L’ex-boss Pirelli Paul Hembery boccia il programma della F1 di correre nonostante la crisi coronavirus. Con il supporto della F1 e ora in coordinamento con il governo austriaco, la Red Bull sta spingendo per organizzare due weekend di gara consecutivi anche se a porte chiuse al Red Bull Ring. Piano simile per Silverstone, con il CEO della F1 Chase Carey che continua a ripetere che l’obiettivo finale è organizzare tra 15 e 18 GP nel 2020. Ma secondo Hembery la cosa sarebbe un pericolo oltre che una scelta irresponsabile: “L’Europa è in lockdown, quindi qualunque idea di correre a luglio sarebbe avventata viste le incertezze. L’unica dichiarazione da parte della F1 dovrebbe essere quella di cancellare la stagione e lavalrare su un vero piano B. E’ una questione di soldi e sopravvivenza, come per qualunque business. La F1 non è immune“.
Il giornalista Christiam Sylt, esperto di business legato alla F1, è pessimista sul futuro, e ha detto che gare senza spettatori vedranno crollare i profitti dello sport. Un altro grosso problema è che la crisi è esplosa prima che i dieci team firmassero il Patto della Concordia 2021: “Adesso c’è il rischio che i Costruttori di auto possano ritirarsi dallo sport per risparmiare soldi“, continua Hembery. “Il loro contratto con la F1 scadrebbe quindi, con i loro capi che cercano di risparmiare 300 milioni, potrebbero dire ‘usciamo dalla F1””. Come Hembery, anche l’ex-pilota della F1 Timo Glock ha sottolineato la questione morale del ritorno alle corse e allo sport durante la pandemia: “Non sta a me giudicare se quello che sta succedendo sia moralmente giustificabile, come se DTM e F1 dovessero tornare presto a correre“, ha detto a Sport Week.
Redazione MotoriNoLimits