Il presidente della FIA Jean Todt dice di voler tenere il dibattito politico fuori dalla F1. La scorsa settimana Lewis Hamilton ha accusato Todt e Chase Carey di mancanza di leadership per quanto riguarda il suo impegno nel movimento Black Lives Matter. Il pilota Mercedes ha anche criticato leggende della F1 come Emerson Fittipaldi, Sir Jackie Stewart, Mario Andretti e Bernie Ecclestone, accusando addirittura quest’ultimo di mancanza di educazione. Ma Ecclestone giustamente non ci sta e ha risposto attraverso le pagine di giornali inglesi dichiarando: “Lewis, tu affermi che sono maleducato e ignorante. Io ho lo stesso livello di istruzione che hai tu. Almeno io avevo un motivo – andavo a scuola durante l’ultima guerra, non sempre nelle condizioni ottimali. Tu sei fortunato perché se io fossi stato educato in modo appropriato forse la F1 non sarebbe stata quella che è stata per te e che ti ha portato i benefici che hai. Non pensare al colore della tua pelle – pensa al colore della tua mente. Non invidiare gli altri. Semplicemente migliora e raggiungili“, ha detto l’89enne.
Il presidente della FIA Jean Todt ha dichiarato a AFP France di aver avuto un lungo colloquio con Hamilton sull’onda delle sue ultime critiche. “Dedico molto tempo a tutti, con una chiamata, un incontro e penso sia positivo quando un leader vuole essere coinvolto in qualcosa. E noi alla FIA siamo impegnati da molto tempo sul tema della diversità e dell’eguaglianza di genere, ma non deve essere un dibattito politico. La nostra organizzazione è apolitica, come il Comitato Olimpico, con cui lavoriamo strettamente. Concordo in toto sul fatto che lo sport sia una buona piattaforma e in F1 abbiamo dato questa opportunità a chi voleva esprimere se stesso“. Chiaro il riferimento all’inginocchiarsi sulla griglia prima delle gare. Il 35enne Hamilton ha detto che vorrebbe convincere i colleghi che hanno scelto di restare in piedi a fare lo stesso. “C’è chi vuole inginocchiarsi e chi non vuole esprimersi in quel modo. Si tratta di libertà, democrazia e noi dobbiamo assicurare che quei principi siano assolutamente rispettati“. Quello che sinceramente non capiamo di Hamilton è come possa permettersi di lanciare epiteti a chiunque, specie a persone che – oltre ad aver scritto la storia della F1 – hanno una certa età. Si tratta di educazione e rispetto, concetti che probabilmente non gli sono del tutto chiari. A tutto c’è un limite, anche per un sei volte campione del mondo. E crediamo che, dall’alto dei suoi 89 anni, Bernie Ecclestone gli abbia dato una risposta esaustiva e da signore. Lo stesso vale per Jean Todt. Avrà finalmente capito che non è lui a dettare legge in Formula 1 e nel mondo?
Redazione MotoriNoLimits