Nove anni fa, il 19 marzo 2011, ritornava all’Autodromo di Imola la GP2, una gara organizzata in soli 15 giorni dallo staff diretto da Walter Sciacca, l’allora Amministratore Delegato e Direttore dell’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola. Per la precisione due gare, una sabato 19 marzo e la seconda la domenica 20 marzo. Due gare che dovevano disputarsi in Bahrain ma che furono annullate per lo stato di rivolta della popolazione per ragioni politiche. In occasione di questo anniversario abbiamo deciso di parlare con Walter Sciacca, oggi considerato tra i cinque massimi esperti al mondo nel settore dello sviluppo e gestione degli autodromi, per chiedergli una sua opinione sul futuro degli autodromi al termine della pandemia.
WS: Tutto il settore del motorsport a livello mondiale è in una situazione di stallo. È difficile fare previsioni su quando si potrà riprendere, prima di tutto a vivere normalmente e secondariamente a rivedere gli autodromi in funzione. Questo perché la situazione relativa alla pandemia si evolve di ora in ora ed al momento in modo negativo. Ciò nonostante bisogna pensare al futuro ed anche se in questo momento può sembrare una forzatura è necessario essere ottimisti senza però generare false illusioni.
BP: I danni economici saranno ingenti…
WS: È innegabile che questo stop inaspettato e forzato sta generando a tutto il settore del motorsport danni ingenti ed entrando nello specifico in riferimento agli autodromi, questi ultimi si trovano nelle condizioni di avere costi fissi importanti con un mancato introito che è in aumento con il passare dei giorni. Purtroppo questo settore non è rappresentato a livello istituzionale all’interno di una categoria ben precisa nonostante produca un volume d’affari di alcuni miliardi di euro (uno studio fatto nel lontano 2005 aveva riportato come volume d’affari circa di 2 miliardi di euro). Il Governo dovrebbe supportare anche questa categoria in termini di aiuti economici ma la cifra stanziata (in assoluto la più bassa d’Europa) non sarà sufficiente per tutti i comparti economici della nostra nazione. Al termine della pandemia ogni autodromo avrà un quadro chiaro delle perdite subite e già da ora staranno facendo varie ipotesi di proiezioni per capire come provare a procedere.
BP: Hai una previsione in termini temporali e di ripresa?
WS: Non potendo ipotizzare il mese in cui potranno riprendere a fare attività, in quanto non ho elementi sufficienti per poter formulare una previsione, posso solo tentare di immaginare che una volta stabilizzata la situazione tutto potrebbe riprendere abbastanza velocemente ma con una grossa incognita. Gli autodromi saranno certamente pronti per poter ospitare nuovamente gare, eventi e la normale attività caratteristica di questa tipologia di impianti con effetto immediato ma l’incognita sarà data dalla capacità di spesa degli utenti che a loro volta avranno subito perdite importanti. All’inizio probabilmente ci potrebbe essere un calo percentuale considerevole per poi arrivare a una fase di assestamento.
BP: Per quanto riguarda i nuovi autodromi?
WS: Per quanto riguarda gli autodromi in costruzione o quelli ancora sul tavolo da disegno, a seconda della loro ubicazione in termini di nazionalità potrebbero subire un rallentamento e alcuni progetti potrebbero essere “congelati” in attesa di un recupero generale dell’economia mentre in altri casi potrebbero subire una grande accelerazione. Queste sono decisioni che a seconda del promotore, Governo, Fondo d’Investimento, ecc e a seconda della nazione potranno avere esiti differenti.
BP: Per l’attività dell’utenza in generale degli autodromi esistenti cosa prevedi?
WS: Tutto dipenderà dalla capacità di spesa che i cittadini di ogni singola nazione avranno alla fine di questo drammatico periodo ed è qui che i vari Governi dovranno intervenire per poter rilanciare l’economia in generale. Questa sarà anzi è una condizione fondamentale per consentire di rialzarsi dal tracollo economico in atto. Alcune nazioni saranno avvantaggiate ed altre penalizzate. Sarà il Governo della nostra nazione a deciderne le sorti. Nel frattempo è obbligatorio non solo restare in casa ma allo stesso tempo restare ottimisti perché tutti noi quando scatterà il semaforo verde dovremo scattare per un nuovo campionato… il più importante, quello della ripresa della attività produttiva della nostra nazione quindi l’ottimismo è d’obbligo, risparmiate le forze e preparatevi a… produrre (il Governo si prepari a generare almeno condizioni favorevoli…)!
Barbara Premoli