Sembra incredibile ma tre team boss hanno difeso il direttore gara Niels Wittich dopo il caotico e discusso GP d’Australia. I media e molti piloti hanno attaccato la gestione della gara e messo in discussione bandiere rosse e ripartenze. “I piloti sono in rivolta contro questa F1 caotica“, ha scritto Il Corriere della Sera. “Niels Wittich ha abusato delle bandiere rosse, senza dubbio. Il tedesco ha causato le situazioni più pericolose, alcune delle quali sono incomprensibili ai piloti e agli spettatori“. Ma il boss Ferrari Frederic Vasseur non entra nel gruppo degli accusatori di Wittich: “Non puoi accusare il sistema per questo. Ovviamente dobbiamo sapere che sarà dura se viene data la ripartenza per gli ultimi due giri. E’ già successo a Baku. Ma non si può accusare la direzione gara“. La sua controparte in Mercedes Toto Wolff, furioso dopo la finale ad Abu Dhabi 2021 quando Michael Masi ha praticamente orchestrato l’esito della gara, concorda sul fatto che domenica Wittich almeno ha seguito le regole: “L’abbiamo controllato, è nei regolamenti. C’è stata un po’ di confusione, ma è scritto così. Guardando avanti, dobbiamo capire quando serve una bandiera rossa, una VSC o una SC. Se è chiaro come le situazioni vanno interpretate per me va bene“.
Anche il boss Aston Martin Mike Krack non punta il dito solo contro il direttore gara: “E’ facile criticare dall’esterno“, ha detto a DAZN, “ma loro hanno tutte le informazioni. Era sicuro che le macchine passassero sopra i detriti? Non è facile giudicare, ma la decisione spetta al race director e, per quanto riguarda la sicurezza, la decisione deve essere rispettata anche se non ci piace“. L’ex-pilota di F1 Timo Glock pensa che, qualunque decisione Wittich avesse preso, ci sarebbero comunque state critiche: “Come ha detto Ralf Schumacher, la gara sarebbe dovuta finire dietro la safety car. Ma ci sarebbero state proteste dai fans in tribuna perché volevano vedere un finale emozionante. Qualunque cosa si faccia, si sbaglia“.
Se questa è la situazione, se i team boss non si schierano dalla parte dei loro stessi piloti e della loro sicurezza, se accettano ogni cambiamento passi per la testa a Liberty Media pur di fare show, è illusione pensare che la Formula 1 torni a essere uno sport. E’ un baraccone basato sul business dove contano i dollari, non gli esseri umani, che siano in pista, nei box, in tribuna o davanti alle TV.
Barbara Premoli