Il GP degli USA, penultimo round del Mondiale, ci ha regalato qualche bella battaglia con Webber, Hamilton e Alonso, ma soprattutto ci ha consegnato una Lotus e un Grosjean in forte crescita.
Escludendo come al solito le due Red Bull, o perlomeno la #1 che ancora una volta ha dimostrato di poter giocare con i suoi avversari, Romain ha provato di poter essere una prima guida per il futuro prossimo, chiudendo a soli 6” dal Campione del Mondo, inserendosi tra le due macchine più competitive del lotto. Merita certamente un 9 in pagella per partenza e gestione gara. Ha provato a infastidire Sebastian Vettel segnando il giro più veloce in gara, poi regolarmente battuto dal “biondino” il giro successivo. Può essere una garanzia per il suo team che in questo finale di stagione ha dimostrato di aver recuperato qualcosa alla Red Bull, nonostante la non felice decisione di sostituire Kimi con Kovalainen. Probabilmente il lavoro svolto da Valsecchi all’interno del team meritava una chance. Peggio di così… anche se nel post gara il finlandese è stato giustificato puntando il dito verso dei problemi tecnici.
Ottimo lavoro per Lewis Hamilton che si è difeso da un Fernando Alonso che, forse, ha spremuto più del dovuto le sue gomme. Una Ferrari in difficoltà per tutto il weekend saluta Austin con il 5° posto dello spagnolo e un Massa disperso. Mi auguro che qualcosa non abbia funzionato, anche se il brasiliano ha sofferto pesantemente per tutto il fine settimana. Nonostante una gara strepitosa di Nando, in cui ha lottato con il coltello tra i denti, 29 secondi dal vincitore restano tanti, troppi. Fernando ha cercato di limitare i danni nei confronti di una Mercedes che ha portato entrambe le vetture in zona punti. La sfida finale per il secondo posto tra i Costruttori si sposta così in Brasile, a casa di Felipe, tra soli 7 giorni. Certamente non potranno dormire sonni sereni anche in vista dell’ottimo stato di saluto della Lotus, subito alle spalle del Cavallino.
Ancora una bella prestazione da parte del neo-silurato Sergio Perez che ha dimostrato che non doveva essere lui a essere scaricato. Ha solo 22 anni ed è in netta crescita. Anche in ottica 2015 (McLaren-Honda) forse andavano fatte scelte diverse. Abbiamo un Jenson Button – a fatica ha portato a casa un punto – che mi sembra sulla via del tramonto.
Ancora punti per Nico Hulkenberg e la sua Sauber che avrebbe meritato di conquistare la top 10 anche con Gutierrez. Peccato per la penalità ottenuta in qualifica. Mi ha sorpreso Bottas. In casa Williams hanno fatto scelte retroattive rispolverando soluzioni targate 2012 che hanno ripagato. Valtteri si sta confermando pilota da F1.