione nel grande Circus e la Williams potrebbe essere un team adatto per la sua crescita senza l’ombra ingombrante di Max Verstappen che farebbe male a qualsiasi altro giovane pilota.
Ci asteniamo perché la monoposto non ha mai permesso ai due di farsi realmente valutare. Anzi, Latifi è continuato a essere quella figura né bianca né nera all’interno del team. I soli sprazzi di luce del team sono venuti da Albon, che ha confermato di essere un buon pilota che meriterebbe altro materiale.
Alfa Romeo: Bottas vs Zhou
In Alfa cambia tutto. Due piloti nuovi, un veterano e una giovane promessa. Bottas sarà il numero uno e avrà il team sulle spalle. Esce dall’ombra di Hamilton. Veloce è veloce lo sappiamo bene, ma gli è sempre mancata l’aggressività di quando ha dovuto lottare nelle posizioni di rincalzo e questo potrebbe essere un problema visto che non guida più una Mercedes che gli permetteva di partire davanti. Non ci meraviglieremmo di vederlo coinvolto in endurance con Ferrari più avanti, visto il motore che ora lo spinge. Zhou non è in F1 solo perché ha i soldi, quelli ovviamente aiutano sempre, non sarà né il primo né l’ultimo, ma il ragazzo ha dimostrato di poter meritare una chance nel mondiale. All’Alfa cercavano qualcuno con esperienza sulle spalle per rimpiazzare Kimi e un altro che portasse freschezza, qualche fiorino e un interesse pubblicitario in una grande mercato, hanno trovato il duo che pare essere perfetto.
Sono stati un grande duo per tutta la stagione. Bottas ha sempre corso bene e si è portato il team alla grande sulle spalle. Con i dovuti raffronti di materiale a disposizione, ci è sembrato il Bottas degli anni in Williams. Una bellissima sorpresa. Non ci sarebbe piaciuto vedere un Bottas incolore. Zhou all’esordio si è comportato bene. Ha dimostrato di meritare di stare nel grande Circus. Nel 2023 dovrà confermare quanto lasciato intravvedere di buono.
Riccardo Turcato
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[tab title=”Minardi: il punto sulla stagione”]
Minardi: Verstappen record, Leclerc vice-campione. E il 5 marzo si riparte!
L’ultimo giorno di scuola per la Formula 1 ci ha regalato un gran premio affascinante e tirato fino all’ultimo giro. Un inarrestabile Max Verstappen ha conquistato la vittoria davanti a un ottimo Charles Leclerc che ha vinto la sua personale sfida per il secondo posto col diretto avversario Sergio Perez. Nonostante la differenza con la Red Bull, Leclerc ha portato a termine un’impresa supportato anche da una corretta strategia da parte del suo muretto. La Ferrari ha agguantato il secondo posto nel Costruttori davanti alla Mercedes, dopo aver chiuso la passata stagione come terza forza. Un passo avanti importante per provare ad arrivare, il prossimo anno, a giocarsi il primo posto. Come avevamo annunciato, una rondine non fa primavera e la Mercedes è tornata quella del pre-Messico. Dall’inizio della stagione sono stati protagonisti di una crescita importante, ma ad Abu Dhabi non sono stati in grado di replicare le prestazioni viste in Brasile.
Ora si va in vacanza, anche se il tempo a disposizione è veramente poco: il 5 marzo si riparte col primo dei 24 (o 23, se quello della Cina non sarà sostituito) gran premi 2023. Ci aspetta un nuovo anno con numerose novità in griglia, tra cambi di casacca e nuovi arrivi. Mi fa molto piacere vedere in pista due piloti che nelle formule minori hanno venduto cara la pelle facendosi dare del “lei” come Oscar Piastri e Nyck de Vries che già in occasione del GP d’Italia a Monza ci ha dato un primo assaggio del suo potenziale conquistando, al debutto, il nono posto con la poco competitiva Williams. Salutato Latifi, il team inglese si appresta ad accogliere il terzo debuttante, l’americano Logan Sargeant che ha conquistato i punti per la Superlicenza, completando così il mosaico 2023. Nonostante qualche “vecchietto”, la griglia di partenza si ringiovanisce. Molto bello l’affetto mostrato dal mondo della Formula 1 per Sebastian Vettel che ha chiuso la sua carriera col decimo posto nel suo ultimo GP in F1.
Infine un ricordo: in questo 2022 ci ha lasciati Mauro Forghieri, uno degli ingegneri più grandi, se non il migliore, del motorsport degli anni 70-80-90, ma soprattutto un grande amico che è voluto essere sempre presente a tutte le edizioni dell’Historic Minardi Day, dal 2016 a oggi. Con Mauro Forghieri ci lascia una parte importante e preziosa della storia dell’automobilismo.
Gian Carlo Minardi
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[tab title=”Brembo”]
Brembo: 2022 anno di grandi vittorie. E dal 1975 oltre 600 Titoli
Brembo, leader mondiale negli impianti frenanti, taglia il traguardo degli oltre 600 Titoli mondiali conquistati dal 1975 a oggi: grazie a 62 Titoli mondiali ottenuti nelle principali competizioni racing del 2022 – a due e a quattro ruote – Brembo conferma la propria supremazia tecnologica nel motorsport e continua a collezionare numeri da record su ogni circuito del mondo.
Un 2022 ricco di successi, soltanto per citare i più importanti: dal secondo campionato mondiale consecutivo di Formula 1 vinto da Max Verstappen-Oracle Red Bull Racing con pinze Brembo, al successo di Pecco Bagnaia-Ducati Lenovo Team in MotoGP – dopo 15 anni dall’ultimo trionfo – con l’intero impianto frenante Brembo e le ruote Marchesini, al mondiale WorldSBK in cui ha trionfato Alvaro Bautista-Aruba.it Racing-Ducati con l’impianto frenante Brembo e le ruote Marchesini, passando per il campionato di Formula E in cui Brembo ha fornito i propri impianti frenanti a tutti i piloti, fino alla vittoria di Augusto Fernandez-Red Bull KTM Ajo in Moto2, di Izan Guevara-GASGAS Aspar in Moto3 e di tanti altri campioni del mondo nel palcoscenico delle competizioni Motorsport. Tutti questi piloti si sono affidati all’eccellenza degli impianti frenanti Brembo.
Una lunga esperienza nel mondo del Racing che si conferma un formidabile laboratorio per Brembo, in cui vengono testate le soluzioni tecnologiche più innovative, che vengono poi trasferite su veicoli stradali. Un approccio in linea con la mission di Brembo di diventare un autorevole Solution Provider al fianco dei grandi produttori di auto e moto per fornire soluzioni all’avanguardia e sostenibili che garantiscano la migliore esperienza di guida. Titoli motorsport che comprendono anche gli importanti traguardi ottenuti con Marchesini, AP Racing, SBS Friction e J.Juan, aziende che sono state acquisite dal Gruppo Brembo tra l’inizio degli anni 2000 e il 2021.
In Formula 1 tutti i 22 GP disputati nella stagione attuale sono stati vinti da vetture fornite di componenti del gruppo Brembo. L’azienda bergamasca può vantare vittorie in 485 Gran Premi su 829 che si sono disputati dal 1975 – anno di esordio nel campionato – a oggi, per un totale di 28 campionati del mondo piloti e 32 campionati del mondo costruttori vinti con i principali team.
Continua il dominio assoluto anche in MotoGP, a cui si aggiungono nuovi successi in Moto2, Moto3 e World Superbike (anche con Marchesini). Superate le 500 vittorie nella classe regina (classe 500 e MotoGP) in cui Brembo ha esordito nel 1995: per la settima stagione consecutiva Brembo ha fornito tutti i piloti – quest’anno ben 31 – che hanno corso almeno una gara in MotoGP, affidandosi agli elevati livelli di performance e sicurezza garantiti dai componenti Brembo. L’azienda può dunque vantare il successo in 34 campionati del mondo piloti e 35 campionati del mondo costruttori vinti con i principali team di MotoGP.
Il 2022 si conferma un anno vincente anche nel motorsport elettrico. Quarta stagione consecutiva per Brembo come fornitore esclusivo di tutte le 24 monoposto full electric Gen2 del campionato FIA Formula E e quarto campionato consecutivo corso da Brembo nel campionato FIM MotoE World Cup accanto alle 18 Ego Corsa di Energica Motor Company.
Oltre ai già citati campionati di Formula 1, Formula E, MotoGP, Moto2, Moto3 e WSBK, è doveroso ricordare anche i campionati WEC, GT, IMSA, IndyCar, MX2, Enduro, Trial, Formula 2, Formula 3, WRC, Super Formula, Rally Dakar e tanti altri ancora, per un totale di oltre 600 Titoli mondiali vinti dal 1975 a oggi nelle diverse categorie.
Brembo: impianti frenanti completamante nuovi per le F1 2022
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Pirelli: il bilancio dell’inizio della nuova era e uno sguardo al 2023
È ufficialmente iniziata una nuova era per la F1. Quest’anno lo sport motoristico più veloce al mondo ha potuto beneficiare di una serie di novità: un nuovo regolamento tecnico che ha trasformato le auto in eleganti jet da combattimento capaci di inseguirsi a vicenda, il passaggio dai vecchi pneumatici da 13 pollici ai pneumatici Pirelli da 18 pollici che si sono perfettamente calati nella parte, molti volti nuovi e anche alcune nuove gare. Una cosa però non è cambiata: Max Verstappen è campione del mondo. Il titolo dello scorso anno era andato al pilota della Red Bull dopo una resa dei conti finale con Lewis Hamilton. La gara era terminata sul filo del rasoio, con Verstappen che aveva portato a termine un sorpasso all’ultimo giro, dopo la discutibile scelta di fare entrare in pista la safety car. In questo caso Verstappen si era aggiudicato il campionato, guadagnando vantaggio rispetto agli altri molto prima della finale di stagione: aggiudicandosi 454 punti e la vittoria in 15 gare, ha battuto i record di lunga data stabiliti da Hamilton, Michael Schumacher e Sebastian Vettel. Ma non è sempre stato così…
L’equilibrio della potenza
È difficile oggi credere che all’inizio della stagione la difesa del titolo di Verstappen sembrasse andare a rotoli. Un unico traguardo dopo i primi tre gran premi (nonostante la vittoria in Arabia Saudita) aveva portato l’olandese a raggiungere il sesto posto nella classifica piloti. Era invece sembrato che per la Ferrari si fosse aperta la strada per un trionfante ritorno in cima alla classifica, con Charles Leclerc che guidava la corsa al titolo di 34 punti dopo tre gare. Ma le sue speranze di ottenere un primo titolo nel campionato di Formula 1 sono quasi svanite, quando la situazione a metà campionato ha iniziato a vacillare; gli 11 gran premi seguenti hanno visto solamente una vittoria (Austria), un podio (Miami) e tre ritiri (Spagna, Azerbaijan, Francia) durante le gare da punti. Nonostante ciò la sua stagione si è conclusa alla grande, ottenendo il secondo posto assoluto davanti a Sergio Perez con l’altra Red Bull nel finale di stagione. Verstappen avrebbe potuto schiacciare l’avversario nel 2022, ma la seconda parte della stagione regala ottimismo per il 2023. La Ferrari, anche se non abbastanza abile a battere la Red Bull, è rimasta saldamente in posizione. E il colosso Mercedes dell’era ibrida nella storia della F1, che ha vinto otto titoli costruttori di fila grazie alle prodezze di Hamilton, Nico Rosberg e Valtteri Bottas, si è apparentemente ripresa da un avvio traballante nel 2022 aggiudicandosi il Gran Premio del Brasile in un finale in formazione uno-due.
Le star dello spettacolo
Ci sono stati anche molti alti e bassi lungo la griglia di partenza. Il ritiro di Kimi Raikkonen alla fine del 2021 ha aperto la strada a Zhou Guanyu diventando il primo cinese in assoluto a gareggiare in Formula 1, mentre Kevin Magnussen ha fatto un inaspettato ritorno last-minute nella Haas; l’emozionante pole position durante il GP del Brasile sotto la pioggia per il reduce della Haas è stata una delle grandi storie della stagione. Un altro successo inaspettato che però è stato accolto con molto calore è stato quello che ha visto l’ascesa di Nyck de Vries. Quando il pilota della Williams Alex Albon è stato messo da parte a causa dell’appendicite il sabato mattina del Gran Premio d’Italia, si sono aperte le porte per un altro pilota olandese sulla griglia di partenza della Formula 1. La riserva della Mercedes De Vries aveva corso per Aston Martin durante le prove libere del venerdì, ma si è improvvisamente ritrovato a indossare la tuta della Williams solo pochi minuti prima delle prove finali il sabato mattina. Ha ottenuto uno spettacolare nono posto nel Gran Premio d’Italia – contribuendo al 25% dei punti finali della Williams per la stagione 2022 – con il suo straordinario debutto che gli ha permesso di ottenere un posto nella AlphaTauri per il 2023.
Tempo di addii
Con l’ascesa di nuovi talenti, è stato anche tempo di salutare un altro campione del mondo di lunga data. Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo, è uscito a testa alta dalla F1 dopo 15 anni, 53 vittorie, 57 pole position, 122 podi e 299 gare. Dopo aver vinto il suo quarto titolo mondiale nel 2013, Vettel era stato multato per 25.000 euro per essersi esibito in una serie di doughnut sul rettilineo di arrivo. Nove anni dopo, non c’era nessun titolo da festeggiare – ma questa volta, gli è stato concesso di raggiungere il rettilineo con un permesso speciale per siglare la sua brillante carriera con un’ultima serie di piroette per la folla di Abu Dhabi. Anche il pilota della McLaren Daniel Ricciardo non sarà sulla griglia di partenza nel 2023 – ma ci sono buone possibilità che presto rientrerà. Lo stesso per Mick Schumacher, il figlio del leggendario Michael.
Nuovi arrivi
La rivoluzione del 2022 nella Formula 1 ha portato anche ad altre novità. Miami ha offerto uno spaccato di glamour in stile Monaco sull’altro lato dell’Oceano Atlantico con il suo debutto nel gran premio; il prossimo anno sarà aggiunta una gara notturna lungo le strade di Las Vegas in un calendario di gare composto da 24 round. Quando i piloti si allineeranno per il primo round della stagione 2023, ci saranno molti volti familiari a indossare nuovi colori. L’affascinante gioco deisedili è finito con il due volte campione del mondo Fernando Alonso che ha preso il posto lasciato libero da Vettel in Aston Martin, Pierre Gasly che ha lasciato AlphaTauri per sostituire Alonso in Alpine, l’ex junior di Alpine Oscar Piastri che ha sostituito Ricciardo in McLaren, Haas che ha recuperato da bordo campo un altro esperto pilota di Formula 1 assumendo Nico Hulkenberg, e gli Stati Uniti rappresentati da un nuovo pilota, Logan Sargeant ingaggiato dalla Williams.
Magia nera
A mantenere lo spettacolo su strada – letteralmente – hanno contribuito i nuovi pneumatici Pirelli per la Formula 1, sviluppati per la prima volta nel formato da 18 pollici, caratteristica che li rende più interessanti di altri prodotti in circolazione, trasferendo più tecnologia dal circuito alla strada. I nuovi pneumatici per la Formula 1 si sono dimostrati sia veloci sia affidabili, offrendo una buona aderenza in una vasta gamma di condizioni: dalle temperature dell’asfalto oltre i 50 gradi alle piogge torrenziali. L’attuale generazione rappresenta le vetture più innovative dal punto di vista tecnico nella storia della Formula 1, ma Pirelli si è dimostrata un perfetto compagno di corsa per tutta l’era più veloce della F1. Questo è il motivo per cui i pneumatici Pirelli vengono preferiti dalla maggior parte dei produttori di supercar al mondo e da tutti i team di Formula 1.
PIRELLI IN FORMULA UNO (dal 1950 al 2022)
- Gare: 423
- Vittorie: 264
- Pole position: 267
- Podi: 635
- Giri più veloci: 271
- Titoli Piloti: 16
- Titoli Costruttori: 11
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Colpo d’occhio sul 2023
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