Cose che mai avremmo pensato di vedere ma, dopo che ieri Michael Masi non ha fermato le qualifiche in Belgio, incurante del parere di Vettel, con conseguente incidente di Norris, oggi non ha voluto rischiare. Il GP è stato un eterno rinvio e un susseguirsi di bandiere rosse e giri della safety car. Alla fine sono stati percorsi poco più di due giri – ma meno del 75% – e la gara ritenuta valida, con Max Verstappen che ha vinto davanti a George Russell e Lewis Hamilton, ma con metà punti assegnati ai primi dieci.
La partenza prevista per le 15.00 è stata rinviata 30 minuti dopo l’incidente di Sergio Perez avvenuto nel giro per portarsi sulla griglia, con la pioggia sempre più fitta e visibilità critica. Dopo un rinvio di 25 minuti, dei giri di formazione dietro la safety car, prima della bandiera rossa. E dopo molti altri rinvii, la gara è finalmente iniziata alle 18.17 locali – oltre tre ore dopo il previsto. Ma un’altra manciata di giri e nuova bandiera rossa, con Verstappen rientrato ai box davanti alla Williams di George Russell e alla Mercedes di Lewis Hamilton, partiti in seconda e terza posizione. Che cosa resta della F1? Niente. Oggi abbiamo toccato il fondo e siamo andati anche oltre. Gente in tribuna sotto l’acqua, al freddo, che ha pagato i biglietti e non ha assistito alla gara. Ma a una farsa pietosa. Se siamo disgustati? No. Molto di più, come se fossimo stati anche noi al freddo e sotto quell’acqua. Qualcuno dovrà dare delle spiegazioni. Il CEO della F1 Stefano Domenicali dovrà pretenderle perché il pubblico e gli addetti ai lavori meritano rispetto. La presa per i fondelli definitiva? Decidere di fare la cerimonia del podio. D’altronde mica si possono scontentare gli sponsor… gli spettatori paganti sì, loro non valgono.
Barbara Premoli