Secondo i tecnici Brembo, l’Hungaroring rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 ha ottenuto
un indice di difficoltà di 3, identico a quello ottenuto da altre piste come Spielberg e Barcellona. Il record della pista appartiene a Max Verstappen, autore di un giro ad una media di 211,5 km/h. Una media bassa rispetto agli altri tracciati che dimostra l’estrema tortuosità della pista e la necessità di utilizzare un alto carico aerodinamico.
Il materiale d’attrito utilizzato per le pastiglie Brembo di Formula 1 è il CER. Garantisce ottimi tempi di warm-up, cioè massima rapidità nel raggiungimento della temperatura di esercizio più efficiente, ampio range di utilizzo, sia in termini di pressione sia di temperatura, e una risposta in attrito molto lineare. Il coefficiente d’attrito tra disco e pastiglie è 0,7-0,9 a fronte dello 0,4 raggiunto da un’auto sportiva con pastiglie in materiale organico. Una pastiglia pesa circa 200 grammi, ossia un quarto di una pastiglia per uso stradale. La sua durata è di 800 km ma le prestazioni sono ripetibili da inizio a fine utilizzo.
L’impegno dei freni
La pista ungherese presenta 11 punti di frenata, per un tempo totale sul giro di utilizzo dei freni di quasi 18 secondi, tra i più alti del Mondiale, 7,7 decimi in più del Red Bull Ring. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i freni sono in funzione per oltre 20 minuti. Dallo spegnimento dei semafori al traguardo ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 56 tonnellate, tra i più alti del Mondiale 2020. Uno sforzo notevole per i piloti che si somma alle alte temperature ambientali del periodo.
La frenata più impegnativa
Delle 11 frenate del GP Ungheria 3 sono considerate altamente impegnative per i freni, una è di media difficoltà e le restanti 7 sono light. La più temuta è la prima curva dopo il traguardo: le monoposto vi arrivano a 346 km/h e scendono a 109 km/h in soli 137 metri. I piloti esercitano un carico sul pedale del freno di 182 kg per 2,58 secondi e subiscono una decelerazione di 5,5 g.
Redazione MotoriNoLimits
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