Il GP di Corea, che si corre su un tracciato molto bello, è stato segnato dall’inesperienza dei commissari che si confrontano con competizioni di alto livello solo una volta l’anno. Questi episodi non vanno certamente a favore della Formula 1. Gli organizzatori dovranno porre rimedio, attingendo dai Paesi vicini e con una maggiore esperienza dei commissari sportivi da affiancare ai locali
Detto questo è stata una corsa segnata fin dalle prove libere da un nuovo strapotere Red Bull. Per lo spettacolo speriamo che i regolamenti 2014 (legati principalmente alla motoristica più che alla componente aerodinamica) possano interrompere questo dominio a senso unico. Ogni volta assistiamo a due corse: Sebastian Vettel che lotta contro se stesso e l’affidabilità, e quella tra tutti gli altri che sono in grado di regalarci belle e spettacolari lotte. Rispetto a Singapore abbiamo assistito a un potenziale meno incisivo, anche se Seb ha dimostrato una superiorità importante soprattutto al via e nelle ripartenze. Sinceramente non mi sono piaciuto le parole di Helmut Marko quando ha dichiarato che “sono tutte stupide le cose che vengono dette nei nostri confronti”. Con quello che ho scritto nei giorni successivi a Singapore, non era mia intenzione puntare il dito contro di loro, ma semplicemente mettere l’accento su un sistema che gli altri non sono in grado di ricreare e mettere in pratica. Non ho mai accennato a qualche sistema illegale. Non essendo un ingegnere ho parlato semplicemente di un “rumore simile a quello riprodotto dal TC”. Ho voluto raccontare (da appassionato e spettatore) quello che avevo visto. Ora tutti parlano di quanto emerso e del diverso comportamento tra le due Red Bull, ma nei 13 GP precedenti nessuno aveva affrontato la questione in modo così approfondito. Penso che da tifoso io abbia il diritto di raccontare le mie sensazioni. A inizio weekend mi ero posizionato in quel particolare punto per osservare da vicino i piloti GP2, anche in funzione del mio lavoro di osservatore. Essendomi trovato bene sono ritornato anche in occasione delle qualifiche e della gara di F1. Chiusa la parentesi, torniamo al GP di oggi.
Davanti a questo risultato il Mondiale si è praticamente concluso. Solo la matematica non incorona il tedeschino. Resta aperto il secondo posto nel Costruttori con la Mercedes che si è portata a un solo punto dalla Ferrari e ora è terza. Ancora una volta Vettel si è dimostrato un ottimo campione, ma altamente fortunato soprattutto in occasione della prima safety car, riuscendo a entrare al pelo ai box per effettuare il suo pitstop. Tutto l’opposto del suo compagno di scuderia Webber.
È stato un GP che ha evidenziato la criticità delle gomme e la strategia sbagliata della Mercedes, che non richiamando Hamilton si è giocata il quarto posto. Un plauso va certamente alla Sauber e al suo pilota. Il team ha saputo reagire anche in un momento della stagione in cui normalmente si pensa all’anno successivo dirottando le risorse economiche sulla vettura che verrà. L’accordo con la Ferrari li solleva da un problema non di poco conto, permettendogli di proseguire lo sviluppo. Dal canto suo Hulkenberg è uno dei piloti emergenti che nel futuro, dopo esser stato vicino alla Ferrari, approderà in un top team. Si è rimboccato le maniche mettendo in mostra le sue qualità. In questo momento il sedile Lotus è molto ambito e anche lui dovrà fare i conti non solo con i budget, ma anche con i giochi politici. Un Brasile, con 50 milioni di abitanti, non può permettersi di non avere un portacolori in F1. Pertanto ci saranno tante componenti, oltre al talento, a entrare in gioco.
La Lotus, che ci ha abituati a questi exploit, completa il podio. Grosjean nelle ultime gare è maturato molto e vuole diventare un punto di riferimento per la continuità del team, mentre Raikkonen è un guerriero insaziabile. Regala ancora qualcosa in qualifica, ma insieme formano una coppia molto bella.
Sottotono il weekend Ferrari, soprattutto per il podio mancato. Fernando ha lottato come al solito regalandoci una spettacolare quanto corretta lotta con Hamilton, ma non poteva pretendere di più. Lo si è visto anche con Hulkenberg. A parità di propulsore non è riuscito ad attaccarlo. Purtroppo Massa ha commesso un errore che sono costati punti preziosi alla Ferrari nei confronti di una Mercedes che, nonostante i problemi di degrado, ha chiuso davanti allo spagnolo.