Le Mans 2022, un’edizione di transizione verso il futuro della categoria pronta a riabbracciare Peugeot, BMW, Ferrari, Porsche. Ma anche Alpine, Acura e Lamborghini. Mentre assistiamo alle prime ore in pista della classica di durata francese ci vengono in mente alcuni pensieri. Il primo. Passano gli anni ma a Le Mans la posizione delle telecamere non cambia mai. Siamo messi come 20 anni fa e appena cala notte ci sono i soliti on board, le immagini dai box e qualche telecamera lungo il tracciato.
Sia chiaro non che non ci piaccia vedere i meccanici ai box che spesso ci regalano scene epiche di riparazione delle vetture. Ma con la tecnologia che avanza, con il tempo a disposizione e alcune zone che hanno subito lavori di rifacimento di vie di fuga e barriere, non si poteva pensare di mettere qualche telecamera in più? Veramente resta un mistero. Come un mistero resta la lentezza della regia di far capire in alcuni casi dove sia la zona di bandiere gialle o slow zone. Interminabili secondi e secondi senza capire cosa stia succedendo e dove. Altro pensiero. Noi siamo appassionati e quindi ci godiamo tutti i momenti. Ma l’aver levato la possibilità di fare il tempo di qualifica la sera con la scusa di rendere tutto più televisivo al giovedì tardo pomeriggio, rende piatte le sessioni notturne, senza pathos e magari anche poco interessanti per chi non è un fan hardcore della categoria. Forse anche in questi aspetti, specialmente quello televisivo, ACO e FIA dovrebbero ragionare.
Riccardo Turcato