L’annuncio è arrivato da Bernie Ecclestone in persona: la Marussia seguirà il destino della Caterham e non scenderà in pista ad Austin il prossimop weekend. La notizia arriva dopo la dispensa speciale grazie alla quale la Caterham potrà saltare la doppia trasferta USA-Brasile visto entra in amministrazione controllata. La griglia potrà quindi passare da 22 a 18 monoposto, visto che anche la Marussia, nel caos più completo dopo l’incidente di Jules Bianchi, non riesce a trovare i soldi necessari per far spedire macchine ed equipaggiamento dall’Inghilterra. E il proprietario Andrey Cheglakov sarebbe intenzionato a vendere tutta la baracca. Parlando alla BBC sabato, Bernie ha detto che non solo la Caterham ma anche la Marussia non andrà in America.
Con la griglia al di sotto delle 20 macchine, diventa sempre più concreta la prospettiva che i top team debbano schierare la terza vettura. Ma sembra che le squadre abbiano bisogno di 60 giorno di preavviso e quindi la ha escluso che la misura venga introdotta nel breve termine. Staremo a vedere, quello che è certo è che la situazione non è certo piacevole e che è davvero triste constatare a che livelli sia arrivata la crisi anche in un mondo da sempre dorato come quello della Formula 1, in cui finora i piccoli team faticavano e facevano i salti mortali ma erano sempre riusciti a essere presenti all’appello. Sembra una cosa impossibile… Finora a tutti faceva comodo che la griglia fosse completa e quindi viene spontaneo pensare che, dietro al fallimento (perché è in pratica di questo che stiamo parlando) di due team ci sia la volontà di qualcuno di non voler intervenire per sanare una situazione. Cosa fattibilissima. Ma evidentemente a questo punto come non concludere dietro a tutto questo ci sia un piano studiato a tavolino per togliere di mezzo due squadre e arrivare velocemente alla terza macchina?
E non dimentichiamo che non si tratta “solo” di due team in meno e di due monoposto in meno sulla griglia, ma di tante persone “normali” (in pista e alle factory) che resteranno senza un posto di lavoro. Ma, a quanto pare, il grande capo ha deciso. Un quadro, una prospettiva triste, molto triste, per la Formula 1.
Barbara Premoli