Sono passate 24 ore dalla fine del GP d’Italia 2018. Possiamo dire senza ombra di dubbio che è stato non solo uno dei più belli degli ultimi 20 anni, ma anche uno dei GP da non dimenticare in assoluto nella storia della F1. Hamilton vince e convince. Vettel invece si perde e sbaglia ancora. E’ una stagione tirata. Non diamo per scontato nulla. Basta una gara storta per ristabilire equilibri che oggi sembrano capovolti. Vorrei però soffermarmi sui due protagonisti del Mondiale.
Da una parte Hamilton. L’inglese ha stupito nel sorpasso a Vettel. Sicuramente lui in caso di contatto era quello che aveva meno da perdere tanto è davanti in classifica. Tecnici e analisti con dati alla mano potranno anche dirmi che la Mercedes è migliore della Ferrari ma io vedo invece un team che rispetto agli anni scorsi sta faticando nel mezzo di una ristrutturazione tecnica. Hamilton è il collante. Bordate di fischi e insulti invece di ammazzarlo, lo caricano. Nel team Mercedes tutto è chiaro. Chi è la prima guida e chi la seconda. Non si perde tempo a gestire tale situazione e, anche se Bottas in cuor suo non gradirà la cosa (è un pilota ovvio), il team sa che deve concentrarsi solo su Lewis. Questo è molto importante perché lo stesso Lewis non verrà mai sfiorato dal dubbio da qui a fine stagione che il compagno lo possa mettere in difficoltà.
Dubbio che forse può essere passato per la mente di Vettel vedendo Raikkonen restargli davanti. E’ un quattro volte campione del mondo. Lungi da me tra queste righe voler far pensare che è un fermo o che è solo stato fortunato a guidare la Red Bull negli anni d’oro come invece ho letto nei social. Ho visto Vettel correre anche dal vivo e non posso certo dire una cosa così. Però non si può negare che con la rossa più in palla da 10 anni a questa parte, stia lasciando per strada troppi punti.
Il ragazzo ha secondo me troppa pressione addosso. Pressione perché deve riportare il Mondiale a Maranello. Pressione perché è tedesco come Schumacher e troppo spesso viene messo, sbagliando, a confronto con Michael. Pressione perché lui stesso sa che, come detto in precedenza, questa è una Ferrari che può e deve puntare al Mondiale. Non è facile andare a dormire con certi pensieri. Inoltre la Ferrari stessa sembra perdersi con assetti e decisioni in momenti chiave. Vedi qualifiche del GP d’Ungheria e del Belgio o la stessa decisione di chiamare ai box Raikkonen troppo presto in questo gran premio.
La forbice ora tra i due è di 30 punti. Lewis ha una gara di vantaggio praticamente da “spendere” per guasto o sfortuna. Vettel all’orizzonte ha una pista che ha sempre gradito, Singapore, e già dal prossimo GP sono sicuro sarà in lottare per la vittoria. Però i gran premi passano. Sembra che, da quando ha perso il Mondiale contro Nico, Lewis sia diventato più forte, a prova di proiettile contro tutto quello che lo circonda. Domenica a Monza Lewis ha colpito forte Sebastian che nel dopo gara era abbastanza abbacchiato come visto raramente. Lui di solito lucido nelle analisi ha cercato una giustificazione senza senso sul fatto che non aveva spazio e che è stato chiuso. Questo aspetto mi ha lasciato perplesso. Nel mezzo Arrivabene che parla di piloti maggiordomi riferendosi a Bottas quando dovrebbe invece spiegare meglio come intende gestire la Scuderia dalla prossima gara fino al termine della stagione. Tutti fortunati che non devono passare a Maranello con il grande vecchio ad aspettarli…
Riccardo Turcato