Quello che andrà in scena domani sarà un GP del Brasile ricco di simboli per i colori e la storia del Minardi Team. Dopo aver firmato il suo esordio nel Mondiale di Formula 1 nel lontano 1985 sulla cornice di Rio, il weekend di Interlagos sarà anche l’ultimo appuntamento per Mark Webber al volante di una monoposto di F1, dopo l’esordio nel 2002 proprio con i colori del team faentino. L’australiano riuscì a conquistare sulla pista di casa (e al debutto) un entusiasmante 5° posto che mandò in incandescenza pubblico e fans della scuderia faentina.
“Nella mia carriera in F1 ho vissuto diversi GP del Brasile anche se all’inizio era tutto un altro weekend, sia perché si correva a Rio e sia perché era la gara di apertura del Mondiale, quindi con temperature più alte. In quegli anni il fine settimana era anticipato da alcune prove libere, svolte una settimana prima. Di conseguenza i ragazzi del team avevano anche la possibilità di rilassarsi al mare e svagarsi. Mentre San Paolo è prettamente una città industriale, Rio è legata più ai divertimenti”, ricorda Gian Carlo Minardi.
“È un GP ricco di diversi segni come la fne del motore 8 cilindri aspirato, che lascerà la scena ai turbo, e l’uscita di scena dal Circus di Mark Webber. L’australiano lascerà certamente un bellissimo ricordo di sé, sia come persona sia come pilota e atleta. Dei 37 piloti che la Minardi ha portato all’esordio, Mark è uno di quelli che ha lasciato maggiormente il segno, non solo per i 2 punti conquistati al debutto in Australia, ma anche per il rapporto all’interno del team. È uno dei pochi che ancora oggi, quando entro nei box o nei paddock di Formula 1, mi corre incontro per abbracciarmi e salutarmi”, ricorda il manager faentino.
“All’età di 37 anni lascia la F1 con la consapevolezza di essere ancora al top della carriera. Anche domenica partirà per vincere, nonostante un Vettel determinato a non cedere nulla a nessuno. Dopo esser stato ‘scippato’ di un Mondiale da parte del team, è stato vittima anche di numerosi ritiri o problemi tecnici, come la perdita di gomme dopo il pit top. Episodi in cui il pilota non può fare nulla”.
Ma Webber non lascia le corse, tutt’altro. Si appresta infatti ad abbracciare il progetto Porsche LMP1. “Sono sicuro che continuerà a far parlare di sé anche in futuro. Si affaccia su un palcoscenico molto affascinante come quello dei prototipi e delle gare endurance, che sta attirando importanti costruttori”.
P.S: c’eravamo anche noi a Melbourne nel 2002 e quel pomeriggio fu fantastico, perché la festa si spostò tutta in fondo al paddock. Di quel giorno, ci restano una grande emozione, la gioia di Mark e di tutto il team e, tra le molte, questa foto del brindisi post-gara!
Barbara Premoli