“Oggi il podio lo faccio sicuro e magari qualcosa in più”. Sono state queste le ultime parole di Daniel Ricciardo prima di salire in macchina e non si può dire non abbia mantenuto la promessa.
L’australiano ha infatti conquistato anche Spa, dopo Canada e Ungheria (e sarebbero quattro considerando Melbourne…), salendo per la seconda gara consecutiva sul gradino più alto, davanti a Nico Rosberg e alla Williams di Vallteri Bottas, al quarto podio in cinque GP e sempre più una conferma, a soli 24 anni.
Ma questo GP del Belgio resterà segnato in negativo dal contatto al secondo giro tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Un gesto assurdo e che, almeno dalle prime dichiarazioni di Niki Lauda (“Sì, ha assolutamente ragione, specialmente al secondo giro. Fosse stato all’ultimo giro avremmo potuto discutere, ma al secondo giro no. Lewis è calmo, ma non capisce più la situazione. La pensa allo stesso modo in cui la penso io. Prima di tutto dobbiamo fare un incontro con i piloti e Toto, parlare con loro, mettere insieme tutte le informazioni e capire cosa succede. È stato un incidente ma è stata colpa di Nico, perché Nico era dietro. Lewis era davanti ed era il secondo giro, per me è chiaro”) e Toto Wolff (“È una gara inaccettabile. Non è il modo in cui si può continuare, succederà molto in Mercedes”) avrà delle ripercussioni. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la stupidità di Rosberg ha danneggiato non solo la gara di Hamilton, ma soprattutto l’immagine della Mercedes. E a quanto pare il fatto che Rosberg abbia allungato in Campionato, portandosi a 29 lunghezze sul compagno di squadra, non basta.
Davvero super la gara di Kimi Raikkonen, 4°, miglior risultato stagionale, che ha dovuto cedere al connazionale Bottas a 4 giri dalla fine, con le gomme finite ma gestite alla grande, una delle sue doti da sempre. Quinto, dopo un’emozionante battaglia nell’ultima decima di km, Sebastian Vettel, che è riuscito a mettersi dietro le McLaren di Kevin Magnussen e Jenson Button e la Ferrari di Fernando Alonso, 8°.
Grande peso anche in Belgio hanno avuto le strategie, con Rosberg che si è fermato per la terza sosta a 10 giri dalla fine, togliendo pressione a Ricciardo e scivolando in 4° posizione alle spalle di Raikkonen e Bottas. Sfruttando le mescole nuove, il pilota della Mercedes ha guadagnato rapidamente la 3° posizione, passando Bottas alla Blanchimont e poi Raikkonen sul rettilineo del Kemmel. Alla fine ha dovuto arrendersi per una manciata di secondi. Ma diciamocelo: non l’avrebbe meritata la vittoria! Anzi, a dirla tutta, nemmeno questo secondo posto…
Strategia du tre soste anche per Vettel, che ha comunque pagato in termini di punti e soddisfazione, anche se 52 secondi da Ricciardo pesano come un macigno sulle spalle del Campione in carica.
Tanti duelli alla fine ma solo 8° posto per Alonso – sulla cui gara hanno influito anche i 5 secondi di stop&go perché i meccanici Ferrari si sono attardati oltre il consentito sulla griglia prima del giro di ricognizione (un errore da principianti che Caterham o Marussia possono permettersi ma la Ferrari no). A chiudere la zona punti la Force India di Sergio Perez e la Toro Rosso di Daniil Kvyat, che è riuscito a resistere agli attacchi della seconda Force India di Nico Hulkenberg. E gara opaca (ma almeno questa volta ha visto il traguardo) per Felipe Massa, 13°, alle spalle della seconda Toro Rosso di Jean-Eric Vergne.
Un GP non certo noioso, con le conferme di due giovani che ormai non sono più delle meteore ma delle conferme.
Ricciardo e Bottas sono il volto competitivo e pulito e onesto della Formula 1, lavoratori e non montati, normali e non figli del glamour. La gente, gli appassionati li apprezzano per lo spettacolo che regalano in pista e per quello che sono. Si è visto o meglio si è sentito anche oggi a Spa, con i fischi e i buuuuu assordanti per Nico Rosberg, che Eddie Jordan ha inutilmente (ed erroneamente) cercato di azzittire. Se li merita tutti quei fischi e si merita prese di posizione dure da parte del team.
Con un briciolo di cervello (e malizia) sul podio avrebbe potuto cercare di fare un mea culpa (anche se non spontaneo, ma evidentemente non hanno fatto in tempo ad avvisarlo che buttava male…) e invece no, non sa cos’è successo, deve rivedere le immagini. E sappiamo che i piloti di Formula 1 sono speciali proprio perché riescono a memorizzare ogni istante, pur viaggiando a 300 e passa all’ora. Oggi Nico ha dimostrato di non essere all’altezza della Formula 1, non quella degli Uomini e dei Grandi. Sarà anche leader della classifica con i suoi 220 punti, ma i 191 di Hamilton e i 156 di Ricciardo vangono molto di più. Speranza? Che non essendoci purtroppo un Senna o uno Schumi, a rimettere le cose a posto ci pensi Lauda… indipendentemente dal Mondiale in gioco. A fine stagione potrà anche portarlo a casa il Mondiale (Mercedes permettendo…), ma non entrerà nella Storia. Peccato bruciarsi così…
Barbara Premoli