Dopo Volkswagen, l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente EPA ha accusato FCA di non aver comunicato la presenza di un software di gestione delle emissioni nei modelli Jeep Grand Cherokee, Dodge Ram 1500 con motori 3 litri diesel, venduti solo negli Usa, per un totale di 104.000 vetture. La replica del Gruppo italo-americano non si è fatta attendere, Sergio Marchionne si è detto “molto disturbato” dalle modalità, forse anche dalle tempistiche (manca meno di una settimana dalla fine della presidenza Obama), con cui l’agenzia ha deciso di rendere pubblica la notizia.
FCA collabora da più di un anno con EPA per chiarire la questione e proporre estese modifiche del software e assicura che le strategie di controllo sono giustificate e non costituiscono ‘defeat devices’. FCA rischia una multa fino a 4.6 miliardi di dollari ma con l’insediamento di Donald Trump, tra pochi giorni, i vertici EPA cambieranno. Il nuovo amministratore si chiama Scott Pruitt, avvocato dello Stato in Oklahoma, particolarmente critico nei confronti dell’operato dell’agenzia americana per la protezione ambientale e favorevole a una politica meno severa. La notizia ha provocato il crollo di giovedì 12 gennaio sia sulla Borsa di Milano che su quella di New York, ma 13 gennaio mattina il titolo di FCA era già in ripresa, +6.55%.