“E’ incredibile e scandaloso che il gasolio dopo il taglio di 30,5 cent deciso dal Governo, 25 cent di accise e 5,5 cent di Iva, non sia ancora sceso né ai prezzi pre-guerra né sotto quelli successivi all’inizio del conflitto in Ucraina” denuncia Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Secondo i dati di oggi la benzina in modalità self service è a 1,757 euro al litro, un prezzo inferiore a quello della rilevazione del 24 gennaio, quando era pari a 1,779 euro al litro, il gasolio invece è a 1,751 a euro al litro, un livello ancora superiore al dato registrato il 28 febbraio, dopo lo scoppio della guerra, quando era 1,740 euro. Da quando c’è stata l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, come dimostra il confronto rispetto alla rilevazione del 21 febbraio, se un litro di benzina, dopo l’intervento del Governo, costa circa 9 cent in meno (9,27 cent), con un calo del 5%, pari a 4 euro e 64 cent per un pieno da 50 litri, un litro di gasolio è ancora maggiore di quasi 3 cent (+2,837), con un rialzo percentuale dell’1,6%, pari a 1 euro e 42 cent a rifornimento. Anche la benzina, comunque, resta più cara rispetto all’inizio dell’anno e costa ancora il 2,2% in più, pari a 1 euro e 88 cent per un pieno di 50 litri, 45 euro su base annua. Un litro di gasolio è salito addirittura del 10,4%, 8 euro e 27 cent a rifornimento, equivalenti a 198 euro annui. Ecco perché il Governo deve ridurre ulteriormente le accise e prolungare oltre il 2 maggio il provvedimento almeno fino a quando, pur ripristinando le vecchie accise e salendo di 30,5 cent, si potrà tornare ai livelli di ottobre 2021, con il gasolio sotto 1,6 euro e la benzina sotto 1,7 euro“.