Il GP del Giappone è stato una gara molto interessante, forse non tanto sul fronte dei sorpassi, ma per i tempi sul giro coi primi sei classificati racchiusi in 19 secondi, di cui i primi tre in poco più di 3”.
Ancora una volta Max Verstappen ha fatto la differenza in Red Bull, confermando tutto il suo valore, dopo averci dato un anticipo già il sabato portandosi a casa una pole position straordinaria, davanti alle due McLaren, nonostante una vettura inferiore, firmando il quarto successo di fila a Suzuka. Yuki Tsunoda, alla sua prima uscita con la Red Bull, ha pagato quello che è il vero valore della macchina. Se durante le prove libere era riuscito a non sfigurare nei confronti del compagno, in qualifica l’olandese ha fatto la differenza. Partendo così indietro diventa difficile recuperare. Ha segnato buoni tempi sul giro, ma ha tagliato il traguardo con 58” di ritardo.
Questo fine settimana ha consacrato le forze in campo sia sul fronte costruttori sia piloti. Nonostante Oscar Piastri avesse qualcosa in più rispetto a Lando Norris, concordo sulla strategia e sulle scelte adottate in casa McLaren che, comunque, col secondo e terzo posto, ha consolidato la leadership in campionato. Sia in qualifica sia in gara il team di Woking ha “regalato” a Verstappen un decimo, che gli è costato la vittoria.
Segnali positivi sono arrivati dalla Mercedes che consolida la seconda posizione, grazie al quinto e sesto posto rispettivamente con George Russell e Kimi Antonelli. In particolare, Kimi ha fatto una gara da top driver su una pista impegnativa come Suzuka che non conosce, così come tutti i rookie, segnando non solo il giro più veloce in gara che gli vale sia il nuovo record della pista sia il riconoscimento di pilota più giovane a segnarlo, ma è stato il pilota che ha compiuto più giri con le “gialle”. Dopo una prima parte in difesa, dal 32° al 53° passaggio ha girato costantemente a pochi decimi dalla sua migliore prestazione recuperando sul compagno di squadra 6/7 decimi a ogni passaggio. Una strategia che ha pagato decisamente sul fronte dei tempi sul giro. Il supporto di un ingegnere come Bono, che ha lavorato a fianco di Hamilton negli ultimi 12 anni, è prezioso. Non dimentichiamo che siamo solamente al terzo appuntamento in calendario.
Pur migliorando rispetto a un anno fa, la Ferrari ha chiuso al quarto posto pagando con Charles Leclerc 16 secondi di distacco dalla vetta, che si tramutano in un gap di quasi 3 decimi. Non sono tantissimi, ma potrebbero non essere facili da recuperare. Sono rimasto positivamente impressionato da Isack Hadjar, ottimo sia in qualifica – subito alle spalle di Antonelli -, ma anche in gara con l’ottava posizione e punti importanti per il team. Comunque, c’è poco tempo perché venerdì si torna già in pista col quarto appuntamento in Bahrain, pista che tutti conoscono molto bene, rookie compresi.
Gian Carlo Minardi