Ultimo appuntamento stagionale per la F1 in Europa anche se dopo il GP d’Italia sono in programma ancora 8 round, equamente ripartiti tra l’Asia e le Americhe. Secondo i tecnici Brembo, l’Autodromo Nazionale Monza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato il valore massimo. La necessità di raggiungere le maggiori velocità possibili nei lunghi rettilinei induce i team a ridurre al minimo il carico aerodinamico. Quando però raggiungono le tre Varianti i piloti si trovano ad affrontare staccate molto violente, per le quali è fondamentale un buon bilanciamento tra frenata anteriore e posteriore.
Monza è tradizionalmente un feudo Ferrari, come dimostrano le 19 vittorie delle Rosse, anche se dal 2007 la scuderia di Maranello si è imposta solo due volte, nel 2010 e nel 2019. Dodici di questi trionfi sono stati ottenuti con i freni Brembo, a partire da quello del 1975 ad opera di Clay Regazzoni. Lo svizzero guidava la 312T, la prima monoposto di Formula 1 dotata di almeno un componente frenante Brembo: da pochi mesi la Ferrari utilizzava i dischi in ghisa realizzati da Brembo. Al volante della vettura gemella c’era Niki Lauda che con il 3° posto in quel GP divenne aritmeticamente campione del mondo. Fu il primo di oltre 600 titoli iridati vinti da piloti di auto e moto con i freni Brembo.
L’Autodromo Nazionale Monza è la pista del Mondiale in cui i piloti utilizzano i freni per meno tempo, neanche 9 secondi in un giro intero. Di tutte gli altri circuiti solo Barcellona e Montreal restano sotto quota 10 secondi mentre a Singapore si sfiorano i 23 secondi e mezzo. Un’altra peculiarità del GP Italia è il superamento in 4 diversi punti dei 310 km/h prima di rendersi necessario un uso intenso degli impianti frenanti, con applicazioni di carichi sul pedale dai 145 kg a oltre 160 kg. Dalla partenza alla bandiera a scacchi a Monza ogni pilota esercita un carico complessivo sul pedale del freno di 45 tonnellate e mezza, superiore ai valori dei GP Belgio e GP Gran Bretagna. Delle 6 frenate del GP Italia 4 sono considerate impegnative per i freni e 2 sono di media difficoltà. La frenata più impegnativa è la prima dopo la partenza: le monoposto vi arrivano a 334 km/h e scendono a 89 km/h in soli 122 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 2,57 secondi esercitando un carico di 161 kg sul pedale del freno ed affrontando una decelerazione di 5,2 g.