Come era facilmente intuibile, in Austria la Red Bull e Max Verstappen hanno fatto incetta di punti con pole, vittoria nella sprint race e nel GP marchiando anche il giro più veloce (strappandolo a Sergio Perez) con un pit stop all’ultimo giro montando le soft. Con questa mossa, un po’ arrogante considerando anche che il team era contrario, l’olandese ha voluto dare uno schiaffo morale sia al compagno di squadra sia alla Ferrari.
Ferrari che ha mostrato un miglioramento, specie nei confronti dei diretti avversari della Mercedes e Aston Martin (non perfettamente a loro agio in Austria). Sia Leclerc che Sainz sono stati protagonisti di una bella gara e di un fine settimana consistente, in particolare lo spagnolo che ha lottato con Perez provando a bissare il risultato conquistato il sabato. Peccato per la penalità di 5” per il superamento dei track limits proprio mentre era alle spalle del compagno. Diversamente avrebbe potuto conservare il terzo posto.
Leclerc ottimo secondo (pagando però una media di 4 decimi al giro da Verstappen), anche se resta la “macchia” della sprint race, conclusa solo al 12° posto. La Ferrari deve lavorare proprio sotto questo aspetto: la costanza per evitare di incappare nuovamente nei problemi di sabato con pista fredda. Devono correre per diventare la seconda forza del Mondiale. E’ inutile e illusorio pensare ad altro.
Sergio Perez ha conquistato la terza posizione, ma non sta attraversando un momento non facile. Tra lui e Verstappen c’è un abisso, anche se qui può avere la scusante di una forma fisica non perfetta. Si è rivista la McLaren con Lando Norris che aveva a disposizione una vettura con numerose novità, diversamente da Piastri con vettura tradizionale. Un quarto posto di buon auspicio per il futuro prossimo. Silverstone sarà un test importante anche per loro.
Prima di salutarci vorrei fare una riflessione sula regola dei track limits. Forse è arrivato il momento di pensare che non tutte le regole vanno bene su tutti i circuiti. E’ veramente uno scandalo assegnare tutte queste penalità in un solo fine settimana. Bisogna ripensarla, soprattutto in ottica delle numerose penalizzazioni comminate cinque ore dopo la bandiera a scacchi a seguito del reclamo presentato dall’Aston Martin che hanno successivamente coinvolto Carlos Sainz, Lewis Hamilton, Pierre Gasly, Alexander Albon, Esteban Ocon (addirittura 30s), Logan Sargeant, Nyck de Vries (15”) e Yuki Tsunoda.
Gian Carlo Minardi