Ancora una volta in Spagna abbiamo assistito a un GP corso con un ritmo più lento di almeno 7” rispetto alla qualifica (1.22 contro 1.15.584 della pole di Hamilton). Solamente negli ultimi passaggi Bottas e Hamilton sono scesi sotto il muro dell’1.20, col finlandese che ha fatto il miglior crono di 1.18.183 proprio all’ultimo passaggio aggiudicandosi il punto aggiuntivo, dopo aver cambiato pneumatici. Onestamente lo trovo abbastanza inaccettabile. Di certo è dettato dalla gestione delle gomme poiché, una volta trovata la giusta tranquillità e aver scaricato la benzina, i due piloti della Mercedes hanno alzato notevolmente il ritmo, con solo Verstappen che ha provato a contrastarli, pagando comunque un distacco di 24 secondi sul traguardo.
Ancora una gara e una gestione perfetta per Hamilton che ha surclassato il suo compagno di squadra, protagonista di un errore alla partenza che gli è costato caro in termini di tempo, deconcentrato dall’attacco di Stroll e Perez (quarto e quinto sotto la bandiera a scacchi). Fine settimana da dimenticare per la Ferrari: ritiro per Leclerc e Vettel settimo, ma doppiato. Ha portato a termine il suo compito, perlomeno senza commettere errori.
Ci siamo lasciati alle spalle solo sei gran premi, ma siamo davanti a una stagione che praticamente non ha più nulla da dire. Stiamo rivivendo gli anni d’oro della Williams, con una Mercedes che riesce a doppiare praticamente tutti. Solo i primi tre (Hamilton, Verstappen e Bottas) hanno tagliato il traguardo a pieni giri. A metà schieramento, buona prova per Sainz e Gasly che portano punti importanti rispettivamente a McLaren e AlphaTauri. Fuori dai punti invece entrambe le Renault.
Gian Carlo Minardi