Sembrava un fine settimana destinato a vedere un’altra doppietta McLaren dopo quelle stabilite nelle tre sessioni di prove libere ma, come spesso gli è accaduto nella sua carriera, l’ultimo giro di Q3 di Charles Leclerc è stato magico, tanto da permettergli di conquistare la pole position. È la prima pole della Ferrari in questa stagione: non accadeva dal GP del Messico dello scorso anno, quando ci riuscì Carlos Sainz. Leclerc, invece, non era il più veloce in qualifica dal Gran Premio dell’Azerbaigian. Per il pilota monegasco quella di oggi è la pole numero 27, la prima all’Hungaroring dove non aveva mai nemmeno ottenuto un posto in prima fila. Per la Ferrari è la nona pole a Budapest, primato ora condiviso con McLaren e Mercedes, nonché la numero 254 nella storia.
I primi quattro classificati sono racchiusi in appena 51 millesimi di secondo: 1’15”372 per Leclerc, 1’15”398 per Oscar Piastri, 1’15”413 per Lando Norris e 1’15”425 per George Russell. Soltanto poco più di mezzo secondo ha separato il tempo della pole da quello del decimo classificato, Isack Hadjar (Racing Bulls) che ha fermato il cronometro sull’1’15”915. Da segnalare che il miglior tempo assoluto della giornata è stato fatto segnare da Lando Norris in Q2 (1’14”890) e il tempo della pole di Leclerc gli sarebbe valso solamente il quinto posto nel segmento centrale della qualifica. Nelle precedenti 39 edizioni di questa gara, ben 24 volte il vincitore è partito dalla prima fila (16 volte dalla pole, otto dalla seconda posizione). Soltanto quattro volte chi è passato per primo sotto la bandiera a scacchi era partito da una posizione in griglia inferiore alla quarta: la più lontana dalla pole è stata la quattordicesima (Jenson Button nel 2006 con la Honda).
In FP3 la grande maggioranza dei piloti ha utilizzato la Soft per preparare la qualifica. Tsunoda, Stroll, Alonso, Ocon, Bearman, Lawson, Hadjar, Albon e Sainz hanno usato un set di Medium per dei run competitivi mentre il duo dell’Aston Martin e quello della McLaren ha effettuato il consueto giro di rodaggio di un set di Hard. In qualifica, ovviamente, la Soft è stata la protagonista assoluta.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Una qualifica incredibilmente serrata, con i primi quattro in mezzo decimo e i primi dieci in mezzo secondo, che è il miglior antipasto possibile per una gara che ci auguriamo altrettanto incerta e spettacolare. C’è una buona possibilità di avere un cambiamento nelle condizioni meteo, con una chance di pioggia importante nella mattinatae, chissà, anche durante la gara. A differenza di una settimana fa a Spa, però, credo che oggi tutte le squadre abbiano preparato le vetture per una corsa sull’asciutto su una pista dove, solitamente, il carico aerodinamico è ai massimi livelli. Il cambiamento di condizioni – soprattutto per quanto riguarda la temperatura – potrebbe comunque provocare qualche modifica nei rapporti di forza in campo, come si è visto nel finale di queste qualifiche. È bastato che la temperatura scendesse di una decina di gradi, che cadesse qualche goccia di pioggia e che il vento girasse di 90 gradi in punti importanti – come la curva 5 e l’ultimo settore – per creare un po’ di scompiglio e, soprattutto, per alzare i tempi sul giro, saliti di mezzo secondo da Q2 a Q3. Non avendo ancora avuto la possibilità di analizzare i dati, possiamo soltanto dare delle indicazioni di massima: magari il calo delle temperature ha influito sulla fase di preparazione del giro cronometrato e non tutti sono stati in grado di adattarsi alle diverse condizioni.
In caso di gara sull’asciutto, la doppia sosta con l’utilizzo prevalente della Hard combinata con la Medium è chiaramente la più veloce. La sosta singola con Medium e Hard protagoniste potrebbe essere scelta da chi, a centro gruppo, proverà ad allungare gli stint gestendo il degrado termico sperando in temperature nettamente più basse rispetto a quelle di ieri e dell’inizio di questa giornata. Fra le opzioni su due pit-stop, da non escludere quella che comprende l’utilizzo di tutte e tre le mescole, con la Soft da usare all’inizio per cercare di guadagnare qualche posizione nelle prime battute e poi, eventualmente, sfruttare la pista libera in occasione del primo pit-stop. Su questo tracciato i sorpassi non sono certo facili e l’undercut è molto efficace”.























