Il GP del Belgio, una delle più belle gare degli ultimi anni è terminato con un finale ben oltre la bandiera a scacchi. Sul traguardo, infatti, si era concretizzata una doppietta Mercedes, con George Russell davanti a Lewis Hamilton, mentre sul terzo gradino del podio è salito Oscar Piastri. Dopo le verifiche tecniche, la vettura #63 è stata trovata sottopeso rispetto a quanto previsto dal regolamento tecnico e George Russell è stato conseguentemente squalificato. La vittoria va quindi al compagno di squadra Hamilton, con Piastri secondo e Charles Leclerc che eredita un posto sul podio. Questa è la vittoria numero 105 di Hamilton in 346 Gran Premi disputati mentre la Mercedes ha conquistato il successo numero 128, il terzo in questa stagione e il settimo nel GP del Belgio.
Sulla griglia di partenza la stragrande maggioranza dei piloti ha scelto di partire con la Medium. Hanno fatto eccezione Sainz e Zhou, che hanno scelto la Hard, e Ricciardo, che ha preferito la Soft. La doppia sosta si è confermata la strategia preferita così come la Hard si è dimostrata la mescola più performante, sia in termini di degrado che di prestazione. Dei 19 piloti che hanno terminato la corsa (soltanto Zhou si è ritirato), cinque – in ordine di passaggio sotto la bandiera a scacchi: Russell, Alonso, Stroll, Magnussen e Tsunoda – hanno fatto un solo pit-stop, passando dalla Medium alla Hard, con i primi due che hanno terminato in zona punti, rispettivamente al primo e al nono posto. Il primato dello stint più lungo va a Russell, che ha percorso ben 34 giri con la Hard. Il primato con le Medium spetta invece a Hulkenberg, che ne ha completati 24 nell’ultimo stint.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Prima di tutto lasciatemi dire che è stata una corsa davvero entusiasmante. È un po’ di tempo che la Formula 1 ci regala spettacoli del genere ma capita raramente di vedere una gara così incerta, con i primi tre in poco più di un secondo e i primi sei, tutti che in un modo o nell’altro hanno potuto dire la loro per la vittoria o, perlomeno, per il podio, racchiusi in meno di dieci secondi. Dispiace che poi il risultato finale sia cambiato ma, come ha riconosciuto anche la Mercedes, la regola riguardante il peso è molto chiara.
La seconda considerazione riguarda le strategie. Alla vigilia, avevamo affermato che la sosta singola non sarebbe stata una scelta conveniente perché non era abbastanza veloce rispetto alla doppia sosta ma la prestazione di Russell – al di là della successiva squalifica – appare come una smentita alle previsioni. Per provare a dare una prima spiegazione a caldo, perlomeno dal punto di vista del comportamento delle gomme, possiamo evidenziare alcuni fattori. Innanzitutto, c’era una decina di gradi in più sull’asfalto rispetto a FP2, il che ha probabilmente contribuito a limitare fortemente quel graining che, invece, era stato molto rilevante sulle Medium nei long run. Inoltre, possiamo ipotizzare che le squadre abbiano lavorato molto sull’assetto delle monoposto, sia per trovare il giusto compromesso fra una qualifica bagnata e una gara asciutta sia per cercare di proteggere proprio quell’asse anteriore più soggetto al graining. Un terzo elemento da tener presente è che molti piloti hanno gestito con grande cura gli stint sulle Medium, in particolare nelle curve più veloci.
La gara è stata per due terzi una bellissima partita a scacchi, con mosse e contromosse soprattutto nelle posizioni di testa ma anche nella seconda parte del gruppo, e poi si è come stappata nell’ultima quindicina di giri, con tutti che hanno iniziato a spingere e a lottare in pista per le posizioni. Uno spettacolo che ci fa andare alla pausa estiva con una gran voglia di rivederlo ancora fra qualche settimana a Zandvoort e poi nel finale di stagione”.