Chi ha controllato i social ieri mattina, come chi scrive, si sarà accorto con stupore che era apparso il profilo ufficiale di Sebastian Vettel su Instagram.Cosa molto strana per il pilota meno social della F1 moderna, considerando che persino per le sue battaglie ecologiste e sociali aveva sempre preferito usare il suo casco rispetto alle app per lanciare messaggi. Doveva per forza esserci qualcosa di grosso e infatti Seb ha annunciato il suo ritiro. In punta di piedi. Con calma e la classe del ragazzo della porta accanto che l’ha sempre contraddistinto.
Era nell’aria. Troppo intelligente l’uomo, e il pilota, per continuare a rimanere in un mondo che non gli metteva più a disposizione gli strumenti per riuscire a lottare per le prime posizioni. A che pro rimanere nelle posizioni di rincalzo? Meglio salutare e farsi rimpiangere quando ancora la stella è pulsante che trascinare la carriera in lungo e in largo e sperare in una o due domeniche da protagonista all’anno. La vita è fatta anche di altro. La famiglia, che ha sempre protetto. Auto storiche. Impegni sociali. Poi non è detto che non lo rivedremo in qualche altra categoria. Anche se l’uomo Seb è difficile da decifrare in questo momento.
Quattro volte campione del mondo. Quattro Mondiali meritati. Con buona pace di chi lo screditò e lo scredita ancora oggi di aver vinto solo perché aveva la macchina più forte. Hamilton e Alonso compresi. Come se loro avessero vinto con dei catorci. Solita storiella della volpe e l’uva, trita e ritrita. Che noia. Nell’epoca moderna solo due piloti hanno vinto un Mondiale con auto inferiori. Uno è Prost nel 1986 e l’altro è Rosberg nel 1982. Se non hai il supporto di una monoposto e un team top non vinci un Mondiale. Qualche tappa, ma il mondiale no. Figuriamoci quattro! E Seb è stato grande a sfruttare il connubio con la Red Bull e Adrian Newey. Regalandoci anni di guida sul filo del rasoio spettacolari. Che cosa doveva fare?
Poteva ottenere qualcosa di più con la Rossa? Forse. Ma gli anni di Vettel in rosso non sono stati accompagnati da un reparto tecnico e dirigenziale all’altezza delle aspettative. Inutile che ci giriamo attorno. A proposito della Ferrari, Vettel è l’unico pilota della storia ad aver vinto un GP con una monoposto spinta da motore Ferrari che non fosse la Ferrari stessa. Quel GP di Monza 2008 resterà per sempre nella storia. La prima vittoria con la Toro Rosso, nata da pochi anni dalle ceneri della Minardi. Per chi scrive, la più bella di Vettel.
Seb ha fatto anche qualche bastardata in pista, non è stato sempre un angelo dai capelli biondi, ma se vuoi vincere dei Mondiali le opere caritatevoli non sono il tuo mestiere. Infatti, ora che la sua mente è molto occupata anche dal sociale, ha smesso. Di lui ci ricorderemo come del pilota dai mille caschi diversi, senza ricordarcene veramente uno, amando poi il design classico, semplice e pulito che ha indossato da quando ha lasciato l’ambiente taurino.
Grazie Seb. Campione vero. E chi non lo riconosce o è in malafede oppure con la F1 ha poco a che fare.
Riccardo Turcato