In questo periodo in cui tutto è drammaticamente fermo a causa della pandemia di Covid-19, col passare dei giorni ci si interroga su come cambierà
lo scenario quando l’emergenza sarà passata. Abbiamo trattato diversi argomenti e oggi torniamo a parlare di autodromi e lo facciamo con Walter Sciacca, uno dei maggiori esperti al mondo per la loro realizzazione e gestione.
Con Sciacca in questi giorni ci siamo sentiti per affrontare la questione relativa al futuro degli autodromi al termine della pandemia e per raccontare ai nostri lettori una sua iniziativa che vede protagonisti due giovani architetti che hanno avuto l’opportunità di collaborare con lui da subito a un innovativo progetto proprio durante questo periodo nefasto. Questo ha generato ottimismo in un momento in cui si fa fatica a guardare al futuro. Oggi chiediamo aggiornamenti su un progetto che Sciacca conosce molto bene, essendone stato consulente, e precisamente quello relativo al Parque Internacional del Motor Circuito Tenerife.
Walter, ad agosto 2016 c’è stata la posa della prima pietra poi una serie di vicissitudini ne hanno rallentato o addirittura fermato la realizzazione. Ci vuoi raccontare cosa è successo?
Barbara, permettimi una brevissima premessa, la prima volta che a Tenerife parlarono di costruire un circuito risale alla fine degli anni 60. Ho trovato in ben due libri copia dei vari articoli che la stampa locale aveva pubblicato. Sono quindi circa 50 anni che a Tenerife aspettano la realizzazione del circuito. Il motivo di un simile ed incredibile arco temporale è assimilabile a diversi fattori tra i quali spiccano ragioni politiche ed economico/finanziarie che di anno in anno e di decennio in decennio ne hanno sempre rimandato la messa in opera. In tempi recenti e precisamente nel 2015 una società privata si era aggiudicata la Concessione per la costruzione del circuito a fronte di una gestione della durata di 40 anni.
Il 29 agosto 2016 veniva effettuata la posa della prima pietra con conseguente inizio dei lavori ma mai nessuno si sarebbe aspettato un fallimento della società di lì a pochi mesi. C’erano diversi fondi d’investimento interessati e contatti avviati con banche di primo livello, contatti che hanno sempre seguito in modo diretto i dirigenti della società privata. Analizzando bene i fatti, i fondi d’Investimento e le banche non hanno concretizzato l’interesse per una serie di cavilli burocratici tali da non poter fornire garanzie sufficienti agli investitori e al tempo stesso la società privata non è riuscita a risolvere le questioni burocratiche che impedivano il concretizzarsi dell’interesse delle realtà citate prima. Quindi in assenza di finanziamenti e con una esposizione finanziaria già importante la società cominciò ad essere inadempiente su più fronti fino al ritiro della Concessione Governativa per giusta causa. Pochi mesi dopo per la società in questione non riuscendo a trovare valide alternative, nonostante un concordato preventivo con riserva e relativa proroga, arrivò il fallimento della società. Il Governo di Tenerife, ritirata la Concessione Governativa, decise di farsi carico del progetto autonomamente senza l’ausilio di fondi privati.
Tu sei stato consulente del Governo di Tenerife, puoi dirci il lavoro che hai svolto per loro e come sono andate le cose in questi ultimi anni?
Il lavoro effettuato dai privati è andato completamente perso in quanto per una serie di ragioni burocratiche non era utilizzabile. I privati avevano già lavorato due anni al progetto e quindi il Governo si è trovato a dover iniziare da zero con la differenza che i tempi Governativi sono completamente differenti dai tempi di una società privata e quindi ogni singolo passaggio aveva tempi decisamente lunghi e a volte difficili da comprendere. Tornando al mio lavoro di consulente, sono stato incaricato di realizzare: studio di fattibilità, analisi dei competitor, analisi dei potenziali clienti e sponsor, sviluppare un progetto gestionale innovativo e quindi non di tipo tradizionale, redigere un business plan con tre tipologie di ipotesi ben precise, sviluppare il piano commerciale, di marketing e di comunicazione, il piano operativo, il piano d’azione, sviluppare tutte le fasi manageriali dall’inizio dei lavori fino ai primi due anni di gestione incluso quindi lo start up dell’attività e la programmazione del planning delle attività per i primi due anni. In aggiunta ho indicato tutte le potenziali attività di sviluppo da inserire nel progetto per garantire una sostenibilità dell’operazione. Tutto questo lavoro prevedeva l’analisi di un arco temporale di 5 anni con proiezioni per la gestione futura a partire dal terzo anno di attività. Inoltre mi è stato chiesto di supportare gli architetti e gli ingegneri della società governativa incaricata di revisionare il progetto per ottimizzare alcuni aspetti e renderlo commercialmente interessante oltre che logisticamente e gestionalmente adeguato alle attuali e future esigenze. E’ stato interessante fornire anche le indicazioni necessarie per creare il piano relativo alla viabilità, i parcheggi e quanto necessario per la buona esecuzione e riuscita del progetto.
Mi fa piacere ricordare che il progetto del Parque Internacional del Motor Circuito di Tenerife si sviluppa in un’area che ha un’estensione di 1.322.000 metri quadrati – 132 ettari – e si trova nella regione di Atogo, meno di 3 chilometri a nord dell’aeroporto “Reina Sofía” di Tenerife Sud, nel comune di Granadilla de Abona.
Da un punto di vista gestionale e manageriale ho svolto diverse riunioni con i Presidenti delle Federazioni Sportive Auto e Moto e con il Presidente del Real Automobil Club in quanto per il funzionamento del circuito sarebbe stato necessario formare tutte le figure indispensabili (commissari di pista, direttore di gara, servizio medico, servizio antincendio, ecc…) che non si possono improvvisare ma devono essere formate ed avere già fatto pratica (avevo già avviato diversi contatti per la formazione). In ultimo ho presentato un piano di promozione del Circuito che avrebbe consentito durante la progettazione e la costruzione di mettere in opera una serie di iniziative ed eventi che avrebbero ottenuto un doppio risultato: promozionale e commerciale allo stesso tempo. Le iniziative da me proposte sono davvero tante.
Un dato che vorrei porre in evidenza è il fatto che l’interesse generato grazie all’attenzione mediatica mondiale, decine di articoli stampa pubblicati in tutti e cinque i continenti, che da un lato era interessata alla novità di un circuito internazionale costruito in un’isola nell’oceano e dall’altro alla mia presenza come consulente, ha portato ad un interesse immediato di molte realtà del settore automotive, motorsport, incentive e addirittura fuori settore come quello cinematografico in cui Tenerife è molto attiva – ogni anno una ventina di film vengono parzialmente girati nell’isola – e quello relativo ai concerti. Con molte realtà ero già in contatto per precedenti collaborazioni e tutto portava a pensare in modo molto positivo fermo restando che senza attività complementari sarebbe stato in ogni caso molto difficile avere un risultato economicamente interessante alla luce dell’investimento iniziale da dover ovviamente ammortizzare.
Questo in estrema sintesi è il lavoro da me svolto che per altro è contenuto in diverse centinaia di pagine. Tutto sembrava andare per il meglio ma a maggio 2019 ci sono state le elezioni politiche e c’è stato un cambio al vertice avvenuto in modo molto burrascoso e complicato – mozione di censura, la prima nella storia del Governo di Tenerife – quindi tutte le cariche politiche, dal Presidente del Governo Locale a seguire, sono cambiate unitamente ai dirigenti delle varie aziende pubbliche. Il nuovo Governo è diventato operativo tra fine luglio e inizio di agosto 2019 e, anche se potrà sembrare strano, per poter decidere come procedere servono mesi per un Governo. Fortunatamente la nuova maggioranza politica ha deciso di dare continuità al progetto ma in che modo e in che termini lo stavano verificando e mettendo in atto proprio in questo periodo. Inutile dire che tutto questo significa tempo che passa perché il circuito è uno delle decine di progetti di cui un Governo deve occuparsi.
Che cosa prevedi quando sarà terminata l’emergenza? Il progetto verrà ripreso o finirà nell’oblio?
Una domanda corretta la cui risposta è decisamente difficile ma provo a rispondere con una riflessione: la pandemia genererà una inevitabile crisi economica e le priorità del Governo potrebbero cambiare. E’ presto per fare delle ipotesi, bisognerà purtroppo in questo periodo navigare a vista perché nessuno ad oggi è in grado di dire quando e come si potrà tornare a fare una vita “normale”. Certamente il progetto, non del Circuito ma quello più completo e mi riferisco al Parco del Motor quindi ad un polo polifunzionale con diverse attività al suo interno compreso un parco tematico ad alto contenuto adrenalinico e quindi del Circuito stesso che diventerebbe un di cui e non il fulcro principale, potrebbe essere un ottimo volano per l’economia dell’isola ma ripeto queste sono valutazioni che sarà necessario fare più avanti dopo attenta analisi economica della situazione Europea e Mondiale. Tenerife vive di turismo che rappresenta di fatto la quasi totalità del loro PIL e da qualche settimana si trovano a turismo zero con tutte le attività chiuse. Quindi in questo momento immagino che la priorità del Governo sia rivolta ad aiutare i propri cittadini e tutte le imprese del comparto turistico.
Hai investito molto tempo ed energie in questo progetto, ci speri ancora? Pensi ci siano concrete possibilità di vedere il circuito realizzato?
Il progetto di Tenerife è quello che negli ultimi 4 anni mi ha visto esposto mediaticamente, come già successo in passato con altri progetti, ma nella realtà Tenerife è uno dei diversi progetti che sto portando avanti. Per scelta cerco di non firmare contratti di esclusiva con nessuno dei miei clienti/committenti. Tornando alla tua domanda, Tenerife da subito l’ho considerata una sfida “impossibile” per l’atipicità del luogo e per le conseguenti difficoltà date proprio dal fatto di trovarsi nel bel mezzo dell’oceano, con un’utenza locale certamente non sufficiente per una struttura internazionale.
Proprio questo aspetto, la difficoltà di dover far produrre un circuito di fatto in mezzo all’oceano e lontano da tutto, mi ha portato ad accettare la “sfida” e, ad oggi, ho sempre portato a termine con successo le sfide da me accettate, quindi è innegabile che io ci speri, per gli appassionati dell’isola e per una soddisfazione personale. Per capire se ci dovessero essere concrete possibilità o meno di vedere il Circuito realizzato, penso che a oggi nessuno potrà neanche ipotizzarlo, ci sono molte variabili che potrebbero cambiare o stravolgere quelle che erano le priorità e i progetti del futuro. Per quanto mi riguarda, proseguo con gli altri progetti che non sono in discussione nonostante quanto stia drammaticamente accadendo e nel frattempo, come tutti, aspetto di capire cosa ci riserverà il futuro al termine dell’emergenza.
Barbara Premoli
Walter Sciacca: il futuro degli autodromi al termine della pandemia
Walter Sciacca punta sui giovani per la realizzazione degli autodromi del futuro post Covid-19