Terzo appuntamento stagionale per la MotoGP che si trasferisce negli USA per il GP delle Americhe che andrà in scena per la dodicesima volta. La prima edizione si disputò nel 2013 e da allora, a parte la cancellazione del 2020 per il Covid-19, si è sempre corso. In tutto sono 36 i GP disputati negli Usa, considerando anche i 15 a Laguna Seca, gli 8 di Indianapolis e i 2 a Daytona.
Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della MotoGP, il Circuit of the Americas da 5,513 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché presenta 3 frenate della categoria High, altrettante Medium e 4 Light. Ogni giro i piloti utilizzano i freni per 37 secondi, pari al 30% della durata della gara.
La curva più dura del Circuit of the Americas per l’impianto frenante è la 12 complici gli 1,2 km del rettilineo che la precedono: la velocità delle MotoGP crolla da 334 km/h a 69 km/h per effetto di una staccata di 6,5 secondi durante i quali le moto percorrono 325 metri. I piloti esercitano un carico di 5,3 kg sulla leva del freno Brembo, subendo una decelerazione di 1,5 g mentre la pressione dell’impianto frenante raggiunge gli 11,3 bar.
Nel 2013 Marc Marquez sbarcò in MotoGP ma non ebbe bisogno di alcun periodo di apprendistato. Al debutto fu 3° in Qatar e al round seguente, ad Austin, accelerò: miglior tempo nel 1°, 2° e 4° turno delle Libere, preludio alla pole position con 254 millesimi di vantaggio su Dani Pedrosa e un secondo su tutti gli altri. Nei primi 12 giri di gara Marc fece sfogare il compagno di squadra, insieme al quale distanziò gli altri rivali. Poi passò al comando e allungò al terz’ultimo giro. A 20 anni e 63 giorni Marquez divenne il più giovane vincitore di un GP della classe regina, battendo di 133 giorni il record di Freddie Spencer che durava dal 1982.
Nel 2013 Marc Marquez si trovò subito a suo agio con l’impianto frenante Brembo della MotoGP: la sua Honda RC213V impiegava dischi in carbonio da 320 mm e pinze monoblocco in alluminio-litio, materiale ai tempi consentito dal regolamento, a 4 pistoni. Fino all’anno precedente, in Moto2, aveva invece dovuto utilizzare i dischi in acciaio da 290 mm di diametro con attacco a bussole, essendo il carbonio vietato nelle classi inferiori, e le pinze anteriori a 4 pistoncini. Inoltre, sulla sua Suter lo spagnolo disponeva di una pompa freno con un pistone di misura inferiore a quello della MotoGP.
L’alluminio-litio è stato bandito a fine 2014, pertanto ora le pinze sono realizzate in una lega alluminio che non prevede il litio. Non per questo però il rendimento delle pinze Brembo attuali è inferiore a quelle del 2013 grazie alla continua ricerca che contraddistingue Brembo. Rispetto al 2013 Brembo ha introdotto diverse innovazioni tra cui le alette sul corpo esterno della pinza che incrementano il raffreddamento dell’impianto, migliorando la resa anche al termine della gara. In aggiunta le pinze attuali vantano un sistema di amplificazione che genera forza aggiuntiva e presentano pure un sistema anti-drag che impedisce alle pastiglie di toccare il disco in mancanza di pressione nel sistema.