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Mettete da una parte un team manager molto attento all’etichetta e a come si presenta la sua squadra ai gran premi: Roger Penske. Poi dall’altra parte mettete un pilota, John Marshall Watson, che arriva alle gare con una bella barba lunga che al team manager fa sempre storcere il naso. Poi arriva lei: la scommessa. Alla prima vittoria in F1, la barba se ne va. Zac! Un bel taglio e via.
Wattie è un piede molto pesante. All’alba dei suoi 30 anni nel 1976 è in F1 da tre e ha già assaggiato le Brabham BT42 e BT44, la Surtess TS16, la Lotus 72F e le Penske PC1 e PC3. Con l’arrivo della vettura PC4 comincia a raccogliere i primi importanti risultati con due terzi posti in Francia e Inghilterra. Il GP d’Austria del 1976 è particolare. E’ la prima grande epreuve che si corre dopo il rogo di Lauda al Nurburgring. La Ferrari inoltre, per protesta contro la federazione internazionale che aveva appena ridato la vittoria del GP di Spagna a James Hunt, non si presenta in griglia nemmeno con Clay Regazzoni. Watson si qualifica buon secondo dietro ad Hunt.
Prima del via un forte temporale fa spostare la partenza di mezz’ora. Allo spegnersi del semaforo, Watson prende subito il comando della gara alla fine del lungo rettilineo in salita di Zeltweg. I primi giri vedono una bellissima lotta con scambi di posizione tra il pilota di Belfast, superswede Peterson e Scheckter che stava rimontando da far suo con la Tyrrell 6 ruote. Uscito di pista Jody per una rottura della sospensione, Watson si riprende la testa della gara al 12° giro e la mantiene fino alla fine.
E’ una storia nella storia. Penske ottenne la sua prima (e unica) vittoria in F1 a un anno dal terribile incidente in cui aveva perso la vita il suo pilota Mark Donouhe. Un team americano inoltre non vinceva in F1 dal 1967, quando in Belgio a trionfare fu la Eagle. E la barba di John Watson? Sul podio lo vediamo ancora barbuto, ma una promessa era una promessa. Atterrato a Heatrow, nell’hotel dell’aeroporto la sera decise di tagliarsi la barba. La mattina l’accordo con Roger era di trovarsi al coffee shop proprio dell’aeroporto per un meeting post-GP.
John era li seduto senza barba a sorseggiare un caffè quando Penske arrivò e non lo riconobbe. Roger si mise a urlare in mezzo alla gente “John! John! Dove sei?!”. E Watson ricorda: “Finalmente non sembravo più un hippy. La barba aveva sempre dato fastidio a Roger, specialmente quando dovevamo fare le foto per gli sponsor… Oggi mi darebbe un’aria più matura, ma quelli erano altri tempi. L’unico problema era che ci misi giorni per far prendere colore alla pelle che sotto la barba era bianchissima e sembravo uno stupido che aveva preso male il sole”.
Riccardo Turcato – foto d’apertura Photo copyright Grand Prix Photo