Sono passati quasi 20 anni da quel 16 agosto 1998. Allora non esisteva la pausa estiva (anche se c’erano solo 16 GP), l’Hungaroring era lungo meno di 4 chilometri e in calendario solo da una dozzina d’anni. Era la prima stagione delle gomme scanalate e delle carreggiate strette per la F1, la quinta nell’era dei rifornimenti in gara che condizionavano pesantemente le strategie. Quello del 16 agosto fu uno dei più bei successi di Michael Schumacher con la Scuderia Ferrari, bello perché apparentemente impossibile: un capolavoro di abilità, coordinamento e concentrazione, la concentrazione necessaria per passare, dopo 43 giri, da due a tre pitstop e guidare in modo da accumulare il vantaggio necessario a tornare fuori ancora al comando. Il tutto nel traffico del circuito ungherese.
Facciamo un salto di vent’anni: le F1 sono tornate a essere belle larghe, i rifornimenti sono spariti, il rettilineo box dell’Hungaroring è più lungo e, dopo il GP e due giorni di test martedì 31 luglio e mercoledì 1 agosto, le squadre si prenderanno una meritata pausa, a partire dal fine settimana successivo. Gli addetti al montaggio non si sono mai fermati dopo la Germania, raggiungendo direttamente Budapest. Il grosso della squadra corse arriva proprio oggi, mercoledì. E’ stato un periodo impegnativo per tutti e non solo per il lavoro. Quanto alla gara, il tracciato ungherese è lento (la media oraria della pole 2017 di Vettel è stata più di 206 kmh) e non agevola i sorpassi. Le gomme a disposizione saranno ancora medium, soft e ultrasoft. Il meteo riserva qualche incertezza per qualifiche e gara.
Redazione MotoriNoLimits