Il verdetto del GP d’Ungheria è chiaro e dimostra una McLaren estremamente competitiva, con la doppietta in in qualifica e in gara e Oscar Piastri che ha conquistato il primo successo della sua carriera in Formula 1 e Lando Norris, partito dalla pole, che ha concluso alle sue spalle. Sul terzo gradino del podio Lewis Hamilton (Mercedes) che ha ottenuto così il 200° piazzamento fra i primi tre su 345 Gran Premi disputati in Formula 1 (57,97%). Per la McLaren è la seconda vittoria della stagione, la #185 in assoluto e la 12° all’Hungaroring. Le doppiette sono diventate 49: l’ultima risaliva al GP d’Italia 2021, quando Norris chiuse al secondo posto, sempre alle spalle di un pilota australiano, Daniel Ricciardo.
Come previsto, alla partenza è stata la Medium la mescola preferita: tredici piloti hanno scelto la C4 per il primo stint, quattro hanno preferito la Soft e tre (fra cui Gasly, che partiva dalla pit-lane) la Hard. La strategia a due soste è stata scelta praticamente da tutti i piloti. Tre piloti hanno fatto eccezione ma se per Ocon e Sargeant le tre soste non hanno dato alcun vantaggio – il pit-stop finale per montare un treno di Soft è avvenuto quando non avevano più nulla da perdere – diverso è stato l’esito della gara impostata su una singola sosta per Tsunoda, con un nono posto conquistato soprattutto grazie ad una sapiente gestione delle gomme in entrambi gli stint (prima 29 giri con le Medium e poi 41 con le Hard). Dopo le scelte fatte nelle sessioni di prove libere, i due piloti della Aston Martin sono stati costretti a pianificare una strategia che prevedeva l’utilizzo di tutte e tre le mescole, seguendo una successione Soft/Medium/Hard che ha permesso di portare a casa solamente un punto, grazie al decimo posto di Stroll, finito proprio davanti ad Alonso. Gli stint più lunghi (41 giri con la Hard) li hanno effettuati i due piloti della Racing Bulls, Ricciardo e Tsunoda, mentre con la Medium il primato va a Stroll (31) che è anche il pilota che ha percorso più giri con le Soft (14).
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Credo che i 310.000 spettatori che hanno seguito il fine settimana in pista all’Hungaroring e i milioni che lo hanno fatto davanti agli schermi televisivi e digitali in tutto il mondo si siano divertiti. Tutto il weekend è stata una sorta di partita a scacchi che ha poi avuto il suo apice in una corsa molto combattuta e incerta, con la prima posizione che è passata di mano sette volte. Con temperature abbastanza in linea con quelle registrate nella seconda sessione di prove libere del venerdì, la Medium è probabilmente risultata la mescola complessivamente più efficace: se non fosse stato per il contatto con Hamilton, Verstappen avrebbe quasi certamente chiuso al terzo posto.
Ma anche la Hard, che in definitiva è stata la mescola più usata, è stata competitiva, non solo sulle due Mercedes – che, fra i team di vertice, era l’unica ad averne due set disponibili – ma anche su altre vetture. In definitiva, penso che questa corsa abbia dimostrato una volta di più quanto sia importante per le squadre studiare bene quali siano le mescole più efficaci per le loro vetture e che l’attuale range di gomme consenta di vedere in pista il confronto fra strategie diverse. Del resto, questo è l’obiettivo principale che ogni anno ci viene dato dalla FIA, da Formula 1 e dagli altri stakeholder dello sport: fornire un prodotto che sia in grado in primis di garantire il massimo possibile di sicurezza ma poi consenta alle squadre e ai piloti di sfruttare al meglio il potenziale a disposizione. È quello che cerchiamo di fare nel miglior modo possibile, non solo in F1 ma anche nelle due categorie propedeutiche di cui siamo fornitori esclusivi dei pneumatici”.