È iniziato oggi un weekend speciale per Pirelli, che in Olanda raggiungerà il traguardo dei 500 Gran Premi in Formula 1, mai raggiunto da nessun fornitore di pneumatici nella storia della competizione. Per celebrare questo risultato, tutte le gomme da asciutto e le venti monoposto sono decorate con un logo dedicato, presentato lo scorso 18 febbraio a Londra in occasione della festa per i 75 anni della Formula 1.
La prima giornata di Zandvoort è stata caratterizzata dalle interruzioni che hanno punteggiato entrambe le sessioni di prove libere, provocate da diverse uscite di pista e collisioni contro le barriere di protezione. Dal punto di vista prettamente cronometrico, Lando Norris (McLaren) è stato il protagonista della giornata, primo sia in FP1 (1’10”278) che in FP2 (1’09”890). Nella seconda ora sia l’inglese che il suo compagno di squadra Oscar Piastri sono scesi sotto la barriera dell’1’10” (1’09”979) ma fra i due si è intromesso lo spagnolo Fernando Alonso che con la sua Aston Martin ha ottenuto un miglior tempo di 1’09”977.
Nonostante la minaccia di pioggia che incombeva sulla seconda ora, le gomme da bagnato sono rimaste sugli scaffali delle squadre per tutta la giornata. Ben nove piloti hanno già utilizzato uno dei due set di Hard a disposizione nel fine settimana: Tsunoda in FP1; Leclerc, Hamilton, Verstappen, Russell, Lawson, Hadjar, Albon e Sainz in FP2. Nei fatti, il francese della Racing Bulls non ha completato nemmeno un giro con il set di C2 poiché è stato costretto a fermarsi subito per un’avaria tecnica. Sorte simile era toccata in FP1 ad Antonelli, finito nella ghiaia nelle prime fasi della sessione: il pilota italiano della Mercedes nella seconda sessione si è concentrato sulla Soft, usando due set di C4, e sarà così l’unico a poter contare su due treni di Hard e due di Medium per il prosieguo del weekend. Gli altri dieci piloti, infatti, hanno a disposizione due Medium e una Hard oltre, ovviamente, alle Soft necessarie per la qualifica.
Simone Berra, Pirelli Chief Engineer: “Una giornata piuttosto interessante, con tanta azione perché le squadre hanno cercato di sfruttare al massimo il tempo a disposizione, limitato dalle varie interruzioni che hanno contraddistinto le due ore di prove libere. L’indicazione più significativa emersa oggi è che tutte e tre le mescole sembrano essere in grado di giocare un ruolo da protagonista in gara. La Hard si è dimostrata più resistente, con un livello di abrasione molto limitato ma, con temperature simili a quelle di oggi, potrebbe essere un po’ penalizzata in termini di warm-up e di prestazione. La Medium è la mescola che offre il miglior equilibrio fra prestazione e degrado ma anche la Soft, soprattutto su alcune vetture, si è dimostrata competitiva sulla lunga distanza. La C4 ha consentito ai piloti di fare uno step in termini di prestazione rispetto alla C3 più importante di quanto ci aspettassimo alla vigilia senza però, come detto in precedenza, pagare troppo dazio anche nei run più lunghi.
La pista è andata velocizzandosi in maniera significativa durante le due sessioni, man mano che la traiettoria ideale andava pulendosi dalla sabbia portata dal vento. Molto meno rilevante, invece, il miglioramento fra una sessione e l’altra, visto che soltanto una serie di supporto è stata in pista in quell’arco di tempo. In termini di utilizzo dei pneumatici, è interessante vedere come le squadre si siano suddivise pressoché in parti eguali fra chi ha scelto di andare avanti nel fine settimana con due Medium e una Hard e chi, invece, ha privilegiato la C3 a scapito della C4. La terza sessione avrà un motivo d’interesse in più per essere seguita. In termini di strategia, forse ancor più della vigilia la scelta fra una e due soste è aperta a ogni soluzione, anche in virtù del fatto che la Soft entra in gioco”.
























