La Formula 1 approda in Nord America per il GP di Miami, il primo dei tre stagionali negli USA, anche se gli altri due (Austin e Las Vegas) andranno in scena in autunno. Un’abbuffata che sazia il pubblico statunitense che invece dal 2008 al 2011 non si poté gustare nemmeno un GP in patria. Il circuito è realizzato nel complesso dell’Hard Rock Stadium, casa dei Miami Dolphins, franchigia di football americano ed è costituto da 19 curve con parecchie variazioni altimetriche.
Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti di Formula 1, il Miami International Autodrome da 5,412 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché delle 8 frenate soltanto 3 sono della categoria High e sono peraltro lontane l’una dall’altra. In un giro i piloti di F1 usano i freni per meno di 14 secondi e mezzo e appena 4 frenate richiedono più di 65 metri. La curva più dura del Miami International Autodrome per l’impianto frenante è la 17 complice un crollo delle velocità delle monoposto da 319 km/h a 76 km/h in 2,81 secondi durante i quali percorrono 121 metri. I piloti sono soggetti a 4,6 g di decelerazione massima ed esercitano 169 kg di carico sul pedale del freno. La potenza frenante è invece di 2.462 kW.
Il GP di Miami 2023 è stato a suo modo storico per quanto accaduto nella giornata di sabato: Sergio Perez riuscì infatti a ottenere la pole con 361 millesimi di vantaggio su Fernando Alonso e 508 millesimi su Carlos Sainz. Per il pilota messicano fu la terza e ultima pole in F1, nonché l’ultima ottenuta da un pilota Red Bull diverso da Max Verstappen. Quel giorno l’olandese abortì il primo tentativo dopo un errore e non poté riprovarci per la conclusione anticipata della sessione a seguito di un’uscita di pista.
Sergio Perez esordì in Formula 1 nel 2011 con la Sauber motorizzata Ferrari. Quell’anno si mise in luce con il 7° posto nel GP Gran Bretagna e l’8° nel GP Giappone che aiutarono il team svizzero a giungere 7° nella classifica a squadre, mettendosi dietro 5 formazioni. Merito anche della Sauber C10 che utilizzava pinze a sei pistoncini e dischi in carbonio, entrambi realizzati da Brembo. Rispetto all’anno precedente, l’incessante lavoro di ricerca permise una riduzione del peso della pinza a soli 1,6 kg e del disco a 1,4 kg, pur con un aumento della rigidezza.
Il peso degli impianti frenanti non è sempre calato dal debutto di Sergio Perez, complici le modifiche regolamentari. Quando nel 2022 i cerchi delle monoposto passarono da 13 a 18 pollici aumentò anche il diametro dei dischi e pure le dimensioni delle pinze, per fronteggiare l’incremento di 46 kg del peso minimo delle auto. In quell’occasione l’impianto frenante crebbe di 3 kg, ma già l’anno dopo tornò a diminuire: 350 grammi di calo grazie agli studi di Brembo, tradottisi nell’eliminazione di materiale nelle zone meno fragili.