Molte, negli anni, le soluzioni che hanno fatto progredire tecnologicamente la F1. Un passo notevole verso il futuro fu fatto nel 1989 con il cambio al volante che fu introdotto John Barnard con la Ferrari 640. L’idea di John era quella di di selezionare le marce idraulicamente con valvole azionate da un dispositivo elettronico al posto dei tradizionali collegamenti meccanici. Questo ovviamente per velocizzare la cambiata e per eliminare la leva del cambio che prima di questa invenzione partiva dall’abitacolo, attraversava il serbatoio del carburante e arrivava alla zona del cambio.
In prima battuta Barnard aveva pensato a due semplici bottoni sul volante. Premendo quello a sinistra si scalava marcia. Premendo quello a destra si aumentava la marcia. il gesto però non era così automatico come poteva sembrare sulla carta. A venire in aiuto di John ci fu Piero Lardi Ferrari, figlio di Enzo, che consigliò di usare delle leve dietro al voltante. Piero aveva visto queste leve nei go-kart e consigliò quindi il loro utilizzo per il nuovo cambio. Ergonomicamente erano migliori dei bottoni, con il pilota che poteva tirarle verso di sé con un semplice click e con un movimento della mano dal volante pressoché inesistente.
L’idea di Piero è stata semplice, intuitiva ma essenziale per lo sviluppo del meccanismo elettro-attuato. Oggi, 30 anni dopo, quando guardate un moderno volante di F1 pensate al nome di Piero Ferrari. La storia spesso nasconde pagine che vale la pena rispolverare. Chissà forse anche per questo motivo il Drake diede la sua benedizione a tale dispositivo nonostante molti dubbi di tanti tecnici in seno al team… Villadelprat ricorda che la vettura ultimata fu fatta vedere a Ferrari poco prima della sua morte. Portato in officina in seduta privata, Enzo si commosse perché, dopo alcuni anni difficili, finalmente aveva davanti ai suoi occhi una Ferrari realizzata a regola d’arte con gli accorgimenti tecnici e aerodinamici più avanzati. Tanta fu la commozione, con il Commendatore che continuava ad accarezzare la vettura dicendo “Bella, bella…“.
Riccardo Turcato