A ogni 24 Ore di Le Mans corrisponde un poster della gara. È cosi dal 1924. Nel primo poster ci sono tre vetture lanciate nella notte con un gufo che guarda la pista: Grand Prix d’Endurance de 24 Heures, viene riportato. Dipinti, artwork o foto si sono alternati da allora in tutti questi anni. Ma ci sono due poster che non si sono mai visti e che l’organizzazione ha deciso di ritirare dalla stampa e dalla scena.
Siamo nel 2000 e l’artista Yahn Janou concepisce due idee ritenute troppo cruente. Nella prima immagine vista frontalmente si vede un pilota che a piedi si allontana dall’auto in fiamme (la sagoma è quella dell’Audi R8). Nella seconda, invece, vista posteriormente, si vede un pilota che spinge la vettura. E’ proprio questa seconda immagine che ha convinto l’organizzazione a non pubblicare i poster in quanto, questa scena, ricordava troppo il dramma del nostro pilota Ignazio Giunti che, nel 1971, durante la 1000 km di Buenos Aires, mentre spingeva la sua vettura verso i box, venne travolto e ucciso da Beltoise. “Niente è scontato… Tutto può succedere… La leggenda si scrive sotto i vostri occhi” c’era scritto nei due poster. Leggenda che si è ricordata di uno dei suoi ragazzi e si è messa una mano sul cuore, ha preso una decisione più che giusta, anche se questo portò alla frenesia di dover preparare un nuovo poster in fretta e furia a pochi giorni dalla gara.
Riccardo Turcato
“Sono lunghe 24 ore. Centinaia di minuti nel corso dei quali tutto può succedere: un cedimento, un guasto, un incidente o anche il colpo di scena, non mancano le occasioni di avere un continuo interesse nella corsa. E’ la legge della 24 Ore, da quasi 80 anni. E’ lei che consegna il suo premio alla vittoria e la rende indimenticabile. E’ lei che fa di questa prova la corsa più bella del mondo: quella che sognano tutti i piloti“