Dall’Olanda la Formula 1 è arrivata a Monza per il GP d’Italia: quindicesima prova (quattordicesima con l’annullamento di Imola) del Mondiale, ultimo appuntamento europeo. Pista velocissima dove il carico aerodinamico è decisamente meno importante con le gomme molto sollecitate. La stabilità in frenata e la trazione in uscita dalle due chicane sono i fattori che mettono più a dura prova le gomme su questo tracciato, anche se non bisogna sottovalutare i carichi laterali esercitati nelle curve veloci, come la Parabolica intitolata a Michele Alboreto e la Grande. Pirelli ha optato per le tre mescole più morbide: PZero White Hard C3, PZero Yellow Medium C4 e PZero Red Soft C5
L’anno scorso le prime dieci vetture hanno adottato otto strategie diverse e per questo potremo aspettarci di tutto. Unica eccezione la competitività di Max Verstappen che è lanciato verso la decima vittoria stagionale, che significherebbe il nuovo record assoluto della massima categoria. Dopo l’Ungheria, Monza sarà teatro del secondo test col nuovo format di qualifica “Alternative Tyre Allocation” dove i piloti avranno la mescola obbligatoria per ciascuna sessione: nella Q1 le hard, nella Q2 le medie, quindi nella Q3 le soft. Trovo corretto fare questo esperimento in vista di possibili cambiamenti per il futuro che già in Ungheria ci ha regalato un bello spettacolo. Sarà interessante vederlo su un circuito con caratteristiche decisamente diverse.
Se a Zandvoor abbiamo rivisto Fernando Alonso con l’Aston Martin tornare sul podio alle spalle del leader del mondiale, sarà interessante vedere cosa succede a Monza. Fino ad oggi, alle spalle di Max Verstappen, è mancata la continuità. Abbiamo assistito a una bella alternanza tra Aston Martin, Mercedes e Ferrari. Ferrari che deve cercare di riprendersi dopo il fine settimana olandese poco competitivo, salvato in parte solamente dal quinto posto di Sainz. Troppo poco.
Gian Carlo Minardi