Valentino Rossi ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel post-qualifiche del GP della Comunità Valenciana.
Cambierai macchina nel prossimo mondiale?
Sì, quest’anno ho corso con l’Audi ma l’hanno prossimo correrò con la BMW. Diventerò un pilota ufficiale BMW e sono contentissimo. Ho già provato la macchina, rimarrò nello stesso team dello scorso anno ma cambiamo solamente macchina. Il mio team era da 15 anni con Audi ma il prossimo anno è stata scelta la BMW. L’ho provata il lunedì dopo l’ultima gara a Barcellona. La macchina è bella, molto moderna, biturbo, più grande dell’Audi. Sembra più facile da guidare.
Ti piacerebbe provare l’hypercar BMW a Le Mans?
Mi piacerebbe provarla, speriamo di organizzare un test. Poi, però, bisognerà quanto sarò veloce per diventare un pilota di hypercar, sarà difficile.
Che effetto fa tornare qui dove lo scorso anno c’è stato il lungo addio?
Bello tornare, anche perché Valencia è una pista molto importante per tutti i piloti di moto per tanti motivi. Lo scorso anno è stato bello, era un weekend che mi terrorizzava perché era l’ultimo da pilota. Sono sempre stato terrorizzato da quello che poteva succedere, infatti ho sempre pensato di non venire, di sparire il martedì o il mercoledì. Invece è stato bello, mi sono divertito, ero anche andato forte.
Cosa consigli a Bagnaia in vista della gara di domani?
Sulla carta è una situazione molto favorevole per Pecco, perché c’è solo una possibilità per perdere, che Pecco faccia zero e Quartararo vinca la gara. Però è l’ultima gara ed è tosta, anche se hai 23 punti di vantaggio, perché comunque devi finire la gara. Ho parlato con Bagnaia, parliamo sempre bastanza. Ho provato a capire come sta psicologicamente, però lui mi ha detto che è tutto ok, mi ha detto anche che dorme ma è impossibile. Le notti prima di giocarsi il mondiale si fa fatica ad addormentarsi, si dorme per 2 o 3 ore.
Come ti è sembrato Bagnaia in pista?
È un po’ contratto, non è il solito Pecco, non è al top. Ma non serve Bagnaia al top, se arriva ottavo va benissimo. Lo vedo comunque in una situazione un po’ difficile ed è normale, è una cosa umana, è impossibile che non sia così. La cosa giusta è ammetterlo e cercare di fare il meglio.
Invece Quartararo?
Quartararo è in una condizione migliore perché non ha niente da perdere, però mi piacerebbe essere più nella posizione di Bagnaia che di Quartararo, perché lui può solo vincere. Secondo me potrebbe anche vincere, quindi Pecco deve essere pronto a questo scenario. Deve essere pronto ad arrivare più in alto del quattordicesimo posto.
Come fai a gestirti?
È un gran problema, perché devi cercare di andare al massimo tuo senza andare oltre. Ma allo stesso tempo non puoi andare più piano perché poi non funziona più niente, inizia a fare degli errori, e sei anche in pista con gli altri. Non è semplice.
Si vedono i frutti del lavoro dell’academy?
Siamo molto contenti per come è andato il team, perché era comunque il primo anno. Sia Marini che Bezzecchi hanno fatto parecchie gare bellissime. Anche il team è stato bravo, siamo sempre stati molto competitivi. C’è la possibilità di vincere il titolo per la prima volta: sia con Morbidelli sia con Bagnaia abbiamo vinto la Moto2 ma mai la MotoGP, dove abbiamo ottenuto due secondi posti. Domani è una giornata importante anche per noi.
Sulla Yamaha e la Ducati
La Yamaha punta sempre sul bilanciamento, però adesso la differenza di motore rispetto alla Ducati è abbastanza importante. Però, devo dire, la Ducati negli ultimi anni ha messo in difficoltà tutti, non solo la Yamaha ma tutte le case giapponesi sono in difficoltà perché la Ducati ha messo una marcia in più, già dal 2016 ma negli ultimi due anni ha fatto un ulteriore step: un modo di lavorare aggressivo, tante moto in pista, i dati di tutti. Le classi giapponesi dovranno decidere, perché è un po’ come se fosse cambiato il gioco: ci vogliono più soldi, più risorse. Devono capire che per vincere devono fare di più.
Su Jorge Martin
Mi piace molto, ha un gran talento nel giro secco e al momento è l’unico insieme a Bagnaia e Quartararo, e non è un caso. Adesso deve migliorare in gara ma è comunque molto forte.
Più sorprendente l’Aprilia quest’anno o Bastianini?
Secondo me Bastianini perché ha vinto quattro gare ed è stato in testa al mondiale. Comunque, grandissima sorpresa anche l’Aprilia, perché hanno fatto un ottimo lavoro, la moto è andata fortissimo e mi ha sorpreso vedere Espargaro così avanti. Sia lui che la Aprilia sono stati bravissimi.
Sulla rimonta di Bagnaia
Devo dire che Pecco non si è mai arreso. Essere a 91 punti dal leader era uno svantaggio grandissimo ma non reale perché aveva fatto degli errori ed era stato sfortunato. Sia lui, per come stava guidando, sia la sua moto sono stati sempre molto competitivi. Il campionato era lungo e lui ci ha sempre creduto. Il recupero è storico ma poi ci si ricorda solo di chi vince.
Quando le gare sono così importanti, ci si diverte o no?
Ti diverti se va bene, tutto dipende da come ti trovi in quel momento lì con la moto e le gomme, se hai la situazione sotto controllo che ti permette di salire sul podio o di vincere, lì allora ti dà gusto. Prima di quello, la parola divertimento non è quella più adatta.
A un anno dal ritiro, ti manca essere pilota della MotoGP?
Da un lato no, perché la mia carriera è stata lunghissima, ci ho provato fino alla fine e ho smesso, forse, un po’ tardi, ma non me ne frega niente. Ci sono dei momenti in cui mi manca, è normale, però anche correre in macchina mi aiuta tanto ad avere le stesse sensazioni ed è bello. Poi, avevo bisogno di avere più tempo libero, di fare 10-12 gare all’anno invece che 23. Ormai fare il pilota di MotoGP è una cosa totalitaria perché coinvolge tutto l’anno. Quella è una cosa che è cambiata tanto. Mi ricordo che prima, dall’ultima gara alla prima passavano dei mesi, potevi fare quello che volevi. Invece adesso è tosta.
Quando le gare sono così importanti, ci si diverte o no?
Ti diverti se va bene, tutto dipende da come ti trovi in quel momento lì con la moto e le gomme, se hai la situazione sotto controllo che ti permette di salire sul podio o di vincere, lì allora ti dà gusto. Prima di quello, la parola divertimento non è quella più adatta.
Sulla clinica mobile e il Dottor Costa
Ci sarebbe tanto da dire, ho vissuto i migliori momenti della clinica mobile e del Dottor Costa, che ti rimetteva in moto anche se eri tutto rotto. Il più grande favore che il Dottor Costa ha fatto a me è avere ancora un padre. Quel giorno a Imola nel 1982, quando Graziano è caduto, i dottori della pista stavano testando una novità che serviva per intubare sul posto i piloti caduti. Graziano è caduto prima della Tosa e c’era un dottore della clinica mobile che ha salvato mio padre intubandolo sul posto.