Il presidente ACI Angelo Sticchi Damiani non rinuncia all’idea di un GP d’Italia 2020, magari in data posticipata: “Come saranno i GP nell’era del coronavirus?“, ha detto a Radio Rai. “Il paddock sicuramente deve essere molto meno affollato, quindi immaginiamo una riduzione del 30/40% della gente che c’era lo scorso anno“. Sticchi Damiani ha proseguito dicendo che se si ripetesse a Monza quanto accaduto in Australia, con la gara cancellata all’ultimo minuto, sarebbe “la fine del campionato del mondo quest’anno. Per questo l’Italia deve essere cauta. Stilare un protocollo per la F1, almeno per noi, oltre ad avere un gruppo di lavoro medico: ci siamo rivolti a un importante virologo che ci assisterà in questa fase e ci darà tutte le informazioni per ospitare il GP d’Italia“.
La data originaria di Monza era a settembre, ma è improbabile che per allora gli spettatori possano affollare le tribune, anche con il distanziamento sociale, ma Sticchi Damiani non esclude un GP “normale”: “E’ difficile fare previsioni adesso, quindi vorremmo aspettare ancora qualche settimana prima di decidere. Dobbiamo capire come sarà la situazione in quel weekend di settembre“. Come per molti altri eventi, il presidente ACI teme che una gara a porte chiuse sarebbe un duro colpo finanziario per Monza: “Ovviamente ci stiamo preparando a tutte le possibilità e a rinegozionare i contratti con Liberty Media. Le nostre perdite? Senza pubblico sarebbero significative, ma voglio evitare quella ipotesi per ora perché spero di cuore che non succederà“.
La nostra opinione sulle dichiarazioni di Sticchi Damiani? Di una persona che probabilmente non vive in Italia in questo momento o sta isolato su una rupe o su uno spuntone di roccia in riva al mare e che non legge giornali o si informa. Ma come si fa a poter solo considerare che a Monza ci sia pubblico a settembre? E mettiamo anche che si svolga la gara a porte chiuse (col crollo finanziario che ne conseguirebbe per le casse già in crisi dell’Autodromo): per quanta poca gente possa arrivare, ne arriverà – team, organizzazione, giornalisti, dall’Italia e dall’estero, ammesso che per allora siano stati riaperti i collegamenti aerei – in una delle regioni e delle zone più colpite, a rischio di provocare una ricaduta. E per cosa? Per una gara? E saremmo davvero curiosi di conoscere il nome del virologo contattato: se è uno di quelli che dicono tutto e il contrario di tutto in questi giorni in TV siamo davvero rovinati.
Ah, presidente, ci dice dove ha comprato la sfera di cristallo, quella con cui pensa di poter sapere se quel weekend di settembre sarà normale? Magari può darci anche qualche numero da giocare al lotto, quando si potrà tornare a giocare… Domanda: lei vuole evitare l’ipotesi GP a porte chiuse solo per evitare problemi finanziari per Monza o per la salute e il bene degli spettatori e degli italiani in genere, inclusi quelli che al GP non sarebbero comunque andati ma che lottano ogni giorno per vivere e sopravvivere? Sul 30/40% di gente in meno nel paddock si fa presto: basta non far entrare chi non ha diritto a esserci, i vari ospiti, i politici e i VIP o presunti tali che ogni anno passano il tempo a passeggiare avanti e indietro sperando che qualcuno li riconosca e li fotografi. E ne avremmo un’altra: come vanno le vendite dei biglietti? E quelli già venduti come li rimborserete? Caro presidente, forse non si è reso conto di una cosa: alla gente di F1 e calcio e sport in genere in questo momento non interessa niente. Anzi, noi restiamo della nostra idea: se avessimo un minimo di dignità dovremmo TUTTI DARE DISDETTA ANCHE AI VARI ABBONAMENTI TV. Perché in questo momento i soldi servono per vivere, non per comprare sfere di cristallo…
Barbara Premoli