L’aveva promesso ai microfoni di Sky: voleva la pole e quella vittoria che gli mancava dal GP del Brasile 2014 e oggi ha completato l’opera, vincendo davanti a 90mila spettatori al Montmelò (200mila in tutto il weekend… numeri – veri – che dovrebbero far riflettere nel nostro Paese…). Con quella odierna, la prima del 2015, salgono a 9 le vittorie in carriera di Nico Rosberg che con Lewis Hamilton (al 75° podio) ha regalato alla Mercedes un’altra doppietta dominante, la 14°, visto che Sebastian Vettel è salito sì sul podio ma staccato di 40 secondi…
Il tedesco è scattato in testa dalla pole e non è mai stato a rischio durante i 66 giri della gara, passando sotto la bandiera a scacchi 17.5 secondi prima del compagno di squadra, che ha preceduto il ferrarista di 27.7. Un podio non si butta mai via, ovvio, ma il risultato odierno non ha soddisfatto il team principal Maurizio Arrivabene, ormai noto per la sua schiettezza: “Non è stata una buona gara, siamo onesti, anche se abbiamo fatto un podio, un altro podio, però, il distacco è grande e, quindi, ci vuole ancora molta umiltà e andare avanti. Il nuovo pacchetto di aggiornamenti ha molte possibilità di sviluppo, per cui c’è ancora molto da fare, ma oggi no, non sono contento“.
Con la vittoria di oggi Rosberg si avvicina al leader del campionato Hamilton a 20 punti, con Vettel a 31. Un risultato che sottolinea quanto visto nelle prove e in qualifica, con la Mercedes che resta su un altro pianeta su un circuito in cui il suo vantaggio in termini di aerodinamica le ha dato un vantaggio persino superiore rispetto ai primi quattro GP. Come da tradizione, per il nono anno consecutivo chi è partito in pole ha vinto, controllando semplicemente la gara. Al via, Hamilton ha perso una posizione, passato da Vettel, e dopo aver lottato invano per cercare di
avvicinarsi alla Ferrari, il team l’ha richiamato ai box. Ma un problema alla posteriore sinistra gli ha fatto perdere 3 secondi e quando Vettel si è fermato al giro successivo è uscito tranquillamente davanti all’inglese. Divertente il siparietto via radio, con un Hamilton secco che ha detto ai suoi: “Posso assicurarvi che è impossibile passarlo, trovate un’altra soluzione“.
Quando l’inglese si è fermato la seconda volta, montando le hard dopo due stint sulle medie, è stato chiaro che fosse passato sulla strategia a tre soste. Vettel è invece rimasto fuori e quando si è fermato a 26 giri dalla fine è uscito alle spalle di Hamilton, che nel frattempo aveva spinto al massimo per costruire un vantaggio in vista dell’ultima sosta. Mossa che ha funzionato con Lewis che nell’ultimo passaggio ai box, dove ha montato le medie, è uscito con un buon gap su Vettel. Sulla mescola nuova e più
veloce, ha inanellato una serie di giri veloci ma il divario nei confronti di Rosberg era troppo grande per poter pensare di raggiungerlo.
Ottimo quarto Valtteri Bottas con la Williams, davanti alla SF15-T di Kimi Raikkonen e alla seconda Williams di Felipe Massa. Ancora punti per la Red Bull di Daniel Ricciardo, 7° anche se doppiato di un giro, davanti alla Lotus di Romain Grosjean, a punti per la terza gara consecutiva nonostante un problema al cambio e un lungo ai box, nel quale ha investito un coraggiosissimo meccanico che è rimasto lì vedendosi arrivare addosso una macchina a 70 km/h, fortunatamente senza conseguenze gravi.
Nona la Toro Rosso di Carlos Sainz, dopo un ruota a ruota (dopo aver sentito i piloti i commissari FIA hanno concluso che si tratta di un incidente di gara e quindi non ci saranno sanzioni) e il sorpasso sulla Red Bull di Daniil Kvyat nell’ultimo giro, col russo a chiudere la zona punti.
Appena fuori dalla zona punti Max Verstappen con la seconda Toro Rosso, davanti alla Sauber di Felipe Nasr, il cui compagno di squadra Marcus Ericsson ha chiuso 14°. Una giornata no, quindi, per la Toro Rosso, che al via occupava la terza fila. E peggio ancora per la Force India, che dovrebbe avere una versione-B della monoposto in Austria, con Sergio Perez 13° e Nico Hulkenberg 15°.
Ancora niente punti per la McLaren, con Jenson Button – alla presenza numero 100 con il team di Woking – 16° e Fernando Alonso costretto al ritiro per problemi ai freni, dopo essere arrivato fino alla 7° posizione che lasciava ben sperare. Ma la palma della sfortuna spetta, anche in Spagna, a Pastor Maldonado, arrivato fino al 7° posto e costretto al ritiro dopo aver corso per quasi tutta la gara con l’alettone rotto (a causa di un contatto al via proprio con il compagno di squadra Grosjean). Com’è lontana la vittoria del 2012… A chiudere il gruppo le due Manor di Will Stevens, 17° a 3 giri, e Roberto Merhi 18°, a 4 giri dal leader.
Cosa resterà di questa 45° edizione del GP di Spagna? Il weekend perfetto di Nico Rosberg, senza dubbio, ed è un bene per lui e per noi, perché lo spettacolo si rianima. Lewis Hamilton “ingrugnito”? Beh, sicuramente non felice al 100%, perché uno come lui vuol sempre vincere, ma l’ha detto nel dopo-gara: “Non vedo l’ora di correre a Monaco. Ho la possibilità di correggere le cose“.
E state tranquilli: è subito scoppiata la querelle sugli occhiali neri sul podio (doveva toglierli durante l’inno… segno di maleducazione e mancato rispetto, si è detto… non sono mica un cappello!) ma a uno come lui non servono per nascondersi (anche perché è arrivato 2°, non 18°…), solo per far felice lo sponsor. Tutto calcolato in questa Formula 1 ipertecnologica dove spuntano tecnici (non quelli veri in pista ma quelli da bar che danno
lezioni di vita agli uomini ai muretti e chissà perché, se sono tanto esperti, sono a commentare il GP davanti alla TV e non lavorano in F1…) a ogni pié sospinto, dove a un flap nuovo si urla alla meraviglia e dove ti manca mezzo alettone e viaggi lo stesso a palla come se niente fosse…
Barbara Premoli
Spainrace provisional classification