Mentre Lewis Hamilton dice che le misure della F1 contro il razzismo non sono sufficienti, il presidente della FIA Jean Todt ha sottolineato che “all lives matter“, ovvero che tutte le vite contano, in contrasto con il movimento sostenuto dal campione #BlackLivesMatter. Dopo aver eguagliato il record di vittorie su un solo circuito di Michael Schumacher, vincendo in Ungheria per l’ottava volta, Hamilton ha puntato il dito contro lo spettacolo imbarazzante pre-gara, con lui che si è nuovamente inginocchiato per il movimento che sostiene. In parte ha accusato il direttore della Grand Prix Drivers’ Association Romain Grosjean: “Lui non pensa che sia importante farlo. E’ uno di quelli che pensano che fatto una volta sia sufficiente“. L’altro direttore GPDA Sebastian Vettel concorda sul fatto che il momento dell’inginocchiarsi domenica non abbia avuto la visibilità che meritava: “Avete visto cosa è successo. Oggi c’era pochissimo tempo, tutti erano di corsa. In futuro dobbiamo metterci d’accordo su cosa fare. Speriamo di risolvere questo problema entro la prossima gara“.
Ma Hamilton ha accusato anche Liberty Media e la FIA: “E’ una leadership con delle carenze. Siamo in uno sport e dev’esserci una leadership dall’ìalto e attualmente non si vede. Questa settimana contatterà la F1 e Jean Todt, dato che spetta a loro fare qualcosa. Vorrei sapere cosa pensano Jean e Chase. Serve un leader: dov’è Jean in questo scenario? Non dovrebbe spettare a me chiamarli“.
Ma il CEO Chase Carey ha messo a disposizione 1 milione di dollari per la causa anti-razzismo e il Daily Mail rivela che anche Jean Todt si è impegnato per la stessa cifra attraverso la FIA. “Lewis sente fortemente il problema del razzismo. E’ una causa che gli sta a cuore“, ha detto il presidente FIA, che comprende anche perché certi piloti non si inginocchino. “Le persone sono differenti. Alcuni alzano la voce, altri portano avanti i loro casi in modo tranquillo. Ma tutti noi vogliamo che il razzismo finisca. Io dico che la vita conta. Le vite contano. Non solo quelle delle persone di colore, neri, gialli o bianchi. Tutte le vite“. L’ex-pilota Minardi Sergey Zlobin ha criticato fortemente i recenti atteggiamenti di Hamilton: “A dire il vero. sono stanco di questo circo. Su suo volere, la Mercedes ha la livrea nera e i piloti si inginocchiano. Questa non è più F1 ma una specie di tribuna politica“.
Noi il nostro parere l’avevamo già espresso ieri mattina, prima della gara. Il razzismo è cosa odiosa, che nel 2020 dovrebbe solo essere un ricordo di periodi storici lontani nel tempo. Purtroppo esiste ancora, e negli USA è forte, a quanto ci dicono. Ma noi, come Jean Todt, crediamo fortemente che tutte le vite contino e che i colori non debbano più neppure essere notati. Siamo tutti uguali nelle nostre diversità, anche di opinione e liberi di esprimere i nostri pensieri come meglio crediamo. Ma la F1 non può continuare oltre con queste sceneggiate, che rischiano di stancare e cadere nel ridicolo. Per questo abbiamo molto apprezzato, invece, quanto fatto in Spagna dalla MotoGP, con tutti i piloti schierati in griglia, al via del campionato, a ricordare il dramma della pandemia. Un problema cui invece, il nostro modestissimo parere, Hamilton, F1 e FIA hanno dato poco valore.
Barbara Premoli