Mancano poche settimane e poi inizierà ufficialmente la vita sportiva della 208 T16 di Peugeot Italia, l’ultima nata in casa del Leone. Infatti, gli uomini del team Racing Lions sono in partenza per Velizy, sede di Peugeot Sport, per montare il primo esemplare della vettura che farà il suo debutto mondiale al prossimo Rally de Il Ciocco (14-16 marzo) affidata alla coppia Paolo Andreucci – Anna Andreussi. Proprio il pilota toscano è stato tra coloro che hanno contribuito alla sviluppo e alla definizione della 208 T16, partecipando in prima persona ai test di Peugeot Sport.
Paolo Andreucci: “E’ stata una grande opportunità perché è fondamentale, quando si porta al debutto una nuova vettura, esserne coinvolti nella fasi progettuali. Oltre che grande motivo di soddisfazione personale, a coronamento del percorso compiuto assieme a Peugeot nel corso di questi anni. Nel corso del 2013 abbiamo lavorato in entrambe le configurazioni, terra e asfalto, accumulando chilometri e dati. Quali sono le peculiarità della 208 T16? Sicuramente il bilanciamento – dote che la 208 ha sia nella versione stradale sia nella 208 R2 da rally – la scocca dell’auto, infatti, con le quattro ruote motrici che ha la T16 è ancora migliore, con un posteriore molto sincero e fermo. Con un anteriore migliorato rispetto alla 207 S2000 che trasmette molta sensibilità e precisione allo sterzo e che, qui, ha un angolo di sterzata più contenuto. Il motore rappresenta un’altra grande differenza perché il passaggio dal 2.000 aspirato al 1600 turbo ti aiuta molto nelle guida, grazie ad una coppia molto più sfruttabile visto che si riesce a tenere più spesso la stessa marcia. Di fatto diminuendo quindi l’utilizzo del cambio senza la necessità di dover sempre essere a un regime preciso. Con la S2000 utilizzavamo sempre le marce agli ultimi giri motore perché la potenza era lì,
mentre con il turbo abbiamo un range maggiore di utilizzo dei giri che facilita molto la guida. Tenendo conto che passiamo da 6 marce alle 5 della 208 T16, con ingranaggi più robusti nell’ottica di diminuire anche i rialzi e – quindi – i costi di gestione. La frenata è molto buona anche in virtù di dischi posteriori maggiorati che permette di sfruttare al meglio le doti velocistiche della vettura. Ora, per noi comincia un’altra fase altrettanto importante di sviluppo, quella che ci consentirà di adattare il set up della 208 T16 alla tipicità dei percorsi e degli asfalti/sterrati che incontreremo nel corso del campionato italiano, spesso profondamente diversi da quelli francesi su cui sono stati svolti la maggior parte dei test. Dovremo essere bravi a “cucirci” addosso la T16”.
Barbara Premoli