Appena quattro giorni dopo aver parlato con i giornalisti del duello con Daniel Ricciardo che ha fatto divertire tutti ad Hockenheim, Fernando Alonso oggi è tornato davanti ai media per il tradizionale meeting del giovedì che apre il fine settimana del GP di Ungheria. Il punto di vista dello spagnolo sul weekend che si avvicina è stato come al solito piuttosto analitico: “Ovviamente la vettura sarà identica a quella di Hockenheim, dal momento che ci sono stati solo quattro giorni di tempo tra le due gare e che la pista non dovrebbe essere molto adatta a noi perché richiede molta trazione. D’altro canto, c’è da dire che a ogni gara in questa stagione ci sono state un po’ di sorprese. Su alcuni circuiti nei quali ci aspettavamo di essere competitivi lo siamo stati meno, su altri è successo l’opposto, quindi ci avviciniamo a questo weekend con spirito positivo e vediamo qual è il risultato finale”.
Con il campionato che ora si ferma per la pausa estiva, ad Alonso è stato chiesto che cosa l’abbia sorpreso maggiormente fino a questo punto della stagione. “Probabilmente la Mercedes ha sorpreso tutti. Fin da quando eravamo a Jerez e poi in Bahrain per i test con queste nuove vetture dalla tecnologia così complessa, tutti facevamo fatica mentre loro erano già sostanzialmente OK. Su nove gare ne hanno vinte otto e sono sempre stati in prima fila, quindi probabilmente questa è la vera sorpresa della stagione. Per noi Mercedes è anche una fonte di motivazione perché ci spinge a fare un lavoro molto migliore per il futuro. Abbiamo fatto dei progressi, ma dobbiamo riuscire ad affrontare e risolvere i problemi e provare ad arrivare al loro livello”.
Per quanto riguarda la relazione lavorativa con Kimi, Alonso ha spiegato che è stata più o meno allo stesso livello di quelle avute con gli altri compagni di squadra: “Di certo io e Kimi lavoriamo molto insieme e tutte le riunioni quest’anno sono abbastanza lunghe perché abbiamo molte cose di cui discutere dopo le gare. Diamo costantemente le nostre indicazioni e i nostri suggerimenti in base a quello che vediamo in pista per cercare di aiutare gli ingegneri a trasferire più informazioni possibili a Maranello e a tradurre le nostre indicazioni in idee da apportare sulla vettura. Non c’è stato, dunque, un grande cambiamento rispetto al lavoro che ho fatto in passato con Felipe o con altri compagni di squadra”.