A meno di un’involuzione repentina che al momento ci sembra improbabile, Charles Leclerc ha le caratteristiche per far parlare di sé nel Circus iridato per i prossimi 15 anni. Se è stato scelto dalla rossa di Maranello c’è un motivo concreto. Ha già dimostrato lo scorso anno, e in questi mesi, di avere la stoffa giusta per crescere e formarsi. Su questo penso possiamo essere tutti d’accordo.
Il ragazzo, come tutti i giovani ha fretta e voglia… E parla. Come ha fatto nel post-gara di Melbourne quando ha dichiarato che gli è stato imposto di non superare il compagno di squadra Vettel. Apriti cielo. I social, volenti o nolenti ormai si passa da loro, sono esplosi, con fazioni a mo’ di guelfi e ghibellini già schierate tra il monegasco e il tedesco, e in mezzo la Ferrari stessa che vive un inizio di Mondiale tecnicamente non sognato, non pensato, inatteso. Per carità non vogliamo lamentarci dei piloti che hanno qualcosa da dire. Altrimenti sembra non ci vada mai bene nulla, che parlino o non parlino. Ma la situazione attuale della Rossa probabilmente richiede un poco più di tatto ed esperienza quando si rilasciano dichiarazioni. Anche perché alla Ferrari non viene mai perdonato nulla e non gode di quella “protezione” che certi team inglesi invece hanno oltremanica. Immaginatevi la McLaren attuale in Italia, tanto per capirci. Cosa succederebbe?
Il ragazzo, come dicevamo, corre. Benché protetto e supportato dalle sue capacità e dalla famiglia Todt (Nicolas, figlio di Jean è il suo manager), però si trova già ora tra due fuochi. Da una parte Vettel. Impegnato nella rincorsa al Mondiale per interrompere il digiuno che a Maranello dura ormai da 11 anni. Dall’altra parte, lo vedrete già nei test di settimana prossima, incombe Mick Schumacher che, come dicono gli inglesi, ha il cognome larger than life, e gli zoccoli del Cavallino sulle spalle. E’ solo questione di tempo e lo vedremo in griglia con la Rossa. Quando Mick vestirà rosso, proviamo a sbilanciarci, i riflettori saranno tutti su di lui, con buona pace degli altri.
Leclerc questo lo sa. I piloti annusano queste situazioni. Ecco quindi che, a guardarla sotto questo aspetto, la sua carriera in rosso potrebbe essere ben presto scossa. Appena arrivato e già non deve sbagliare nulla. Né in pista né fuori. E’ un elefante in una cristalleria. Con le dovute proporzioni, sarà per via della stessa lingua parlata, pensando alla figura di Leclerc, ci viene in mente quella del giovane François Cévert: fuoriclasse, velocissimo, futura star della F1 che solo il destino ci ha tragicamente portato via troppo presto. Cévert arrivato in F1 ha ascoltato, si è confrontato e non ha mai messo in difficoltà politica il compagno di squadra Stewart. Nel 73 al GP di Germania poteva passare Stewart andando a vincere ma non lo fece. Nell’inferno verde lo seguì al secondo posto arrivando sotto il traguardo con un distacco sotto i 2 secondi, tanto che lo stesso Jackie ne rimase stupito. Stava assorbendo tutto dal compagno campione e metteva il team Tyrrell nella condizione di lavorare tranquillamente.
E’ proprio questo che Leclerc sembra debba fare in attesa di capire come si evolverà la stagione dal punto di vista tecnico. Andare veloce, ma almeno nelle prime gare rispettare una gerarchia data dall’anzianità di Vettel nel team mai nascosta nemmeno da Binotto stesso. Per assurdo potrebbe essere proprio Charles quello che ha più da perdere nel futuro rosso. Vettel se non vince potrebbe anche andarsene alla fine di quest’anno o del prossimo e a quel punto tutta l’attenzione potrebbe essere rivolta a Mick, il cui cognome non ha bisogno di spiegazioni. In bocca al lupo, Charles.
Riccardo Turcato