Il canale streaming della F1 in questo periodo di nulla in pista causa coronavirus sta mandando in onda delle repliche di GP. Finalmente dopo gare farlocche di videogame e amarcord troppo freschi, ne vedremo una veramente interessante di 34 anni fa. Il finale di stagione 1986, conosciuto come la beffa di Adelaide. Una della gare più “terrific, eccezionali, come direbbero gli inglesi, della storia della F1.
Ad Adelaide si presentano in tre per cogliere il successo finale. Il duo della Williams, Mansell e Piquet. Con Mansell in testa alla classifica e favorito. E Prost della McLaren che segue Mansell di 6 lunghezze. A Mansell basta finire almeno terzo per vincere il titolo senza pensare ai rivali. Una cosa facile sulla carta, visto la potenza della sua Williams FW11. Infatti la gara inizia bene per l’inglese che lo vede tranquillo in controllo terzo, con Prost che buca e deve fare un pit stop anticipato. Piquet comanda la gara ma non lo impensierisce.
L’immagine che tutti abbiamo in mente di quel gran premio è la deflagrazione a 300km/h del pneumatico di Mansell in una cornice di scintille che gli impedisce di raggiungere il tanto ambito Titolo mondiale. Mansell aveva chiesto al box di rientrare per cambiare i pneumatici per non rischiare nulla con il degrado. Dai box invece gli risposero di rimanere in pista in quanto la Goodyear aveva fornito dei dati che erano del tutto rassicuranti sull’usura. Avevano appena visto inoltre le gomme di Piquet che si era fermato a cambiarle qualche giro prima.
Scrive Mansell: “ Il fatto che non volevano che rientrassi non mi dava preuccupazione. Ai tempi i pit stop non erano organizzati come oggi. Potevano succedere imprevisti molto più frequentemente. Quindi era meglio per noi piloti sapere di rimanere in pista che non di dover rientrare. Stavo controllando la gara quando, per doppiare Alliot, ho premuto il pulsante del boost e ho sentito come un’esplosione. Di solito quando si buca una gomma si riesce a tornare ai box. Nel mio caso l’esplosione ha completamente distrutto la sospensione posteriore. E’ stato un cazzo di momento pauroso, lasciate che ve lo dica. Io di mio ho cercato di preservarmi. Di evitare con tutte le forze di sbattere contro il muretto. A ripensarci a freddo, se sbattevo contro il muretto magari usciva una bandiera rossa. Con 70 km alla fine della gara, potevano interrompere la corsa e io ero campione del mondo. Ma in quei momenti non hai tempo di fare certi pensieri. Pensi solo a rimanere vivo”.
Il Mondiale lo vincerà Prost. Infatti, con Piquet in prima posizione, il mondiale poteva essere del brasiliano. Visto quello che è successo a Mansell però, Patrick Head richiama Nelson ai box per un cambio gomme di sicurezza. Quando torna in pista, il carioca si trova secondo dietro a Prost, che va a vincere una gara incredibile da par suo, dopo che era stato molto indietro a inizio gara causa foratura. “Non me frega nulla del Titolo. Sono vivo, poteva esplodere anche una delle mie gomme e farmi molto male”, dirà Nelson a fine gara.
Il francese befferà il duo Williams. Williams che farà però suo il Titolo costruttori. L’unico che è veramente sempre interessato a Sir Frank. “Quel mondiale non lo vinse Prost. Lo perdemmo noi, ma durante la stagione”, conclude il capitolo del 1986 Nigel Mansell. La beffa di Adelaide. L’autorevole rivista inglese Motorsport, fondata nel 1924, l’ha incoronata come gara più bella di sempre e la cosa ci trova d’accordo.
Riccardo Turcato