Il weekend del GP d’Italia si è aperto nel segno del duello McLaren-Ferrari, lo stesso che aveva infiammato la pista di Monza lo scorso anno. Con dieci piloti racchiusi in meno di quattro decimi in FP2, si preannuncia una qualifica molto incerta quella che stabilirà la griglia di partenza della gara di domenica pomeriggio.
Lewis Hamilton è stato il più veloce nella prima sessione (1’20”117) davanti al compagno di squadra Charles Leclerc (1’20”286). Lando Norris ha invece concluso davanti a tutti la seconda sessione con un tempo di 1’19”878, precedendo di 83 millesimi Leclerc e di 96 quel Carlos Sainz (Williams) che è stato compagno di squadra di entrambi, rispettivamente in McLaren dell’inglese e in Ferrari del monegasco; lo spagnolo aveva chiuso al terzo posto anche FP1 (1’20”650).
Il paddock di Monza vede protagonista – un esemplare è esposto presso la hospitality Pirelli nel paddock – anche la Stella Bianca Pirelli, il pneumatico che equipaggiava l’Alfa Romeo di Giuseppe Farina a Silverstone il 13 maggio 1950, quando il pilota italiano vinse il primo Gran Premio valido per il Campionato del Mondo Piloti.
Nato nel 1927 come pneumatico a tele incrociate, lo Stella Bianca rappresentava una vera innovazione in termini di prestazioni e tecnologia e rimase nella gamma per decenni, diventando il disegno del battistrada più duraturo nella storia della Pirelli. Lo Stella Bianca riuniva tutte le innovazioni introdotte negli anni 20 del secolo scorso, tra cui il tessuto della carcassa “a corda”, la bassa pressione di gonfiaggio e il profilo del tallone “a lato dritto”. Con lo Stella Bianca, anche la tecnologia del disegno del battistrada fece un grande passo avanti, con una sofisticata combinazione di blocchi trapezoidali strettamente ancorati da robusti ponti per evitare strappi ad alta velocità. Questo disegno del battistrada rimase quasi identico fino agli anni Cinquanta e venne infine utilizzato in Formula 1 con Alfa Romeo, Ferrari e Maserati.
Nella prima sessione di prove libere cinque piloti – Lawson, Hadjar, Albon, Sainz e Bortoleto – hanno utilizzato uno dei due set di Hard a disposizione: il thailandese è stato l’unico ad alternarlo a un set di Medium mentre gli altri quattro hanno effettuato gli altri giri della prima ora con un treno di Soft. Tutti gli altri quindici piloti hanno impiegato un set di Medium e uno di Soft ciascuno.
Nella seconda, altri sette piloti – Leclerc, Hamilton, Antonelli, Russell, Ocon, Bearman e Hulkenberg – hanno a loro volta montato un treno di C3 per poi proseguire il lavoro con uno di C5. Gli altri 12 hanno invece iniziato la sessione con la C4 per poi passare alla più morbida delle tre mescole selezionate per questo fine settimana. Tutte e tre le mescole sono state utilizzate anche per i long run.
SIMONE BERRA – PIRELLI CHIEF ENGINEER: “Dopo una prima sessione con un paio di interruzioni che hanno fatto perdere del tempo prezioso, la seconda si è svolta abbastanza regolarmente, con le squadre che hanno portato avanti un programma di lavoro piuttosto standard. È stato interessante vedere come tutte e tre le mescole selezionate siano state usate per delle simulazioni di gara. Rispetto allo scorso anno, il graining non sembra essere un fattore. Il livello visto oggi è molto più localizzato sulla superficie dello pneumatico e si è manifestato non in maniera generalizzata ma solamente su alcune vetture: crediamo che, man mano che la pista si gommerà sia destinato a scomparire, soprattutto domenica in gara.
Dal punto di vista strategico, considerato che il degrado sembra essere piuttosto limitato, la sosta singola appare come l’unica opzione plausibile, con Medium e Hard sulla carta protagoniste. Peraltro, se qualche pilota dovesse riuscire ad estendere molto il primo stint, non sarebbe da escludere un utilizzo della Soft per 15/20 giri, cercando di sfruttarne così la miglior prestazione. Inoltre, considerato che è prevedibile che quasi tutti arrivino alla gara con solamente un set di Medium e uno di Hard a disposizione, la Soft potrebbe diventare un’opzione anche in caso di neutralizzazioni e, quindi, conoscerne il comportamento sulla distanza potrebbe utile.
In termini di differenze dei tempi fra le mescole, le simulazioni sembrano essere in linea con quanto visto in pista oggi: quattro/cinque decimi fra Medium e Soft, un paio fra Hard e Medium. I tempi del venerdì sono stati sensibilmente più veloci rispetto alle analoghe sessioni dello scorso anno, con un guadagno di quasi 9 decimi, dovuto principalmente a temperature più basse di una decina di gradi. Le prestazioni sono andate migliorando molto velocemente nella prima sessione grazie all’evoluzione della pista mentre nella seconda si sono sostanzialmente stabilizzate. Sebbene la Soft abbia dimostrato di poter consentire di migliorare il tempo anche dopo un paio di giri di raffreddamento, ciò è dovuto principalmente all’evoluzione della pista: pensiamo, infatti, che domani in qualifica possa assicurare il picco di prestazione nel primo giro cronometrato e che, quindi, avremo uno svolgimento ‘classico’ delle qualifiche”.




























