Si era notata la sua assenza nel paddock di Suzuka, ma domenica il gran capo McLaren Ron Dennis è arrivato per assistere al GP del Giappone e si è subito dato da fare per cercare di fare chiarezza sul futuro dei piloti. Dopo le difficoltà del team, le presunte questioni economiche relative a Jenson Button e la frustrazione che Fernando Alonso non nasconde più (pure via radio in gara), secondo molti la squadra di Woking motorizzata Honda potrebbe perdere entrambi i piloti nel 2016.
Nella gara di casa del Costruttore, dove il rispetto è la regola numero 1 della tradizione nipponica e davanti alla dirigenza della Honda Motor Co al gran completo, Alonso ha sbeffeggiato la power unit definendola un “GP2 engine” e chiudendo la comunicazione con un verso che diceva tutto sul disgusto. Ma alle domande sul futuro nel dopo-gara ha risposto: “Non so. La mia intenzione è restare e vinceremo insieme, ne sono certo“. Forse ancora più frustrato Button, che ha fine gara ha detto di sentirsi come un “Samurai senza la sua spada“.
Vista la situazione già a inizio weekend, a Ron Dennis non è rimasto che presentarsi a Suzuka nonostante un’influenza. Il boss ha ammesso che probabilmente è il “punto più basso” che ricordi nella storia dell’impero di Woking ma che ha anche delle buone notizie. “Jenson ha un contratto biennale e Fernando triennale. Tutto qui“.
Il pilota inglese avrebbe un’opzione per rompere il contratto il 30 settembre “ma ho detto a Jenson che non ho intenzione di esercitarla”, ha detto Dennis. “Forse avrei dovuto dirglielo prima ma penso gli abbia fatto piacere sentirselo dire. Il contratto è integro e continua senza modifiche. Cos’altro volete sapere? Sì, resterà. La prossima settimana annunceremo un nuovo sponsor e ce ne sono altri in arrivo“.
Per quanto riguarda Alonso e le offese pubbliche alla Honda, Dennis ha detto che “Non è stato particolarmente costruttivo, specie coi vertici Honda Motor Co presenti in pista. E’ una persona completamente diversa dal 2007, ma esprime la sua frustrazione in modi diversi. Non sono troppo arrabbiato, se è questo che volete sapere. E’ imbarazante ma non voglio parlarne oltre. Forse l’ha fatto per essere certo che il messaggio fosse sentito da tutti. Non trascuro il gesto, ma risolverò la cosa a porte chiuse“.
Lo stesso team non si nasconde più. Il comunicato arrivato dopo la gara ha un titolo che dice tutto e anche di più: “We did our best, but our best isn’t good enough at the moment“. E il commento di Yasuhisa Arai, Honda R&D senior managing officer – chief officer of motorsport, sembra una presa in giro: “Through rain and sunshine, our fans gave us the support we needed throughout the three days of the grand prix weekend. We hope that we’ll be able to give back to them soon, by fighting every step of the way to improve in the remaining races of the season and development for next year. I cannot say thank you enough for everyone’s support.”
A piloti, squadra e appassionati (le tribune erano pienissime, anche di tifosi Honda, veri o presunti, cui la Casa ha regalato migliaia di biglietti…) e belle parole non interessano più. E vorrebbero rivedere una McLaren con un motore vero e non da GP2 (evviva Alonso che ha avuto la faccia di dirlo!). Arriverà il giorno in cui forse la Honda sovrasterà tutti, ma il presente è questo e la realtà è un Costruttore che ha avuto l’arroganza di pensare di poter fare tutto da solo, senza appoggiarsi ad aziende specializzate in altre componenti della power unit (come per esempio fa la Ferrari con Magneti Marelli). Il risultato è un’umiliazione che nell’antica cultura giapponese prevedeva un solo gesto, il harakiri. Per loro fortuna siamo nel 2015… ma non possono pretendere che, seppur pagato, un due volte Campione del Mondo faccia la figura dell’idiota, si giochi una carriera e taccia solo perché prende fior di milioni per un contratto triennale. Questione di dignità. Parola a molti ignota, ma non ad Alonso e chi lo conosce bene lo sa.
Ah, per inciso, Ron Dennis le avrà anche dette queste cose sul futuro certo dei piloti, ma un comunicato ufficiale non è ancora arrivato. E poi sappiamo bene quanto valore abbiamo i contratti: grzie alle mille clausole, biennali o triennali che siano si possono sempre rompere.
Barbara Premoli