“Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita”.Filippo Tommaso Marinetti
Apro Internet, vedo un’agenzia dell’Adnkronos riportare malumori social di una certa parte politica che si lamenta perché il manifesto del prossimo GP di Monza è troppo fascista. Grande Giove! Al massimo potrebbe ricordare il movimento futurista. Il periodo in cui viviamo, dove la pandemia in corso ha stravolto le nostre vite, vede profeti millenaristi del terrore sbatterci in faccia ogni giorno paura, morte e l’angoscia del domani. Se non il futurismo di Depero e Farinetti, ma un futurismo nuovo, adatto a questi tempi, forse, non ci farebbe male a ben pensare. Certo servirebbero pensatori, artisti, scultori dalle menti aperte che purtroppo non non vediamo all’orizzonte. Il futurismo che nasce in Italia all’inizio del 900, ma che si espande poi anche in Russia, Francia, Cecoslovacchia, Ungheria, Spagna ed in molti altri stati, da noi è visto con una ristrettezza mentale paesana e ideologica come fascismo. Mentre è stato rivalutato in tutta Europa e nel mondo, che sono lontani dalle nostre beghe di partito, come ordine nuovo aperto sul mondo e sul futuro.
“Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia”.
Filippo Tommaso Marinetti
Il manifesto di Monza celebra una rossa monoposto lanciata verso il traguardo adornata dalle “linee di forza” di Boccioni che ne indicano il movimento e la traiettoria. Questa è arte oppure ignoranza politica? Le frecce tricolori che solcano il cielo sopra la Villa Reale, con linee di penetrazione visibili che simulano l’avanzare e il rumore nel cielo, è arte già studiata da Bragaglia o è fascismo? La villa reale è piegata di lato per dare il senso del colpo d’occhio del pilota che la vede scorrere a forte velocità dietro di lui come in quadro di Achille Funi. Questa è arte? O è fascismo?
Il futurismo di partito non esiste. Esiste il partito della velocità per il futurismo. Ed è un’arte tutta italiana di cui dovremmo andare orgogliosi. Solo da noi poteva nascere un movimento del genere. Nel mondo ce lo invidiano, ma solo noi riusciamo a buttarla sempre in caciara, anche davanti a un semplice manifesto, che a ben studiarlo semplice non è.
“Insistiamo: la velocità è la nostra nuova Musa”.
Filippo Tommaso Marinetti
Riccardo Turcato