E’ Max Verstappen il vincitore del Trofeo Bandini, giusto quest’anno alla sua 23° edizione. La premiazione, che si è tenuta domenica nel borgo di Brisighella, ha incoronato il giovanissimo pilota della Red Bull, nonché il più giovane ad aver vinto un GP di Formula 1, a Barcellona, a soli 18 anni. Dopo la parentesi della passata stagione, in cui è stato dato risalto alla vittoria del Mondiale Costruttori alla Mercedes, la manifestazione torna a porre la sua attenzione sui piloti che hanno saputo mettersi in grande spolvero. Verstappen eredita un premio che negli ultimi anni è andato a piloti come Schumacher, Raikkonen, Alonso, Vettel e Hamilton, grandi campioni che con la loro brillante carriera hanno poi confermato la lungimiranza degli organizzatori del premio, capaci di scovare e valorizzare il talento come nessun altro in questo settore.
“Dopo la parentesi della passata stagione in cui si è volutamente celebrata la vittoria mondiale della Mercedes dopo 50 anni, quest’anno siamo tornati alle origini premiando un pilota emergente che in poco tempo ha saputo far parlare molto bene di sé. L’anno scorso è stato protagonista di un esordio esaltante nel Mondiale di F1 a soli 17 anni, confermato a pieni voti quest’anno con la promozione-lampo in Red Bull, ricambiata con la vittoria in Spagna e i due secondi posti”, commenta Gian Carlo Minardi che ormai da 23 anni fa parte del Comitato d’Onore. “La vittoria in Spagna è la conferma di una scelta corretta, anche perché arrivata prima della promozione in Red Bull Racing. Verstappen ha mostrato una progressione e una maturazione dopo ogni appuntamento”.
“E’ un segnale positivo per tutti i giovani, ma anche per le scuderie”, prosegue il manager faentino che sottolinea l’importanza di dare un’occasione ai giovani ragazzi. “Max è stato bravo a sfruttare tutte le opportunità, dall’esordio in Toro Rosso al passaggio in Red Bull battezzato con la vittoria. Ci sono altri piloti che meriterebbero un’occasione e sarebbero di stimolo sia al team che ai piloti ufficiali“. L’arrivo dell’olandese ha messo pressione a Ricciardo, creando una sana e proficua competizioni all’interno del team che sprona a fare sempre meglio. “Il progetto-giovani Red Bull ha regalato tante soddisfazioni, ma ha “bruciato” anche diversi piloti. Dalla loro parte hanno una forza economica importante che gli permette un turnover, oltre a poter contare su un Junior-Team”.
Il pensiero vola velocemente ai nostri portacolori Antonio Fuoco, Luca Ghiotto, Raffaele Marciello e Antonio Giovinazzi che stanno ben figurando nei rispettivi campionati di GP3 e GP2 Series. A Silverstone è toccato ad Antonio Fuoco far risuonare le note dell’Inno di Mameli, mentre a Baku il tricolore è stato portato in vetta da Giovinazzi, autore di una doppietta. “Come Federazione siamo decisamente soddisfatti dei risultati, anche perché questi ragazzi sono stati selezioni e seguiti attraverso stage formativi. A Silverstone Fuoco ha vinto la sua prima gara in GP3, mentre in GP2 Giovinazzi e Ghiotto hanno occupato posizioni importanti. Al momento le risorse dell’ACI Team Italia sono limitate e non possiamo permetterci errori. Avere l’appoggio della propria Federazione può però aprire a nuove opportunità. Al momento ci manca un team di riferimento in cui far debuttare i ragazzi, mettendo a frutto il lavoro”.
Durante i test collettivi di Silverstone, sulla Ferrari SF16-H ha debuttato Charles Leclerc, leader in GP3 e pilota FDA. “Massimo Rivola sta facendo un ottimo lavoro in qualità di coordinatore e Direttore Sportivo di questa realtà dedicata ai giovani, che vuole rilanciarsi dopo i mancati risultati. Purtroppo è venuto a mancare Jules Bianchi, la punta di riferimento FDA. Nonostante la giovane età il monegasco è in lotta per il titolo in GP3 insieme a Fuoco e durante i test sulla pista inglese si è alternato al volante con Kimi Raikkonen, dopo aver impressionato il team Haas durante le prove libere”.
Redazione MotoriNoLimits